Ci vorrà ancora un bel po’ per tirare fuori Ottavia Piana
I soccorritori sono quasi arrivati a metà del percorso verso l’uscita della grotta, dopo più di due giorni di lavoro
Il soccorso alpino e speleologico ha stimato che serviranno dalle 36 alle 48 ore per portare fuori dalla grotta Ottavia Piana, la speleologa ferita dopo essere caduta all’interno dell’abisso Bueno Fonteno, un sistema di grotte e gallerie sotterranee tra la val Cavallina e il lago d’Iseo, in provincia di Bergamo. Se tutto andrà come previsto, Piana verrà portata fuori tra la sera di mercoledì e le prime ore di giovedì.
Le operazioni di soccorso sono iniziate sabato sera. Piana, che ha 32 anni, è un’esperta speleologa del CAI (Club Alpino Italiano) di Lovere. Stava partecipando a una delle tante spedizioni organizzate per esplorare e mappare l’abisso Bueno Fonteno. Già un anno fa aveva avuto un incidente, sempre nella stessa grotta: era stata recuperata dopo circa due giorni.
Sabato si trovava a quasi 600 metri di profondità in un tratto di grotta inesplorato, insieme ad altri nove speleologi: mentre stava risalendo una forra – una parete quasi verticale dove scorre dell’acqua – è caduta all’indietro per circa sei metri procurandosi traumi alle gambe, al torace e al viso. I medici speleologi intervenuti per assisterla sospettano che abbia delle fratture.
Il punto in cui è avvenuto l’incidente è a circa 4 chilometri dall’ingresso della grotta, ma servono 6 ore per raggiungerlo e 4 per tornare indietro. Ci si arriva attraverso meandri, cunicoli stretti e strapiombi. Due compagni di Piana sono riusciti a dare l’allarme sabato intorno alle 22, Piana era caduta intorno alle 18. A Fonteno sono arrivate le prime squadre di volontari speleologi dalla Lombardia a cui fin dalla notte tra sabato e domenica si sono aggiunti soccorritori arrivati da Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Toscana, Umbria e Veneto.
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Il recupero è lungo e complicato perché bisogna far passare la barella in passaggi stretti, a volte sollevarla con corde e imbragature per risalire pareti verticali alte diversi metri. I turni di ogni squadra durano circa 15 ore. Martedì mattina i soccorritori sono riusciti a portare Ottavia Piana fuori dal ramo secondario della grotta, quello non esplorato, raggiungendo una parte già mappata in passato.
In condizioni normali servirebbero due ore per raggiungere il ramo principale e poi un’altra mezz’ora per arrivare all’uscita. In questo caso è stato imposto un rigido programma di intervento per evitare di affaticare troppo i soccorritori e la stessa Piana: la barella viene trasportata per un’ora e mezza a cui segue un’ora di riposo.
Finora sono intervenuti 126 tecnici del soccorso alpino e speleologico. Alcuni trasportano la barella e assistono Piana, altri hanno il compito di liberare il passaggio rompendo le rocce con trapani a mano e a batteria. In alcuni punti sono state utilizzate piccole cariche esplosive. Le condizioni di Ottavia Piana, dicono i responsabili dell’operazione di soccorso, sono stabili. Viene nutrita con prodotti energetici che non sollecitano troppo lo stomaco e i medici le hanno somministrato degli antidolorifici per tenere a bada il dolore. È naturalmente affaticata e provata, ma finora è sempre stata cosciente.