Le proteste in Siria per l’incendio di un albero di Natale
In un momento delicatissimo di transizione dal regime di Assad è diventata subito una questione: migliaia di persone sono scese in piazza per protestare a Damasco
Lunedì alcune persone hanno incendiato un albero di Natale in una piazza di Suqaylabiyah, una cittadina della Siria non lontana da Hama, una zona in cui gli abitanti sono in maggioranza cristiani.
Può sembrare una notizia di poco conto, ma al momento la Siria si trova in una delicata fase di transizione fra il regime di Bashar al Assad, caduto tre settimane fa, e la coalizione di forze che lo ha combattuto per anni, guidate dal gruppo islamista Hayat Tahrir al Sham (HTS). E il trattamento della minoranza cristiana, a lungo protetta da Assad, è un tema molto sentito. Dopo che il video del rogo è girato molto sui social network fra lunedì sera e martedì mattina, migliaia di persone hanno partecipato a manifestazioni filo-cristiane a Damasco, la capitale della Siria.
HTS ha subito preso le distanze dal rogo e in un video successivo girato sempre a Suqaylabiyah si vede un leader locale di HTS spiegare che i responsabili sono stati dei «non siriani», e che l’albero verrà presto sistemato.
Ormai da anni HTS ha avviato un processo interno di moderazione e stretto legami con la comunità cristiana in Siria, soprattutto quella cattolica. Due settimane fa il vescovo Hanna Jallouf, l’autorità più alta della Chiesa cattolica in Siria, aveva detto al Post di conoscere da anni il leader di HTS, Abu Mohammed al Jolani (che ora si fa chiamare con il suo vero nome, Ahmad al Sharaa), e di avere fiducia in lui.
È possibile che il suo ottimismo non sia condiviso da alcuni pezzi della comunità cristiana siriana, che peraltro erano molto legati al vecchio regime. Secondo una stima del 2022 citata dal dipartimento di Stato statunitense, oggi in Siria vivono circa 638mila cristiani, circa il 3 per cento della popolazione totale (prima dell’inizio della guerra civile i cristiani erano più di due milioni).
Agence France-Presse racconta che durante una manifestazione a Bab Touma, il quartiere cristiano della città vecchia di Damasco, alcune persone hanno cantato cori come «sacrificheremo le nostre anime per la croce». «Se non ci sarà permesso vivere da cristiani in questo paese, come facevamo una volta, significa che qui non c’è più posto per noi», ha detto un manifestante di nome Georges ad Agence France-Presse.
Al momento non si hanno molte informazioni sui responsabili dell’incendio. Nei video circolati online si vedono solo alcune persone mascherate vicino all’albero in fiamme. L’incendio non è stato rivendicato da nessun gruppo.