Il contestato emendamento sulla caccia nella legge di bilancio

Fa gli interessi dei cacciatori e le associazioni ambientaliste hanno scritto a Mattarella per chiedere di bloccarlo

(ETTORE FERRARI /ANSA/JI)
(ETTORE FERRARI /ANSA/JI)

Quattordici delle principali associazioni ambientaliste italiane, tra cui WWF, Legambiente e Enpa, hanno scritto una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per denunciare «gravi incostituzionalità» nella legge di bilancio, il provvedimento con cui ogni anno il governo decide come spendere i soldi a disposizione per l’anno successivo. La lettera fa riferimento a un emendamento sulla caccia, che è stato inserito e firmato lunedì scorso dalla deputata di Fratelli d’Italia Maria Cristina Caretta e che secondo le associazioni rappresenterebbe un’ulteriore misura del governo a favore degli interessi dei cacciatori dopo altre già fatte in passato.

L’emendamento modifica la legge sulla tutela della fauna e sulla disciplina della caccia. Se dovesse essere approvato, diventerà più difficile per le associazioni che si occupano di protezione degli animali fare ricorso al TAR per contestare il calendario venatorio, cioè il piano che viene approvato ogni anno dalle Regioni e che definisce quando, come e dove si possono svolgere le attività di caccia, al fine di tutelare la fauna selvatica.

L’emendamento limita la possibilità di fare ricorso ai 30 giorni successivi alla presentazione del calendario, e prevede che in ogni caso le attività di caccia continuino a svolgersi come da calendario precedente, invece di essere sospese in attesa della sentenza (come succede ora). Un’altra novità è che le associazioni di cacciatori verranno considerate come parte in giudizio. Caretta, che è stata presidente della Confederazione delle Associazioni Venatorie Italiane, ha motivato l’emendamento sostenendo che «fin troppe volte l’impugnazione del calendario dinanzi al TAR rappresenta una strategia ostruzionistica per danneggiare il regolare svolgimento dell’attività venatoria».

L’emendamento prevede anche che i pareri scientifici dell’ISPRA, che è un ente di ricerca indipendente legato al ministero dell’Ambiente, vengano equiparati a quelli di un altro organo, il Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale, che invece dipende dal ministero dell’Agricoltura e ha quindi un indirizzo politico. Il Comitato è tornato operativo quest’anno dopo anni di sospensione e i suoi membri sono a maggioranza scelti dal governo.

I pareri dell’ISPRA possono essere usati tra le altre cose in funzione consultiva nella risoluzione di controversie finite al TAR, come appunto quelle sul calendario delle attività di caccia.

Nella lettera a Mattarella, le associazioni contestano al governo che l’emendamento non ha nulla a che fare col bilancio dello stato e sottolineano che «un simile scenario si era già verificato dopo l’approvazione della Legge di Bilancio 2022, quando furono introdotte modifiche alla Legge sulla caccia». Secondo le associazioni ambientaliste, favorendo gli interessi dei cacciatori, l’emendamento violerebbe l’articolo 9 della Costituzione, che afferma l’impegno della Repubblica nella tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi.