Le condanne per gli stupri subiti da Gisèle Pelicot
20 anni di carcere per l’ex marito che l’aveva fatta violentare da decine di uomini: 49 di loro hanno avuto pene tra i 3 e i 15 anni
Giovedì 19 dicembre il tribunale di Avignone ha condannato a 20 anni di carcere Dominique Pelicot per stupro aggravato, per le violenze commesse nei confronti dell’ex moglie Gisèle Pelicot nell’arco di dieci anni: era accusato di averla violentata, di averle somministrato regolarmente a sua insaputa un farmaco per renderla incosciente e di aver permesso a decine di sconosciuti di violentarla a loro volta.
In tutto erano imputati nel processo 51 uomini: 49 di loro sono stati condannati per stupro aggravato insieme a Pelicot, e uno per aggressione sessuale. Oltre a Dominique Pelicot, 49 erano accusati di aver stuprato Gisèle Pelicot. Un altro uomo era accusato di aver violentato più volte e fatto violentare sua moglie da Dominique Pelicot, dopo averla addormentata con lo stesso metodo e per questo è stato inserito nello stesso processo: è stato condannato a 12 anni di prigione. I pubblici ministeri avevano chiesto per lui 17 anni.
Per gli altri 49 imputati, i giudici hanno assegnato pene dai 3 ai 15 anni, di cui due con pena sospesa e quattro con una pena parzialmente sospesa. Molti di loro sono stati anche condannati a seguire un percorso di rieducazione mentre sono in carcere. A 5 è stato vietato di lavorare in futuro con dei bambini. Anche queste condanne sono piuttosto inferiori rispetto a quelle richieste dai pubblici ministeri.
Solo 18 imputati si erano dichiarati colpevoli, mentre gli altri avevano ammesso di aver avuto rapporti sessuali con Gisèle Pelicot ma avevano contestato l’accusa di stupro, sostenendo che non fossero consapevoli che lei non avesse dato il suo consenso (la legge francese richiede che venga provata l’intenzione di commettere uno stupro). Per questo molti avvocati della difesa avevano chiesto per loro l’assoluzione. Ora hanno dieci giorni per fare appello.
Le udienze erano cominciate il 2 settembre e negli scorsi mesi sono state molto seguite dalla stampa nazionale e internazionale, così come dall’opinione pubblica francese. Per via della decisione di Gisèle Pelicot di avere un processo pubblico, della lucidità e della determinazione con cui ha testimoniato al processo, il caso ha anche aperto una più ampia discussione sulla “cultura dello stupro”, un’espressione usata per descrivere una società nella quale la violenza e gli abusi di genere sono diffusi, minimizzati e normalizzati.
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