La Francia ha un nuovo reattore nucleare
Il Flamanville 3 in Normandia è stato collegato alla rete elettrica con 12 anni di ritardo e un budget sforato alla grande
Sabato in Francia è stato collegato un nuovo reattore nucleare al sistema elettrico nazionale. Il reattore Flamanville 3, che si trova nella centrale nucleare dell’omonima cittadina in Normandia, è il più potente del paese ed è entrato in funzione 17 anni dopo l’inizio della sua costruzione: ha iniziato a fornire energia alle 11:48 del mattino, un momento che è stato definito storico da vari esperti e politici francesi.
La Francia è il secondo paese al mondo per la produzione di energia nucleare, dopo gli Stati Uniti, con un sistema che contribuisce complessivamente al 40 per cento del fabbisogno nazionale. Era da 25 anni che non veniva collegato al sistema un nuovo reattore: il Flamanville 3 peraltro si è fatto attendere parecchio, a causa di anni di ritardi e di un costo che si è rivelato molto più alto del previsto.
Il reattore è tecnicamente un EPR (European Pressurised Reactor), cioè un reattore nucleare ad acqua pressurizzata. È il quarto reattore di questo tipo a essere attivato nel mondo, dopo i due della centrale di Taishan, in Cina, e quello nell’impianto Olkiluoto, in Finlandia. Una volta entrato a regime l’EPR Flamanville 3 sarà in grado di produrre fino a 1,6 gigawatt di potenza.
La società che lo gestisce – la EDF, la principale società elettrica francese – ha detto che il reattore sarà sottoposto a dei test per due mesi, e ci vorrà ancora molto tempo per arrivare alla piena operatività.
Il reattore Flamanville 3 è il primo collegato alla rete francese dal 1999, quando fu messo in funzione il Civaux 2, nell’omonima cittadina della Francia occidentale, vicino a Poitiers. La Francia lavorava al progetto dei reattori EPR dagli anni Novanta, con l’obiettivo di creare impianti più moderni e sicuri dopo l’esplosione della centrale di Chernobyl, nel 1986.
La costruzione del reattore Flamanville 3 è iniziata nel dicembre 2007 e si sarebbe dovuta concludere nel giro di cinque anni. Al momento dell’inizio dei lavori era la terza unità nella centrale di Flamanville (da qui il nome Flamanville 3) e il secondo impianto EPR mai costruito. Inizialmente faceva parte del progetto anche la società italiana Enel, che aveva una partecipazione del 12,5 per cento nell’impianto: nel 2012 decise però di uscirne, anche a causa dei ritardi che si erano accumulati e delle spese sempre più alte da sostenere. Il reattore è finito per costare poco più di 13 miliardi di euro, quattro volte il budget iniziale di 3 miliardi, a causa di molti intoppi tecnici nella costruzione.
Pure l’avvio del reattore è stato problematico: era iniziato il 3 settembre scorso, ma EDF ha dovuto interrompere le operazioni già il giorno successivo a causa di problemi tecnici. L’avvenuto collegamento del Flamanville 3 con la rete elettrica è stato quindi un successo per EDF, un’azienda di stato altamente indebitata, il cui bilancio è stato anche messo in difficoltà dall’alto costo del progetto.
La società ha comunque in programma di costruire altri reattori, anche per volontà del presidente francese Emmanuel Macron che punta molto sul nucleare per la transizione energetica, una scelta opposta a quella di molti altri paesi europei: in Germania nel 2023 sono state definitivamente spente tre centrali. Anche in Francia ci sono varie perplessità sul progetto, soprattutto su come trovare i soldi per finanziare eventuali nuovi reattori e sulle tempistiche con cui potrebbero effettivamente contribuire al fabbisogno energetico nazionale.