Il programma di omicidi mirati dei servizi segreti ucraini
Da oltre due anni colpisce politici, blogger e militari in Russia, con ambizioni crescenti: il generale Kirillov è l'ultimo e più importante dei suoi obiettivi
È praticamente certo che a uccidere a Mosca il generale russo Igor Kirillov, capo dell’unità di Difesa radiologica, chimica e biologica delle forze armate russe, siano stati i servizi segreti ucraini (Sbu). Il governo ucraino non ha confermato, come succede in questi casi, ma ci sono pochi dubbi che sia così, considerate anche operazioni simili passate che l’Sbu aveva già compiuto contro persone russe individuate come obiettivi da colpire. Dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, l’Sbu ha ucciso blogger, politici e militari russi, utilizzando con ogni probabilità la collaborazione di cittadini russi contrari alla guerra e oppositori del regime.
L’acronimo Sbu stanno per Sluzhba bezpeky Ukrainy, Servizio di sicurezza ucraino, e il compito principale dell’agenzia dall’inizio della guerra è stato quello di scoprire e neutralizzare piani di sabotaggio e spionaggio del servizio segreto russo, la Fsb. La sua attività non è però solo difensiva: dal 2022 ha portato a termine una serie di uccisioni mirate, seppur non rivendicandole mai ufficialmente.
L’Ucraina ritiene queste operazioni “legittime” nel contesto della guerra in corso, e le giudica importanti per intimorire la Russia e per rivendicare successi di fronte all’opinione pubblica interna. Con l’omicidio di Kirillov, l’Sbu ha colpito un importante esponente dell’esercito russo a Mosca, a mille chilometri di distanza dal fronte, dimostrando che la sua efficacia è notevolmente cresciuta negli ultimi due anni e mezzo.
Nell’agosto del 2022 la giornalista russa Darya Dugina, figlia di Alexander Dugin, politico e filosofo dell’estrema destra russa, fu uccisa dall’esplosione della sua auto su cui era stata collocata una bomba. L’intelligence statunitense ritenne che l’omicidio fosse stato ordinato dall’Sbu, che ha sempre negato.
Alcuni mesi dopo, ad aprile del 2023, il blogger militare filoputiniano Vladlen Tatarsky fu ucciso dall’esplosione di una statuetta che aveva ricevuto in dono da una donna, Darya Trepova, durante un incontro con dei fan in un bar di Mosca. Trepova è russa: è stata condannata a 27 anni di carcere, ha detto di aver agito su indicazioni di un agente ucraino e di aver creduto che nella statuetta ci fosse un microfono.
A luglio del 2023 fu ucciso mentre correva in un parco a Krasnodar il capitano della Marina Stanislav Rzhitsky, probabilmente sfruttando le informazioni raccolte da una app in cui registrava i suoi allenamenti. A novembre fu ucciso con un’autobomba a Belgorod (in Russia) Oleksandr Slisarenko, che aveva collaborato con gli invasori russi nella città ucraina di Karkhiv.
A dicembre del 2023 Ilya Kyva, ex parlamentare ucraino che aveva sposato la causa russa, fu ucciso con due colpi di pistola fuori dal suo hotel in una città nei dintorni di Mosca, da un uomo mai identificato.
Il 9 dicembre di quest’anno un’autobomba ha ucciso a Donetsk (nel Donbass) Sergei Yevsyukov, direttore russo di un carcere dove erano detenuti prigionieri di guerra ucraini: Yevsyukov era stato accusato dal governo ucraino di “tortura di massa”. La settimana scorsa uno scienziato missilistico russo, Mikhail Shatsky, responsabile di alcune modifiche sui missili Kh-59 e Kh-69 per renderli più efficaci negli attacchi all’Ucraina, è stato ucciso in un bosco nei dintorni di Mosca. Quest’operazione è stata inusualmente rivendicata dall’Sbu.
Tutte queste operazioni sono state attribuite all’Sbu. Le informazioni su come siano state realizzate sono molto parziali, ma si sa che in alcuni casi sono stati utilizzati agenti provenienti dall’Ucraina: Natalia Vovk entrò in Russia dall’area di Donetsk per assemblare e posizionare la bomba che uccise Dugina. In altre operazioni è stata utilizzata la collaborazione di persone russe, individuandole nei settori di opposizione al regime, istruendole e sostenendole. È un’attività molto complessa, considerati l’alto livello di controllo dei cittadini e di repressione del dissenso attuati dal regime di Vladimir Putin.
Per l’ultimo omicidio, quello del generale Kirillov, è stato arrestato un uomo uzbeko, che la polizia russa sostiene sia stato reclutato da un agente ucraino, in cambio di denaro.
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