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  • Mercoledì 18 dicembre 2024

Le nuove promesse di Stellantis

Ha annunciato un aumento della produzione di auto in Italia con 2 miliardi di investimenti, senza chiedere soldi allo Stato

La produzione della Fiat Panda nello stabilimento di Pomigliano d'Arco
La produzione della Fiat Panda nello stabilimento di Pomigliano d'Arco (Alessandro Garofalo/LaPresse)
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Il gruppo automobilistico Stellantis ha promesso di sviluppare la nuova Fiat 500 nello stabilimento torinese di Mirafiori, di portare la produzione della Pandina in quello campano di Pomigliano d’Arco, di triplicare i volumi di produzione nello stabilimento di Melfi, in Basilicata, e di iniziare a produrre altri tre modelli di Alfa Romeo a Cassino, nel Lazio. Lo ha fatto durante il primo incontro organizzato al ministero delle Imprese e del Made in Italy dopo le dimissioni dell’amministratore delegato Carlos Tavares. Stellantis ha annunciato l’aumento della produzione di auto in tutti i principali stabilimenti italiani con 2 miliardi di euro di investimenti, senza chiedere nessun sostegno economico dallo Stato.

Jean-Philippe Imparato, responsabile di Stellantis per l’Europa, ha voluto così rassicurare il governo e i sindacati dopo le critiche seguite al deciso calo di produzione avvenuto nel 2023 e alla cassa integrazione chiesta per migliaia di operai.

Negli ultimi mesi il governo aveva accusato più volte di non tenere in debita considerazione gli stabilimenti italiani e in generale l’Italia. Oltre a una diminuzione delle auto prodotte, durante la gestione di Tavares non sono state fatte assunzioni per sostituire i dipendenti andati in pensione, anzi sono stati investiti soldi per incentivare i licenziamenti. Diverse produzioni sono state spostate all’estero, mentre in altri paesi come la Francia sono stati aperti nuovi stabilimenti, centri di ricerca e sviluppo, e assunti nuovi dipendenti.

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Tavares aveva promesso al governo che Stellantis sarebbe tornata a produrre almeno un milione di veicoli entro il 2030. Nel 2024 invece il gruppo automobilistico ne produrrà circa 500mila, tra auto e furgoni.

Martedì Imparato ha detto di non poter mantenere la promessa fatta da Tavares perché per raggiungere quell’obiettivo servono tre condizioni che al momento non ci sono: prodotto, motori, mercato. A preoccupare Imparato è soprattutto il mercato: in Italia le vendite di auto sono in calo costante e c’è ancora molto scetticismo sulle auto elettriche. Stellantis prevede di aumentare comunque la produzione italiana del 50 per cento nel 2025 e di continuare a crescere fino al 2032. Ma il 2025 «sarà un anno duro, tosto, ci sarà sofferenza», ha detto Imparato.

Jean Philippe Imparato, responsabile di Stellantis per l’Europa

Jean-Philippe Imparato, responsabile di Stellantis per l’Europa (Mauro Scrobogna/LaPresse)

– Leggi anche: Nel 2025 sentiremo parlare molto di cassa integrazione

Una delle novità più attese dai sindacati è l’installazione della nuova piattaforma Stla Small, operativa dal 2028 nello stabilimento di Pomigliano d’Arco. La piattaforma è l’insieme dei componenti standard come il telaio, le sospensioni e l’alimentazione che può essere utilizzato per costruire una cosiddetta gamma di veicoli. Alla piattaforma di base vengono poi aggiunte la carrozzeria, gli interni e tutti gli altri componenti caratteristici di ogni modello.

La piattaforma Stla Small sarà la base delle auto più piccole del gruppo, le “compatte”, lunghe 3,6 metri (leggermente più corte della Fiat 500 elettrica che è lunga 3 metri e 63 centimetri). Oltre alle auto elettriche, dovrebbe servire anche a quelle ibride. L’arrivo della piattaforma Stla Small a Pomigliano è considerato importante perché riguarda i modelli più richiesti e venduti, che necessitano di una produzione massiccia e quindi di lavoro.

L’aumento della produzione, se le promesse di Imparato venissero mantenute, dovrebbe risolvere almeno in parte la crisi delle imprese fornitrici, che negli ultimi anni hanno visto diminuire e in alcuni casi azzerare la fornitura di componenti come sedili, tettucci, filtri dell’aria e dell’olio, oltre a tutti i servizi per gli stabilimenti, come la logistica. Alcune aziende sono già fallite, altre si sono spostate all’estero, migliaia di operai sono in cassa integrazione. Stellantis ha detto che dal prossimo anno farà acquisti per 6 miliardi di euro all’anno dalle aziende fornitrici in Italia.

Anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha fatto una promessa: il governo ha annunciato lo stanziamento di 1,6 miliardi di euro per la produzione di auto, di cui 1,1 miliardi a disposizione già nel 2025 per sostenere la transizione verso l’elettrico.

I sindacati, ormai abituati alle promesse mancate degli ultimi anni, hanno accolto l’annuncio del piano di Stellantis con una soddisfazione moderata. Hanno però precisato che non è stata data risposta ad alcuni chiarimenti chiesti sul futuro di Maserati e sulla costruzione di una gigafactory a Termoli, in Molise, cioè un impianto per produrre le batterie dei veicoli elettrici. Dell’apertura della gigafactory si parla da tempo e l’obiettivo iniziale era di metterla in funzione per aprile del 2026, con 1.800 assunzioni: lo scorso giugno ACC – una società costituita appositamente da Mercedes-Benz, TotalEnergies e Stellantis – aveva comunicato il rinvio del progetto.