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  • Martedì 17 dicembre 2024

Il video della CNN girato nella prigione di Damasco non è quello che sembrava

L'uomo trovato in una cella dalla rispettata giornalista Clarissa Ward non era un prigioniero, ma un tenente dell'intelligence assadista

(CNN)
(CNN)
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Da giorni si sta discutendo di un video diffuso il 12 dicembre dalla rete statunitense CNN, girato in una prigione di Damasco poco dopo la fine del regime di Bashar al Assad. Il video riprende la nota e rispettata giornalista statunitense Clarissa Ward entrare in una cella della prigione e trovare un uomo che si presenta, e viene presentato, come un prigioniero che non sapeva della fine del regime, e che per qualche ragione era rimasto nella cella nonostante la già avvenuta liberazione della prigione. Ward ha presentato quel momento come «uno dei più straordinari» a cui avesse assistito nella sua lunga carriera da inviata di guerra.

Fin da subito però alcuni utenti sui social avevano sollevato dubbi sull’attendibilità del video, facendo notare come alcuni elementi del racconto dell’uomo sembrassero inverosimili. Ora CNN stessa ha scritto, sulla base di interviste con persone siriane e dell’analisi di una sua foto, che il prigioniero in questione non era un civile (come lui stesso aveva dichiarato) ma un ex tenente del reparto di intelligence dell’aviazione durante il regime di Assad.

– Leggi anche: Cosa ci dice il documento dell’intelligence siriana che parla dell’Italia

Il video inizia con Ward che entra in una «prigione segreta» a Damasco. Ward dice di stare cercando Austin Tice, un giornalista statunitense rapito in Siria nel 2012 di cui non si hanno notizie da anni. A un certo punto Ward entra in una cella insieme a quattro persone, tra cui l’operatore della telecamera e un uomo armato che è presentato come un «combattente», ossia un membro delle forze antiassadiste. Per terra, vicino al muro, trovano un uomo sotto una coperta nera: quando il gruppo entra nella stanza l’uomo si alza in piedi e alza le mani dicendo di essere «un civile». Prende la mano di Ward, visibilmente scossa, e i due iniziano a camminare per uscire dalla prigione.

L’uomo dice (in arabo, ma le informazioni sono tradotte da Ward con la voce fuoricampo) che quella era la terza prigione nel quale l’avevano portato negli ultimi tre mesi, e di essere stato confinato in celle senza finestre. Una volta usciti all’aperto sembra sollevato nel vedere la luce del sole e abbraccia Ward e l’uomo armato. Si siede e gli viene dato da mangiare. Solo a quel punto l’uomo armato gli comunica che la Siria è stata liberata da Assad: lui sembra scioccato.

Il prigioniero dice di chiamarsi Adel Ghurbal e di essere originario della città di Homs, nella parte occidentale della Siria. Sostiene di essere stato catturato dagli uomini dell’intelligence assadista: loro l’avrebbero interrogato per qualcosa che riguardava il suo telefono (non dà altri dettagli) e poi l’avrebbero portato a Damasco.

Alla fine del video si vedono arrivare i paramedici della Mezzaluna Rossa siriana, che portano via l’uomo per offrirgli assistenza medica.

Molti utenti avevano notato che alcuni elementi non combaciavano con il racconto dell’uomo. Per esempio, l’uomo aveva vestiti relativamente puliti e non rovinati, un fatto strano per qualcuno che aveva passato tre mesi nel durissimo sistema carcerario assadista. Inoltre non sembrava avere problemi ad affrontare la luce del sole una volta uscito dalla prigione, nonostante avesse raccontato di essere rimasto al buio per molto tempo. Sembrava in generale in un buono stato di salute.

Negli ultimi giorni è venuto fuori che l’uomo aveva mentito sulla sua identità. A scoprirlo per primo è stato il sito Verify-Sy, un progetto di fact-checking siriano, che ha scritto che l’uomo si chiama in realtà Salama Mohammad Salama (chiamato anche Abu Hamza): non è un civile ma un ex tenente dell’intelligence dell’aviazione sotto il regime di Assad, che abitava a Homs.

Le persone del suo quartiere hanno detto ai giornalisti di Verify-Sy che Salama gestiva diversi checkpoint di Homs e si era reso responsabile di alcuni episodi di furto ed estorsione, oltre ad avere obbligato alcuni residenti a diventare informatori del regime. La sua incarcerazione sarebbe stata dovuta a una disputa sulla divisione dei profitti ricavati dalle estorsioni, e sarebbe durata meno di un mese, secondo i residenti.

Anche CNN ha parlato con i residenti locali: il 16 dicembre ha scritto che, in base alle loro testimonianze, l’uomo del video è Salama ed era un tenente delle forze assadiste. CNN ha anche ottenuto una foto di Salama seduto a un tavolo in quello che sembra un ufficio governativo, e ha verificato con un software di riconoscimento facciale che quella persona era proprio la stessa del video.

Del video si è parlato anche perché Ward è considerata una giornalista inviata di guerra molto autorevole. Ha 44 anni, lavora a CNN dal 2015 e negli anni è stata più volte in Siria per seguire la guerra civile iniziata nel 2011 e finita lo scorso 8 dicembre. Ha lavorato anche in Afghanistan, per esempio dopo il caotico ritiro degli Stati Uniti nel 2021, e in Ucraina dopo l’invasione della Russia.

Come detto, CNN ha pubblicato sul proprio sito la rettifica e ha aggiunto un disclaimer alla fine del video per darne conto.

Il disclaimer aggiunto da CNN alla fine del servizio di Clarissa Ward (CNN)