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  • Lunedì 23 dicembre 2024

Anche nel paese di Babbo Natale ci si lamenta dei troppi turisti

A Rovaniemi, in Finlandia, gli affitti brevi sono un problema come in molte altre città europee

Il villaggio di Babbo Natale, un parco divertimenti vicino a Rovaniemi, nel nord della Finlandia (AP Photo/James Brooks)
Il villaggio di Babbo Natale, un parco divertimenti vicino a Rovaniemi, nel nord della Finlandia (AP Photo/James Brooks)
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Rovaniemi, in Finlandia, è una città di circa 60mila abitanti in mezzo alla Lapponia, una remota regione nell’estremo nord dell’Europa: quello che la rende famosa in tutto il mondo è la tradizione che la presenta come il posto in cui vive Babbo Natale (e per questo è spesso chiamata “il paese di Babbo Natale”). Ogni anno la città è visitata da grandi masse di turisti, ovviamente concentrate nel periodo natalizio, e ora i residenti hanno iniziato a lamentarsi dei disagi causati dall’afflusso di visitatori.

In Finlandia si parla della Lapponia come della casa di Babbo Natale almeno dagli anni Venti, ma il villaggio di Babbo Natale di Rovaniemi, un grande parco divertimenti a cavallo del circolo polare artico, ha aperto solo nel 1985. Negli anni ha saputo promuoversi molto efficacemente, e oggi è visto un po’ come una sorta di “residenza ufficiale di Babbo Natale”, tra le molte località che sostengono di ospitarlo: è stato riconosciuto come tale anche dall’Unione Europea.

Rovaniemi è di gran lunga il centro maggiore della Lapponia finlandese, anche grazie alla sede degli uffici amministrativi della regione e di una piccola università. Negli ultimi anni però sono aumentati notevolmente i turisti che la visitano, al punto che l’afflusso appare sempre più sproporzionato rispetto alle possibilità di accoglienza della piccola città: nel 2023 il numero di persone che ha visitato il villaggio di Babbo Natale è stato circa dieci volte quello dei residenti, e hanno passato almeno una notte nelle strutture ricettive della città 1 milione e 200mila persone (cioè venti volte gli abitanti), con un aumento del 30 per cento rispetto all’anno precedente.

Gli abitanti di Rovaniemi hanno iniziato a lamentarsi, fra le altre cose, della riduzione delle case disponibili per i residenti, dato che con piattaforme come Airbnb è molto facile per i proprietari di casa offrirle in affitto ai turisti per brevi periodi e ottenere complessivamente guadagni maggiori rispetto a quelli di un affitto a lungo termine. La riduzione delle case sul mercato e i maggiori ricavi legati agli affitti brevi tendono a causare un aumento degli affitti per i residenti: è quello che è successo anche in moltissime altre città del mondo.

Negli ultimi anni molti abitanti e amministratori cittadini hanno iniziato a criticare il turismo di massa e gli effetti negativi che ha sulla vita delle città: è successo a Barcellona e New York, ma anche a Firenze e Roma. Le loro proteste contro i turisti si sono fatte più insistenti e visibili, soprattutto in Europa.

In teoria la legge finlandese proibisce di usare per fini turistici gli alloggi realizzati per usi residenziali, e un comitato di residenti ha chiesto al sindaco di far rispettare i regolamenti. Secondo il comitato, che a settembre ha organizzato anche una manifestazione di protesta per le strade della città, l’afflusso di turisti ha spinto i residenti fuori dal centro, che sarebbe diventato unicamente uno spazio di passaggio per i visitatori. Quest’anno poi è stato segnalato anche un altro fenomeno tipico delle città turistiche: l’aumento dei borseggiatori.

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Dall’altra parte però la sindaca della città, Ulla-Kirsikka Vainio, ha sottolineato le opportunità economiche date dal turismo e anche dagli affitti brevi.

È probabile comunque che eventuali nuove regole verranno applicate solo dopo la stagione turistica in corso: dicembre ovviamente è il mese con più visitatori, e il weekend prima di Natale è quello in cui l’aeroporto di Rovaniemi, uno dei più trafficati della Finlandia, gestisce più voli. Ultimamente comunque le organizzazioni turistiche locali hanno cercato di diversificare la propria attività per attrarre turisti anche durante il resto dell’anno: il sito visitfinland.com propone diverse attività estive attorno alla città, e descrive Rovaniemi come “la capitale culinaria del nord”, con specialità come «la renna condita con erbe selvatiche» e le «bacche maturate sotto il sole di mezzanotte».

Il flusso di persone che arrivano a Rovaniemi ovviamente non è paragonabile a quello di altre città turistiche, ma per una città piccola che fino a qualche decennio fa non aveva quasi alcuna attrattiva turistica la gestione di un milione di persone all’anno può essere molto complicata.

Impiegati vestiti da elfi in mezzo alle lettere inviate all’ufficio postale del villaggio di Babbo Natale, a Rovaniemi (Alexander Hassenstein/Getty Images)

L’impostazione urbanistica di Rovaniemi risale agli anni successivi alla Seconda guerra mondiale, ben prima dell’apertura del villaggio di Babbo Natale. Durante la guerra ospitava una guarnigione dell’esercito della Germania nazista che nel 1944, nelle fasi finali della guerra, rase al suolo la città mentre si ritirava. Per ricostruirla fu ingaggiato Alvar Aalto, un noto architetto modernista finlandese che si occupò fra le altre cose di molti progetti per la ricostruzione post-bellica nel paese. Il reticolo delle strade principali fu disegnato in modo che ricordasse la testa di una renna, l’animale su cui si basano le attività tradizionali degli abitanti della regione e in particolare dei Sami, la popolazione nativa della Lapponia.

L’inizio del turismo a Rovaniemi si può far risalire proprio a quel periodo: poco dopo la fine della guerra Eleanor Roosevelt, vedova del presidente statunitense Franklin D. Roosevelt spesso impegnata in iniziative sociali benefiche, visitò la città per finanziarne la costruzione. Per l’occasione fu costruita una casetta di legno nei pressi del circolo polare artico, che passa pochi chilometri a nord del centro di Rovaniemi. I circoli polari (esiste quello artico e quello antartico) sono linee immaginarie che racchiudono i luoghi dove è possibile vedere il sole di mezzanotte, quel fenomeno per cui nelle zone più a nord e più a sud della terra in certi periodi il sole non sembra tramontare mai.

Nei fatti non c’è alcuna differenza fra la parte subito a nord e quella subito a sud del circolo. L’idea di sfruttare questa caratteristica geografica per attrarre i turisti però è rimasta, ed è stata usata anche per il parco a tema di Babbo Natale, realizzato alcuni anni dopo proprio nei pressi della capanna di Eleanor Roosevelt.

Il villaggio di Babbo Natale a Rovaniemi (AP Photo/James Brooks)

Dopo la visita di Eleanor Roosevelt ci vollero comunque ancora più di dieci anni prima che qualcuno pensasse di creare il villaggio di Babbo Natale, e ancora diversi anni prima che il progetto venisse messo in pratica. L’idea venne negli anni Sessanta a Niilo Tarvajärvi, un giornalista e politico finlandese che durante un viaggio negli Stati Uniti rimase colpito da Disneyland. Il primo parco divertimenti fu realizzato alla fine di quel decennio, ma fallì presto dopo che alcuni importanti investitori ritirarono i loro finanziamenti.

Tarvajärvi continuò ad animare i piani per rilanciare l’idea del villaggio di Babbo Natale. La faccenda ha dimostrato di avere un’attrattiva duratura per gli investitori, nonostante ripetuti fallimenti, difficoltà finanziarie e amministrative, un intervento statale e un’accusa di appropriazione indebita contro Tarvajärvi. Alla fine il parco divertimenti fu costruito nel 1985 e da allora è stato gestito da varie associazioni di investitori che si sono succedute.

La figura di Babbo Natale si basa almeno in parte su quella di San Nicola, vescovo di Myra, una città oggi in Turchia, e in gran parte del mondo ai bambini viene detto che vive al Polo Nord (che non è la stessa cosa del circolo polare artico e si trova oltre duemila chilometri più a nord di Rovaniemi). La spiegazione della sua presenza a Rovaniemi parte da un programma radiofonico per bambini andato in onda in Finlandia nel 1927, che in realtà parlava di un posto a circa 300 chilometri di distanza: il presentatore indicò una montagna chiamata Korvatunturi, al confine fra Russia e Finlandia, come casa di Babbo Natale.

Quella trasmissione consolidò, almeno in Finlandia, l’idea che Babbo Natale vivesse in Lapponia, anche se Korvatunturi non è proprio vicino a Rovaniemi. Per spiegare la sua presenza in città i gestori del parco divertimenti si sono inventati un ulteriore espediente: raccontano che per evitare che i visitatori andassero a importunarlo nella sua vera casa a Korvatunturi, Babbo Natale avrebbe aperto a Rovaniemi una specie di succursale in cui incontrare i visitatori.

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