La Commissione Europea vuole fare concorrenza a Elon Musk
Costruirà una costellazione di satelliti alternativa a Starlink, per Internet dallo Spazio e per le attività di sicurezza dei governi
Negli ultimi anni il miliardario Elon Musk ha portato in orbita intorno alla Terra oltre 7mila satelliti per offrire Internet dallo Spazio ai privati e ai governi, anche per scopi militari. Il servizio è disponibile in Europa, ma la Commissione Europea vorrebbe farne a meno per le comunicazioni governative e di sicurezza: per questo vuole inviare in orbita alcune centinaia di satelliti su cui avere pieno controllo, senza dipendere dalle società di Musk e dal suo modo talvolta discutibile di fare affari.
A inizio settimana la Commissione ha annunciato di avere firmato il contratto di assegnazione della gestione di IRIS2 – il nome del progetto satellitare – ad alcune delle più importanti società spaziali europee, per un investimento stimato in 6,5 miliardi di euro, finanziato per circa due terzi dalle istituzioni europee. Il resto del denaro deriverà da investimenti dei privati coinvolti nel consorzio SpaceRISE.
Nell’iniziativa sono coinvolte Eutelsat, Hispasat e SES, tre importanti aziende responsabili di numerose reti di satelliti, e alcune grandi società specializzate nella produzione dei satelliti e nella gestione di reti di telecomunicazioni come: Thales Alenia Space e Telespazio, che hanno una forte presenza in Italia, e Airbus Defence, Deutsche Telekom, Orange e Hisdesat. Le società saranno responsabili dell’avvio e della gestione di IRIS2 per i prossimi 12 anni con l’obiettivo di avere la costellazione di satelliti in attività entro il 2030.
Come suggerisce il nome, una costellazione di satelliti è un insieme di satelliti che viene solitamente collocato nell’orbita bassa (al di sotto dei 2mila chilometri di distanza dalla Terra) e che grazie all’alto numero di componenti riesce a coprire buona parte del pianeta con il proprio segnale. I satelliti, più piccoli e meno complessi rispetto a quelli tradizionali per le telecomunicazioni, si mantengono in contatto con i centri di controllo e i ripetitori a terra, e con le antenne di chi utilizza il servizio per esempio per accedere a Internet dove non c’è segnale cellulare o non arrivano i cavi per le normali connessioni. In alcune configurazioni possono anche comunicare tra loro nello Spazio migliorando la copertura e la velocità della connessione.
La costellazione di satelliti più grande costruita finora in orbita è Starlink di SpaceX, la società spaziale statunitense guidata da Elon Musk che periodicamente trasporta in orbita centinaia di satelliti per rinforzare la propria rete. Starlink offre accesso a Internet ai privati in buona parte del mondo, ma negli ultimi due anni se ne è parlato soprattutto per il suo ruolo nella guerra in Ucraina, dove è stato impiegato dall’esercito ucraino nelle aree dove le reti mobili e fisse sono state distrutte dagli attacchi russi.
Oltre a Starlink, SpaceX ha da qualche tempo una sorta di progetto parallelo che si chiama Starshield, dedicato allo sviluppo e alla gestione di costellazioni satellitari per scopi militari e di sicurezza nazionale per gli Stati Uniti e i loro alleati. La società non ha mai fornito molte indicazioni su Starshield per via dei vincoli di segretezza imposti dal governo statunitense. In questo contesto, alla fine del 2022 il Consiglio dell’Unione Europea, dove sono rappresentati i governi dei 27 stati membri dell’Unione Europea, aveva annunciato l’avvio di IRIS2 e la scelta di affidarne la realizzazione a un consorzio internazionale, guidato da alcune delle principali aziende spaziali europee.
IRIS2 prevede di inviare in orbita 290 satelliti nel corso dei prossimi anni, una quantità di un ordine di grandezza inferiore rispetto alla costellazione di Starlink e ad altre in fase di progettazione e sviluppo. I satelliti impiegati saranno comunque sufficienti per offrire la copertura necessaria sia per gli scopi di sicurezza e militari sia per offrire ai privati connessioni ad alta velocità, in aree dove non c’è copertura mobile o non arriva la fibra ottica. I satelliti saranno collocati sia nell’orbita bassa sia in quella media, quindi al di sopra dei 2mila chilometri di quota.
I satelliti di IRIS2 saranno trasportati in orbita da razzi europei, come il sistema di lancio Ariane 6 attualmente alle ultime fasi di test. Data la quantità di lanci necessari non è comunque escluso che il consorzio decida di affidarne alcuni a SpaceX, che solo quest’anno ha effettuato più di cento lanci verso l’orbita terrestre. In questo caso SpaceX avrebbe comunque solo il compito di trasportare il carico, senza un coinvolgimento nella gestione della costellazione.
Secondo diversi osservatori IRIS2 potrebbe contribuire a stimolare ulteriormente l’economia spaziale in Europa, che continua a espandersi, per quanto a ritmi diversi da quella statunitense. Il problema più importante rimangono le limitate possibilità di accesso in orbita rispetto agli Stati Uniti, che oltre a SpaceX potranno presto contare anche su Blue Origin, l’azienda spaziale di Jeff Bezos che sta per sperimentare un nuovo sistema di lancio per grandi carichi verso e oltre l’orbita terrestre.