In Romania i Socialdemocratici si sono ritirati dai negoziati per formare il governo

Il primo ministro romeno, Marcel Ciolacu (Leon Neal/Getty Images)
Il primo ministro romeno, Marcel Ciolacu (Leon Neal/Getty Images)

Giovedì il Partito Socialdemocratico (PSD), che a inizio dicembre aveva vinto le elezioni parlamentari in Romania, si è ritirato dai negoziati per formare un governo di coalizione con gli altri tre principali partiti europeisti del paese. Marcel Ciolacu, primo ministro romeno e leader del PSD, lo ha annunciato con un post su Facebook un po’ criptico. L’ipotesi più probabile è che il PSD ora offra l’appoggio esterno a un governo di minoranza guidato da uno dei tre partiti europeisti con cui stava trattando: il Partito Nazionale Liberale (PNL), l’Unione Salva Romania (USR) e l’Unione Democratica degli Ungheresi in Romania (UDMR).

Ciolacu non ha specificato i motivi del ritiro, ma c’erano state divisioni sulle misure da adottare per ridurre il deficit della Romania, il più alto dell’Unione Europea in rapporto al PIL. I colloqui erano iniziati la scorsa settimana, con l’obiettivo di isolare l’Alleanza per l’Unità dei Romeni (AUR), il secondo partito più votato, di estrema destra. L’appoggio del PSD durerà probabilmente fino alla ripetizione delle elezioni presidenziali. Lo scorso 6 dicembre la Corte costituzionale aveva infatti annullato il primo turno, tenutosi a novembre e vinto a sorpresa dal candidato populista e filorusso Călin Georgescu. Secondo la Corte, il risultato sarebbe stato influenzato da interferenze russe nella campagna elettorale.

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