Tony Effe spiegato agli anziani

Per chi si era illuso di poter arrivare fino a questo punto senza saperne niente

(ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)
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Da una settimana il cantante Tony Effe è al centro di un dibattito sull’opportunità o meno che canti al concerto di Capodanno di Roma al Circo Massimo. Inizialmente infatti era stato nominato tra i cantanti che si sarebbero esibiti, poi diverse politiche e associazioni femministe lo avevano criticato per via dei suoi testi misogini e il comune aveva deciso di escluderlo. La decisione è stata a quel punto molto contestata da cantanti come Mahmood e Mara Sattei, che hanno deciso di non partecipare a loro volta al concerto di fine anno, e da altri come Vasco Rossi, Noemi e Lazza che l’hanno difeso.

È un grosso caso per un cantante la cui popolarità è cresciuta moltissimo nell’ultimo anno, ma che molti – soprattutto da una certa età in su – non avevano mai sentito nominare prima. Altri, quelli che hanno scoperto chi era per via del dissing con Fedez o perché sarà tra i concorrenti della prossima edizione di Sanremo, si sono probabilmente a un certo punto chiesti da dove sia uscito. Tutti comunque sanno almeno una sua canzone, “Sesso e samba”, che quest’estate è arrivata un po’ ovunque.

Tony Effe (pseudonimo di Nicolò Rapisarda, Effe sta per Fornari, un personaggio di una serie tv) è un rapper o meglio un trapper, cioè fa musica trap, un sottogenere dell’hip hop che si è sviluppato una ventina di anni fa negli Stati Uniti e che da alcuni anni è diventato il più ascoltato dai giovani di tutto il mondo, Italia compresa. È romano, si definisce «un povero del centro» anche se ha raccontato che a 17 anni prendeva 150 euro di paghetta a settimana, e ha 33 anni.

Da bambino recitò in alcuni film, e cominciò a fare musica trap poco dopo i vent’anni con il gruppo Dark Polo Gang, creato insieme agli amici della scuola in tempi in cui questo genere non andava ancora di moda. Cominciarono gradualmente a essere molto ascoltati e seguiti e si costruirono un immaginario che, in linea con la tradizione della trap, si basava sull’ostentazione di lusso, strafottenza e belle donne: cosa che a Tony Effe è sempre venuta molto naturale.

I componenti della Dark Polo Gang a ottobre 2018: da sinistra Dark Wayne, Tony Effe e Pyrex (ANSA / MATTEO BAZZI)

Nel 2017 uscì l’album Twins che ebbe un grosso successo, rese la Dark Polo Gang più mainstream e contribuì più in generale ad allargare il pubblico della musica trap, che da lì in poi diventò ascoltatissima anche grazie ad altri rapper come Sfera Ebbasta. Questo successo li portò nel 2018 a firmare un contratto con la casa discografica Universal, una delle più importanti in Italia. Poi nel 2020 i membri del gruppo cominciarono a fare canzoni da solisti e nel 2021 Tony Effe fece uscire il suo primo album: Untouchable. A quel punto era già molto conosciuto tra i giovani che ascoltavano quel genere di musica ma lui sostiene che la canzone con cui ha «convinto un po’ tutti» sia stata “Taxi sulla Luna”, che ha fatto con Emma nel 2023.

Il testo di questa canzone è uno di quelli più citati da chi lo critica per le sue parole violente nei confronti delle donne. Inizia con «primo bacio, primo trip, caramelle nel suo drink»: un verso che è stato letto da alcuni come un riferimento alla pratica illegale di mettere di nascosto droghe nei bicchieri delle ragazze nei bar per stordirle e violentarle. La canzone continua con «Martina o Vanessa? Non mi ricordo, mi gira la testa. La porto a casa, le faccio la festa». Non è l’unica comunque: per citarne due più recenti, nella canzone “Dopo le 4” canta: «Ti sputo in faccia solo per condire il sesso, ti chiamo “puttana” solo perché me l’hai chiesto, ti sbavo il trucco, che senza stai pure meglio, ti piace solamente quando divento violento». Nella canzone “Miu Miu” dice: «Prendo una bitch, diventa principessa, le ho messo un culo nuovo, le ho comprato una sesta».

In generale le canzoni della Dark Polo Gang e di Tony Effe usano spesso un linguaggio che oggettifica le donne, a volte in un modo che secondo i critici normalizza o legittima trattamenti irrispettosi o violenti. È una cosa abbastanza in linea con le “regole” del genere trap e e che è diventata più discussa di recente, sia perché questo tipo di musica è diventato più mainstream – e Tony Effe è uno dei suoi esponenti più famosi – sia per via della maggiore consapevolezza degli ultimi anni rispetto ai temi della violenza contro le donne.

A questo si aggiunge che il personaggio di Tony Effe non è particolarmente simpatico: si veste in modo molto tamarro, sorride raramente e corrisponde abbastanza perfettamente allo stereotipo del trapper che genera pregiudizi nelle generazioni più anziane. Non è un personaggio che ha particolari cose da dire e anzi spesso le cose che dice finiscono al centro di piccole polemiche, come quando nel 2016 usò cori razzisti contro il rapper Bello Figo, di origini ghanesi, e un altro membro della Dark Polo Gang dovette scusarsi pubblicamente.

Anche la fama che ha guadagnato quest’anno non è stata tutta positiva. Da un lato ha contribuito sicuramente la sua musica: il tormentone estivo “Sesso e samba”, fatto con Gaia, e il suo ultimo album, Icon, che è andato molto bene e che contiene per la prima volta canzoni di genere un po’ diverso da quello cui ha cominciato. In un’intervista al podcast BSMT ha detto che il motivo per cui ha un po’ cambiato genere è che «la trap mi sembra una cosa più da giovani, non puoi parlare di argomenti troppo complicati, ti sfoghi e swagghi».

Ma a settembre c’è stato anche il dissing con il cantante Fedez (molto più famoso di lui), che ha portato il nome e la faccia di Tony Effe sulle pagine di tutti i giornali. Dopo essersi punzecchiati per un po’ parlando male l’uno dell’altro in pubblico, i due si sono definitivamente scontrati pubblicando canzoni scritte appositamente per insultarsi e rispondersi in rima, seguendo una pratica storica dell’hip hop. Anche in questo Tony Effe ha confermato di non essere uno che si fa particolari problemi a inserire nelle sue canzoni riferimenti maschilisti o omofobi. A settembre comunque era sulla copertina di Vanity Fair; a dicembre è stata annunciata la sua partecipazione a Sanremo, e alcuni giorni fa la rivista GQ l’ha messo nella sua lista degli “uomini dell’anno”.

– Leggi anche: Il dissing tra Fedez e Tony Effe, spiegato

Fuori dai litigi e dalle polemiche Tony Effe continua a ispirare moltissima simpatia in chi lo segue dall’inizio (sono passati dieci anni dalle prime canzoni della Dark Polo Gang) e le reazioni dei colleghi che gli hanno espresso solidarietà dimostrano che è abbastanza ben voluto anche nel settore. In questi ultimi giorni ha dimostrato anche di saper gestire le critiche in modo poco impulsivo: in un primo momento ha pubblicato una storia su Instagram per dire «amo tutte le donne e mi dispiace che qualcuno ancora pensi il contrario», e poi ha deciso di organizzare un concerto alternativo sempre a Roma, sempre a Capodanno, con biglietti a prezzi popolari. Rivista Studio ha scritto in questi giorni che Tony Effe «è un cattivo che non fa paura a nessuno».