È stata respinta la richiesta della procura di archiviare le indagini sul delitto di via Poma

L'aula in cui si tenne il processo d'appello a Raniero Busco, 3 febbraio 2010 (ANSA/ MASSIMO PERCOSSI)
L'aula in cui si tenne il processo d'appello a Raniero Busco, 3 febbraio 2010 (ANSA/ MASSIMO PERCOSSI)

Venerdì La Repubblica ha scritto che la giudice per le indagini preliminari (gip) di Roma Giulia Arcieri ha respinto la richiesta di archiviazione dei pm sull’omicidio di Simonetta Cesaroni, noto anche come il delitto di via Poma, avvenuto a Roma nell’agosto del 1990. Secondo la giudice Arcieri è «verosimile» che le indagini condotte al tempo siano state manipolate per proteggere presunti interessi dei servizi segreti nel caso, e ritiene che quelle preliminari nell’ultimo anno e mezzo non abbiano approfondito a sufficienza questa ipotesi. Ha quindi chiesto ai pubblici ministeri di proseguire le indagini e di sentire nuovi testimoni.

Per l’omicidio di Cesaroni si era già tenuto un processo che si era concluso nel 2014 in Cassazione con l’assoluzione dell’imputato, l’ex fidanzato Raniero Busco. Il procedimento era stato riaperto nel marzo del 2022 per via di un esposto presentato dai familiari di Cesaroni, che avevano segnalato un’incongruenza tra due testimonianze che indeboliva l’alibi di Francesco Caracciolo di Sarno, il presidente di un’associazione per cui Cesaroni lavorava nell’estate in cui fu uccisa. Dopo circa un anno e mezzo di nuove indagini, nel dicembre 2023 la procura aveva chiesto l’archiviazione ritenendo che non ci fossero gli elementi per sostenere un’accusa. In questi casi la procura trasmette tutti i documenti sulle indagini preliminari al giudice per le indagini preliminari, che decide se accogliere la richiesta di archiviazione o meno: Arcieri ha deciso di respingerla.

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