Vincenzo De Luca è stato condannato per la storia delle “card vaccinali”
La Corte dei Conti ha stabilito che dovrà risarcire alla Campania 609mila euro per aver sprecato soldi pubblici
Lunedì la Corte dei Conti, l’organo costituzionale che ha il compito di controllare i conti dello Stato ed evitare sprechi di soldi pubblici, ha condannato in primo grado il presidente della Campania Vincenzo De Luca a pagare alla Regione 609mila euro come risarcimento per compensare un danno erariale (cioè nei confronti di un ente pubblico). La Corte ha accolto parzialmente la richiesta iniziale dell’accusa, che aveva quantificato il risarcimento in 3,7 milioni di euro. De Luca ha già annunciato che impugnerà la sentenza.
De Luca – che ha 75 anni, è del Partito Democratico e governa la Campania dal 2015 – era stato accusato di aver generato un ingente spreco di soldi pubblici attraverso l’introduzione delle cosiddette “card vaccinali” (anche dette “smart card”) durante la pandemia da coronavirus.
Insieme a De Luca erano imputati anche Italo Giulivo, Massimo Bisogno, Ugo Trama, Antonio Postiglione e Roberta Santaniello, cinque membri della cosiddetta “unità di crisi regionale” per la pandemia, che invece sono stati assolti. La loro assoluzione è dovuta agli effetti del cosiddetto scudo erariale, una misura introdotta nel 2020 dal governo allora guidato da Giuseppe Conte per limitare le contestazioni per danno erariale ai soli casi di dolo, cioè in cui c’è la volontà nel procurare il danno. La Corte ha quindi giudicato dolosa la sola condotta di De Luca, mentre quella degli altri imputati è stata inquadrata come “colpa grave”, ossia negligenza nell’esercizio delle proprie funzioni.
Le “card vaccinali” erano state introdotte dalla Regione Campania nel gennaio del 2021 e avevano l’obiettivo di fornire non meglio specificate agevolazioni alle persone vaccinate contro il coronavirus, per accedere a locali e mezzi pubblici. Vennero regolamentate con un’ordinanza regionale e ne furono prodotte 3,5 milioni. Ma pochi mesi dopo il governo italiano realizzò a sua volta il Green Pass, il certificato vaccinale valido in tutta Italia, che rese inutili le “card vaccinali” della Campania. La loro distribuzione venne quindi sospesa.
Oltre a sprecare soldi pubblici, secondo l’accusa introdurre una “card vaccinale” a livello locale fu «uno sconfinamento» della Regione Campania in ambiti non di sua specifica competenza, ma dello Stato. Nel gennaio del 2021 era già in corso un dibattito nazionale sull’imminente diffusione del Green Pass in tutta Italia. Questo strumento fu approvato dal governo di Mario Draghi con un decreto-legge il 22 aprile del 2021, e la centrale degli appalti pubblici per la Campania (Soresa) fece un accordo con la società bolognese Ermes per la produzione della card il 3 maggio, dieci giorni dopo: secondo la versione accolta dalla sentenza della Corte, la Regione Campania avrebbe quindi avuto il tempo di fermarne la produzione e la distribuzione.