L’ambientalista Paul Watson, arrestato in Danimarca, è stato liberato e non verrà estradato in Giappone
Martedì l’attivista canadese-statunitense Paul Watson, fondatore di Sea Shepherd – una delle più note e importanti associazioni contro la caccia alle balene – è stato rilasciato da una prigione danese dopo circa 5 mesi di carcere. Era stato arrestato in Groenlandia (un territorio autonomo della Danimarca) sulla base di un mandato emesso nel 2012 dal Giappone, che lo accusa tra le altre cose di essere responsabile del ferimento di un uomo dell’equipaggio di una baleniera giapponese, che nel 2010 si scontrò con una nave della Sea Shepherd. Martedì la Danimarca ha respinto la richiesta del Giappone di estradare Watson, che quindi è tornato in libertà.
Watson, che ha 74 anni, era stato arrestato a luglio a Nuuk, in Groenlandia, dove si trovava con la sua imbarcazione per fare rifornimento durante una missione. Secondo documenti visti dall’agenzia di stampa AFP, il ministero della Giustizia danese ha deciso di liberare Watson considerando il periodo che ha già passato in detenzione, il tempo che ci vorrebbe per le procedure di estradizione, il tempo trascorso dai fatti e «la natura degli atti contestati in generale».
Nonostante sia in calo da tempo, il Giappone resta uno dei primi paesi al mondo per consumo di carne di balena: se ne consumano tra le 3mila e le 5mila tonnellate all’anno, secondo le stime del ministero della Pesca. La caccia alle balene a scopi commerciali era stata interrotta nel 1986, in seguito a una moratoria imposta dall’International Whaling Commission (IWC), l’organizzazione internazionale che si occupa di regolare la caccia ai cetacei nel mondo. Nel 2018 il Giappone si era ritirato dall’IWC e nel 2019 aveva ripristinato questa pratica, sostenendo che faccia parte della propria cultura e che venga portata avanti a scopo di ricerca scientifica. La caccia alle balene viene praticata anche in Groenlandia e nelle isole Faroe, due territori del Regno di Danimarca.