Il Giubileo e i senzatetto
L'anno santo ha aumentato le attenzioni su problemi delicati della città, e su come risolverli con il contributo di volontari e associazioni
Alle 20:15 del 16 dicembre un piccolo gruppo di persone aspetta dietro a un furgone parcheggiato in via Marsala, lungo la stazione Termini di Roma. La fila era più lunga fino a pochi minuti prima, racconta padre Riccardo, ma molti hanno già preso il pasto preparato dai volontari e se ne sono andati. Gli altri aspettano di ricevere una delle coperte portate dai volontari di Sheep Italia, arrivati da Firenze. In coda ci sono due uomini senzatetto e una donna, che racconta di avere una casa ma non abbastanza soldi per mantenere sé stessa e suo figlio di dieci anni.
Fino a poche settimane fa a Termini c’era normalmente un centinaio di persone senzatetto accampate per la notte. Dormivano nei sacchi a pelo o con rifugi di fortuna in piazza dei Cinquecento, fuori dall’ingresso principale della stazione, e in via Marsala, sotto le tettoie che proteggono gli ingressi laterali. La piazza è però in gran parte ancora occupata dai lavori di riqualificazione per il Giubileo, l’anno santo della Chiesa cattolica che il papa convoca periodicamente dal 1300 e che inizia martedì 24 dicembre. Padre Riccardo, riferendosi ai senzatetto, dice che «li hanno fatti spostare» da via Marsala e che ora passano la notte nelle vie vicine.
Da diversi mesi nella politica romana si discute di come gestire la presenza dei senzatetto a Roma in vista del Giubileo, per cui sono attesi più di 30 milioni di pellegrini. Il comune di Roma ha previsto un intervento straordinario per il Giubileo: la costruzione di quattro tensostrutture per l’accoglienza dei senzatetto vicino alle stazioni ferroviarie e alla basilica di San Pietro. In più, in concomitanza dell’anno santo, sarà potenziata una serie di servizi rivolti sempre ai senzatetto con l’obiettivo di intercettare e gestire meglio le fragilità di chi vive in strada.
L’idea di dare maggiore assistenza ai senzatetto ha una valenza religiosa e simbolica, nell’anno del Giubileo (durante il quale si celebrerà anche il “Giubileo dei Poveri”, uno dei tanti eventi religiosi legati alla manifestazione più grande). Ma c’entrano anche l’immagine che Roma vuole dare di sé in un anno in cui avrà molte attenzioni addosso e moltissimi visitatori, e più in generale le politiche sociali del comune. Per le associazioni sentite dal Post è fondamentale investire su progetti che durino più di un solo anno, dal momento che riguardano problemi cronici.
Le tensostrutture per i senzatetto erano previste nel decreto della presidenza del Consiglio con cui erano stati approvati molti degli interventi necessari per il Giubileo. Sono quattro e saranno attive a San Pietro, alle stazioni Ostiense e Tiburtina, e in via di Porta San Lorenzo, in fondo a via Marsala, a circa 700 metri dal piazzale della stazione Termini: lì si trovano già la mensa della Caritas e lo sportello dell’associazione Binario 95, che offre accoglienza proprio ai senzatetto. Le prime tre avranno 70 posti ciascuna, l’ultima 35 con un massimo di 40. Nelle scorse settimane c’erano state diverse polemiche su quella di San Lorenzo, che inizialmente si pensava di costruire in piazza dei Cinquecento: alcuni esponenti dell’opposizione, soprattutto di Fratelli d’Italia e della Lega, avevano sostenuto che sarebbe stato poco decoroso per la città; poi, quando il comune aveva deciso di realizzare la struttura a San Lorenzo, avevano protestato i residenti, temendo che la presenza di persone senza casa aggravasse i problemi di degrado e microcriminalità della zona.
Lunedì sono state inaugurate quelle a Ostiense e a San Lorenzo, mentre le altre due apriranno entro la fine di gennaio, fa sapere l’assessorato alle Politiche sociali di Roma. Dentro, oltre ai letti, ci sono anche mense che forniranno pasti caldi tutti i giorni, bagni e docce. Il servizio è attivo 24 ore su 24 e durerà per tutto il 2025. Durante l’anno saranno offerti anche momenti di orientamento al lavoro e percorsi di cura insieme a operatori socio-sanitari dell’Azienda sanitaria locale (ASL). Dopodiché, tutta la fornitura sarà lasciata alla Protezione civile. L’assessora alle Politiche sociali Barbara Funari dice che venerdì sera sono state ospitate le prime 15 persone nella tensostruttura a San Lorenzo: «Le temperature sono scese, stiamo cercando di offrire una prima accoglienza alle persone che dormono nella zona». Lunedì sera il sindaco Roberto Gualtieri ha detto che entrambe le strutture, di San Lorenzo e a Ostiense, erano piene.
Nel frattempo, è stata liberata l’area a ridosso delle mura Aureliane, all’incrocio tra via Marsala e via di Porta San Lorenzo, dove nelle scorse settimane persone senzatetto avevano montato diverse tende, anche in seguito a uno sgombero che c’era stato a settembre in viale Pretoriano, scrive Repubblica.
Non è la prima volta che vengono montate tensostrutture temporanee per i senzatetto. Un anno fa ne era stata montata una a Ostiense, da 70 posti, e nel 2022 ne erano state montate altre due nel quartiere Testaccio e a Termini.
Funari spiega che oltre alle tensostrutture nei prossimi mesi verrà potenziata la Sala Operativa Sociale (S.O.S.), un servizio del comune di Roma attivo dal 2002 e rivolto a persone in situazioni di vulnerabilità sociale. Il servizio serve a indirizzare le persone in difficoltà verso centri di accoglienza o strutture che possono aiutarle: si può contattare direttamente chiamando il numero verde di un call center attivo 24 ore su 24 tutto l’anno, oppure le segnalazioni vengono inviate alla sala dalle unità di strada, cioè gruppi di operatori specializzati che incontrano le persone senzatetto nei luoghi dove passano la notte per offrire loro assistenza. Dal 2025 le unità di strada saranno aumentate: quelle notturne passeranno da 2 a 3 e quelle diurne da 6 a 10, aggiunge Funari. Sarà aumentato anche il personale della S.O.S., con più operatori per il call center e più assistenti sociali. «Miglioreremo così anche la copertura nelle zone periferiche, che ora sono molto meno servite rispetto al centro di Roma», dice.
Alessandro Radicchi ha fondato più di vent’anni fa l’help center di Termini e nel 2006 il centro di accoglienza Binario 95, in via Marsala. Insieme ad altri ha fatto un elenco delle prime persone che potevano accedere alla tensostruttura di San Lorenzo. «È gente che conosciamo bene, spesso dormono con le tende qui davanti, che saranno sgomberate in questi giorni», dice. Per Radicchi le tensostrutture per il Giubileo sono una proposta utile nella misura in cui permetteranno alle persone di accedere a servizi da cui normalmente sono escluse, perché i posti non sono abbastanza o il percorso di accesso ad altri tipi di strutture è per loro troppo complicato.
Secondo i numeri del centro studi di Binario 95, che esamina tutti i servizi dei 38 enti che collaborano con il comune di Roma per l’accoglienza, dall’inizio del 2024 le persone senzatetto prese in carico sono state 19.422. I servizi esaminati sono molti e diversi, vanno dalle telefonate alla S.O.S. agli accessi ai centri per i servizi igienici, passando per l’help center e le unità di strada. L’anno scorso le persone prese in carico per gli stessi servizi erano state più di 23mila, nel 2022 oltre 20mila.
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Secondo un recente ma parziale conteggio fatto dal comune di Roma insieme all’ISTAT, la maggior parte delle persone che dorme per strada sono uomini e hanno tra i 40 e i 49 anni. Tra i paesi di nascita dichiarati ci sono l’Italia, la Romania, la Somalia e il Marocco. Le persone intervistate hanno detto di accedere a servizi per le docce e a pasti caldi molto più spesso di quanto accedano a strutture per l’accoglienza.
Questa discrepanza è dovuta anche al fatto che a Roma è più semplice recuperare un pasto piuttosto che un posto letto. Le associazioni di volontari che distribuiscono cibo e beni di prima necessità in giro per la città sono infatti molto numerose. Si organizzano tra loro con chat e riunioni periodiche, coordinate da Caritas e Comunità di Sant’Egidio, a cui partecipano anche rappresentanti dell’assessorato alle Politiche sociali. I posti letto invece sono più limitati. A novembre l’assessora Funari ha detto di avere aumentato da 700 a 1.400 i posti per l’accoglienza delle persone senzatetto rispetto all’amministrazione precedente, guidata da Virginia Raggi del Movimento 5 Stelle (secondo i conti di Binario 95 quelli per dormire sono 950).
«Il tema del ricovero notturno è il vero problema per Roma. Di fame non muori, perché ci sono tantissime opzioni in giro. Si muore di freddo, e di solitudine», dice Antonino, volontario della Ronda della Solidarietà, un’associazione che distribuisce pasti caldi e vestiti a circa 120 persone ogni lunedì e giovedì sera davanti alla chiesa dei Santi XII Apostoli, vicino a piazza Venezia. Giuseppe D’Apollonio, portavoce di Pasti Caldi Odv, dice che anche in via Marsala e in piazza Venezia distribuiscono circa 100 pasti alla volta. «La maggior parte delle persone dorme per strada nei paraggi. C’è anche qualcuno però che viene e porta la cena a casa», dice D’Apollonio.
In piazza San Pietro, dove molti senzatetto passano la notte sotto al colonnato, è attiva tra gli altri la Fondazione Opera Divin Redentore, una onlus cattolica. Federico Giannone ne è il presidente e dice che la preoccupazione di molti in questo momento è doversi spostare a causa del Giubileo: «Ogni notte sotto il colonnato si accampano tra le 70 e le 80 persone, che poi vengono fatte spostare tra le 5:30 e le 6 del mattino. Temono di perdere vestiti e coperte, cioè tutti i loro averi».
Giannone dice che diverse persone che vivono in strada hanno problemi psichiatrici. «Spesso rifiutano l’aiuto o la possibilità di dormire in strutture chiuse, perché si vergognano ad ammettere a qualcun altro la propria malattia». Questo, insieme alle tossicodipendenze e all’alcolismo, fa sì che a volte la convivenza con altre persone anche solo per una notte all’interno di un centro di accoglienza possa diventare problematica, continua Giannone. Anche per questa ragione secondo Radicchi di Binario 95 sarebbe importante investire sui cosiddetti servizi di drop-in, cioè centri con un accesso molto facile e poche regole anche per chi vuole riposarsi solo per qualche ora o fare soltanto una doccia. Radicchi dice che, proprio per come funziona, il drop-in facilita l’avvio di un percorso più strutturato di accoglienza anche per una parte delle persone che normalmente lo rifiutano.
«Bisogna sempre tenere conto che stiamo parlando di persone fragili, a volte vittime di violenza o abusi, spesso con traumi familiari alle spalle, o che hanno perso il lavoro e a cascata tutto il resto», dice Radicchi. «È ovvio quindi che non esistano soluzioni semplici».
Antonino, della Ronda della Solidarietà, dice che al peso delle storie di ciascuno si somma quello della strada: «Cambia la percezione della vita, esiste solo l’oggi. E le persone si lasciano andare spesso».
L’assessora alle Politiche sociali di Roma ne è consapevole. Dice che negli ultimi tempi i problemi psichiatrici si sono fatti «più visibili», e che «la complessità in strada continua ad aumentare. Non basta insomma un posto letto per risolverla». Anche per questo nel nuovo bando per la S.O.S., che complessivamente prevede un investimento di oltre 16 milioni di euro, sono previsti tre presidi socio-sanitari mobili nei territori delle tre ASL della città.
Sulla crisi abitativa a Roma, dovuta fra le altre cose al continuo aumento degli affitti, insistono da tempo molte associazioni che si occupano di diritto alla casa, come Caritas, Nonna Roma e il collettivo studentesco ControConfine. Secondo il portale Idealista, i prezzi degli affitti in alcune aree della città sono molto cresciuti rispetto al 2023. Un’inchiesta pubblicata su IrpiMedia, che ha esaminato anche dati degli ultimi mesi, parla di una diminuzione degli affitti a medio-lungo termine a Roma a favore di quelli brevi per i turisti. Secondo alcuni ricercatori intervistati da IrpiMedia, è probabile che il Giubileo contribuisca a rafforzare questa tendenza già in corso.
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