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  • Mercoledì 18 dicembre 2024

Israele vuole rimanere nel territorio siriano che ha appena occupato

Netanyahu aveva definito l'occupazione delle alture del Golan al confine con la Siria «temporanea», ora sembra avere cambiato idea

Un veicolo militare israeliano al confine tra Israele e Siria
Un veicolo militare israeliano al confine tra Israele e Siria (AP Photo/Matias Delacroix)
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Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è entrato martedì nei territori della Siria che Israele ha occupato militarmente pochi giorni fa, e ha detto che l’esercito israeliano manterrà a lungo la propria presenza militare nell’area. Netanyahu aveva definito l’occupazione «temporanea e difensiva», resa necessaria dall’improvviso cambio di regime in Siria, ma martedì ha fatto capire di aver cambiato idea.

Parlando dalla sommità del monte Hermon, quasi 10 chilometri dentro il confine siriano, Netanyahu ha detto che Israele rimarrà nel territorio della Siria «finché non sarà trovato un altro accordo che garantisca la sicurezza di Israele». Una frase che sembra significare che Israele non abbia più intenzione di rispettare l’accordo con la Siria che da 50 anni regola i confini dell’area, e che per tutto il tempo che sarà necessario a trovarne un altro, se mai sarà trovato, l’esercito rimarrà sull’Hermon e sul resto del territorio siriano occupato.

Dieci giorni fa, dopo la fine del regime siriano di Bashar al Assad, Israele aveva occupato rapidamente il monte Hermon e altri territori contesi sulle alture del Golan, che fanno parte di una “zona cuscinetto” tra Israele e Siria controllata dall’ONU.

Le alture del Golan sono un territorio che Israele occupò militarmente nel 1967 durante la guerra dei Sei giorni, dopo averlo sottratto al controllo della Siria. La sistemazione attuale delle alture del Golan fu decisa tramite un accordo negoziato dall’ONU nel 1974 (dopo un’altra guerra, quella dello Yom Kippur), che prevedeva che tra il territorio occupato da Israele e la Siria fosse creata una “zona cuscinetto” di circa 400 chilometri quadrati pattugliata dall’ONU: è quella che Israele ha occupato in questi giorni.

Lunedì, appena un giorno prima delle dichiarazioni di Netanyahu, Ahmed al Sharaa (più noto come Abu Mohammed al Jolani), il capo di Hayat Tahrir al Sham, il principale gruppo di insorti che ora governa la Siria, aveva detto che il nuovo governo siriano avrebbe rispettato l’accordo del 1974, e aveva chiesto a Israele di tenere fede alla propria parte dell’accordo e di ritirarsi dalla “zona cuscinetto”.

Un elicottero israeliano sorvola la sommità del monte Hermon, il 17 dicembe 2024 (

Un elicottero israeliano sorvola la sommità del monte Hermon, il 17 dicembre 2024 (AP Photo/Matias Delacroix)

Ma martedì il ministro della Difesa israeliano, in un comunicato, ha detto che l’esercito intende costruire fortificazioni e trasferire soldati nel territorio siriano appena occupato, «per prepararsi efficacemente alla possibilità di una presenza di lungo periodo nell’area». Il ministro, Israel Katz, ha detto anche che la presenza israeliana servirà a «scoraggiare i ribelli a Damasco che mostrano una maschera moderata ma fanno parte di gruppi islamisti estremi».

Netanyahu, parlando martedì dal monte Hermon, ha detto che tornare in quel luogo lo rende «nostalgico» dei tempi del suo servizio militare: «Ero qui 53 anni fa con i miei soldati durante una pattuglia dell’esercito. Questo posto non è cambiato, è lo stesso posto, ma la sua importanza per la sicurezza di Israele è soltanto aumentata negli anni recenti, soprattutto nelle ultime settimane, con gli eventi drammatici che stanno avvenendo qui sotto di noi in Siria».

Con i suoi 2.814 metri, il monte Hermon è uno dei più alti del Medio Oriente. Domina dall’alto tanto Israele quanto la Siria, e si trova a circa 60 chilometri da Damasco: per questo ha da sempre un valore strategico.