Il governo tedesco ha chiesto a Unicredit di non aumentare le sue quote di Commerzbank

Mercoledì il governo tedesco ha chiesto alla banca italiana Unicredit di rinunciare all’aumento della sua quota in Commerzbank, una delle più grandi banche tedesche e sua diretta concorrente. In mattinata Unicredit aveva annunciato di aver comprato strumenti finanziari per acquisire ulteriori quote, con l’obiettivo finale di arrivare al 29,9 per cento: per ora arriva a circa il 28 per cento, di cui il 9,5 per cento per partecipazione diretta, cioè tramite azioni, e il 18,5 per cento attraverso strumenti derivati, con i quali si è impegnata a comprare le azioni corrispondenti qualora dovesse ricevere le autorizzazioni necessarie da parte delle autorità europee.
Già a settembre Unicredit si era impegnata in una graduale acquisizione di quote di Commerzbank, ma l’operazione si era poi interrotta proprio per via di un contrasto con il governo tedesco, azionista della banca che non gradiva la cessione di una delle più importanti banche tedesche a una italiana: mercoledì ha ribadito che trova la mossa di Unicredit «non coordinata e non amichevole». Il governo tedesco non ha comunque modo di bloccare l’operazione – usando per esempio uno strumento come il golden power italiano – ma ha voce in capitolo in quanto azionista: difficilmente Unicredit riuscirà a comprare Commerzbank senza un accordo.
Finora si riteneva comunque che l’operazione fosse sospesa, per due motivi: da una parte per il dissenso del governo tedesco e della sua crisi, che aveva messo tutto in stallo fino alle elezioni di febbraio; dall’altra perché Unicredit aveva nel frattempo impostato un’operazione per l’acquisizione completa di Banco BPM, altra importante banca italiana.
Unicredit è la seconda banca italiana per capitalizzazione, cioè per valore delle azioni in circolazione, e da tempo sta cercando una banca da acquisire per allargarsi e superare Intesa Sanpaolo: è l’istituto che in Italia è più attivo nel cosiddetto “risiko bancario”, cioè quel movimento costante del settore per creare gruppi sempre più grandi e solidi tramite fusioni e acquisizioni.
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