Il Brasile ha chiuso il cantiere di una fabbrica dell’azienda di auto cinese BYD, perché i lavoratori vivevano in condizioni di schiavitù

una serie di letti a castello in una stanza molto piccola
Una foto degli alloggi dei lavoratori del cantiere, diffusa dalla Procura del lavoro del Brasile

La Procura del lavoro del Brasile ha ordinato la chiusura del cantiere di una fabbrica dell’azienda di auto elettriche cinese BYD: varie ispezioni ministeriali avevano trovato 163 lavoratori del cantiere che vivevano in condizioni «assimilabili alla schiavitù». BYD, che da un anno è diventata l’azienda che vende più auto elettriche al mondo, ha annunciato di aver interrotto tutti i contatti con la società che si occupava del cantiere, la Jinjiang Construction Brazil. La fabbrica avrebbe dovuto aprire nel marzo del 2025 e sarebbe stata la prima di BYD fuori dall’Asia: si trova a Camaçari, vicino a Salvador, capitale dello stato brasiliano di Bahia.

Un rapporto della Procura indica che i lavoratori, provenienti dalla Cina, dovevano anticipare il costo del biglietto per andare e tornare dal Brasile, consegnare il proprio passaporto e il 60 per cento del salario alla società che gestiva il cantiere. In caso di dimissioni prima della scadenza del contratto tutto il denaro trattenuto dall’azienda non sarebbe stato restituito, né i biglietti rimborsati. Inoltre i contratti prevedevano turni di lavoro da 10 ore, con limitate possibilità di fare pause o avere giorni di riposo, nel cantiere c’erano misure di sicurezza molto carenti e i lavoratori vivevano in alloggi forniti dall’azienda dalle condizioni igieniche precarie e degradanti.