Meloni e Gualtieri hanno messo da parte le differenze politiche, per il Giubileo
In parte perché c'era di mezzo il Vaticano, ma c'entra anche il sottosegretario Alfredo Mantovano
Lunedì a Roma è stata inaugurata la nuova piazza Pia, tra Castel Sant’Angelo e il Vaticano. È l’opera più importante e simbolica tra le centinaia di cantieri aperti per il Giubileo, l’anno sacro per la Chiesa cattolica che comincia martedì 24 dicembre. All’inaugurazione le personalità politiche coinvolte nella cosiddetta cabina di regia ne hanno approfittato per celebrare la sintonia e la collaborazione che c’è stata tra il governo di destra e la giunta romana di centrosinistra, un fatto politico che prima dell’inizio dei lavori per il Giubileo non era scontato. Riferendosi al completamento dei lavori di piazza Pia in tempo per l’inizio del Giubileo, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha parlato persino di un «piccolo miracolo civile», e il sindaco di Roma Roberto Gualtieri è poi intervenuto condividendo l’entusiasmo di Meloni.
Di questa inusuale comunanza di intenti ha scritto il giornalista di Repubblica Francesco Bei in un articolo intitolato appunto «L’inedita alleanza tra destra e sinistra per rilanciare Roma». Bei attribuisce gran parte del merito al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che secondo Gualtieri ha coordinato la “cabina di regia” per il Giubileo «in modo impeccabile», e che è il principale riferimento del governo in Vaticano.
I lavori per piazza Pia erano iniziati il 21 agosto del 2023 e sono costati 85,3 milioni di euro, finanziati con i fondi per il Giubileo. Ci hanno lavorato 110 persone con turni 24 ore su 24. L’imprevisto maggiore che aveva rischiato di causare grandi ritardi al cantiere era stato un importante ritrovamento archeologico fatto quest’estate. Durante gli scavi per costruire il sottopasso per deviare il traffico e la nuova area pedonale tra via della Conciliazione e piazza San Pietro, erano infatti state scoperte una lavanderia (fullonica) e delle strutture murarie di epoca imperiale.
La Soprintendenza avrebbe potuto bloccare il cantiere per fare tutti i rilievi del caso e il governo avrebbe potuto approfittare della situazione per mettere in difficoltà il comune. Ma nel giro di pochi giorni la fullonica era stata smontata, catalogata ed esposta nei giardini di Castel Sant’Angelo, e i lavori erano proseguiti proprio su iniziativa del governo, e in particolare di Mantovano. «Miracoli che avvengono a Roma solo quando di mezzo c’è il Vaticano», scrive Bei. Anche l’interazione tra Meloni e Gualtieri stessi, durante la cerimonia di inaugurazione, è stata piuttosto distesa: quando si sono spostati verso il sottopasso della piazza hanno scherzato e riso insieme.
Mantovano è un personaggio chiave del governo. Il quotidiano Domani lo aveva definito l’unico «pontiere» tra la politica e il Vaticano, anche per via del fatto che in passato è stato vicepresidente del Centro Studi Rosario Livatino, un think tank di giuristi con posizioni affini a quelle della Chiesa cattolica su temi come l’aborto. Inoltre Mantovano ha un buon rapporto di fiducia con Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano. Anche uno dei collaboratori di Mantovano, Alessandro Monteduro, è ben inserito nel mondo cattolico.
In un’intervista data al Messaggero pochi giorni fa, Mantovano ha parlato di un sistema efficiente per l’organizzazione del Giubileo, tanto da renderlo un modello per altri grandi progetti. Ha raccontato che in due anni la cabina di regia si è riunita sedici volte e in questo modo è stata in grado di affrontare i problemi con tempestività. Anche Gualtieri in un comunicato del 30 agosto aveva usato toni cerimoniosi ed entusiasti, scrivendo che il lavoro stava procedendo in modo «incalzante e proficuo» grazie «all’ottima sinergia» con il governo.
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