Il generale Figliuolo lascerà i suoi incarichi

Quelli di commissario per le alluvioni in Emilia-Romagna e comandante del COVI, per assumere un ruolo importante nei servizi segreti

Il generale Francesco Paolo Figliuolo a Roma, il 20 marzo 2022 (Mauro Scrobogna/LaPresse)
Il generale Francesco Paolo Figliuolo a Roma, il 20 marzo 2022 (Mauro Scrobogna/LaPresse)
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Il governo ha deciso di nominare un nuovo commissario straordinario per le alluvioni in Emilia-Romagna. Su chi sarà sono ancora in corso discussioni tra i vari ministri competenti, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il nuovo presidente della regione Michele de Pascale. Ma l’orientamento abbastanza condiviso è quello di sostituire il generale Francesco Paolo Figliuolo, che svolge questo incarico dal giugno del 2023, con un altro militare. Tra le persone valutate dal governo ce n’è una, in particolare, che sembra più di tutti accreditata: il generale Mauro D’Ubaldi, comandante logistico dell’Esercito.

La decisione viene dall’intenzione di attribuire un nuovo incarico di prestigio a Figliuolo, e questo genera a sua volta la necessità di ridefinire alcune importanti cariche apicali nelle forze armate. Figliuolo assumerà infatti un ruolo di grande prestigio all’interno dei servizi segreti, dicono fonti interne alle agenzie di intelligence stesse: è stato scelto per diventare vicedirettore dell’AISE, l’agenzia di intelligence per l’estero, al posto di Nicola Boeri, che al più tardi entro febbraio lascerà il suo incarico per andare in pensione dopo aver superato il limite dei 65 anni. L’attuale direttore dell’AISE, di cui Figliuolo diventerà il vice nelle prossime settimane, è Giovanni Caravelli.

Figliuolo dovrà quindi lasciare i suoi attuali incarichi: quello di commissario per le alluvioni e quello di comandante del Comando operativo interforze (COVI), cioè la struttura che coordina e dirige le operazioni di tutte le forze armate sia in Italia sia all’estero. Per entrambi ci sono già dei candidati a sostituirlo.

– Leggi anche: Chi è Francesco Paolo Figliuolo

Un’eventuale nomina di D’Ubaldi come commissario straordinario in Emilia-Romagna sarebbe una scelta in continuità col recente passato: e cioè assegnare la responsabilità di gestire un’emergenza a un generale, e in particolare al massimo responsabile logistico dell’esercito. Figliuolo era infatti comandante logistico quando, nel marzo del 2021, fu nominato dal governo di Mario Draghi come commissario straordinario per l’emergenza Covid-19, e quella scelta fu motivata anche dal fatto che quel reparto dell’esercito ha una grande capacità di mobilitare uomini e mezzi, e coordinare interventi sul territorio nazionale.

Ora D’Ubaldi, oltre a confermare questa recente tradizione, consentirebbe al governo di destra di aggirare le possibili rivendicazioni del nuovo presidente di regione de Pascale, di centrosinistra, che potrebbe chiedere di ottenere le deleghe del commissario. La scelta di un generale garantirebbe, almeno formalmente, uno status super partes del commissario, rendendo meno plausibili eventuali polemiche per ragioni politiche: D’Ubaldi ha un curriculum prestigioso, e ha collaborato con governi di diverso orientamento, essendo stato tra l’altro anche capo di gabinetto di Lorenzo Guerini, del PD, quando era ministro della Difesa.

Il generale Mauro D’Ubaldi, probabile nuovo commissario straordinario per le alluvioni in Emilia-Romagna (Fernando Cerrone/Difesa)

Quanto all’altro incarico che Figliuolo lascerà nelle prossime settimane, quello di comandante del COVI, il principale candidato a sostituirlo, stando a quanto riferiscono varie fonti nel ministero della Difesa, è il generale Giovanni Maria Iannucci, attuale capo di gabinetto del ministro Guido Crosetto. Quest’ultimo a sua volta dovrà essere sostituito, ma finora Crosetto ha mantenuto un grande riserbo sulle sue intenzioni.

Questa terza nomina metterà fine alle polemiche più o meno ricorrenti sul doppio incarico finora avuto da Figliuolo. Nel maggio del 2023, in seguito all’alluvione che aveva colpito l’Emilia-Romagna, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva deciso di non assegnare la gestione dell’emergenza al presidente di regione Stefano Bonaccini, come spesso era accaduto in passato in circostanze analoghe. In questa decisione aveva avuto un certo peso il fatto che Bonaccini fosse anche presidente del PD, cioè del principale partito di opposizione al governo.

La nomina di Figliuolo come commissario per l’alluvione aveva però alimentato dubbi e malumori anche all’interno del ministero della Difesa, proprio perché aveva già un ruolo importante e delicato, quello appunto al COVI. Il ministro Crosetto dette il proprio assenso definitivo, non a caso, solo un paio di settimane dopo l’annuncio della decisione da parte del governo, e dopo aver concordato con Figliuolo le modalità per rendere compatibili le varie deleghe che avrebbe dovuto assumere.

Nel corso di questo anno e mezzo in varie occasioni sono nate polemiche su Figliuolo per via del carico particolarmente oneroso di responsabilità e problemi da gestire, e per l’eterogeneità delle questioni che doveva affrontare: Figliuolo doveva per esempio sia coordinare i lavori di risistemazione delle dighe e di dragaggio dei fiumi in Emilia-Romagna, sia coordinare al tempo stesso i movimenti delle truppe e dei mezzi italiani in Niger o in Libano, non un compito facile.

Lo stesso problema, del resto, per Figliuolo si era già proposto in precedenza: quando nel dicembre del 2021 venne nominato comandante del Comando interforze pur essendo già a capo della struttura commissariale per l’emergenza da Covid-19. Guerini e Draghi trovarono una soluzione di compromesso, stabilendo che nel giro di tre mesi dall’entrata in funzione come capo del COVI avrebbe lasciato l’incarico di commissario straordinario per la pandemia, come poi effettivamente avvenne.

Ora, la nomina come vicedirettore dell’AISE segna il passaggio nel settore dell’intelligence di Figliuolo, che finora non aveva mai svolto funzioni legate direttamente a questo comparto. Anche in questo caso la decisione di anticipare di qualche settimana l’annuncio della sua nomina è motivata dall’esigenza di concedergli del tempo per preparare il suo avvicendamento e il passaggio di consegne a chi dovrà sostituirlo sia al COVI sia come commissario straordinario per le alluvioni.