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  • Martedì 17 dicembre 2024

Lo smantellamento della Geo Barents, foto per foto

Da scorrere prima o dopo avere ascoltato l'episodio speciale della "Nave", il podcast del Post realizzato a bordo

(MSF/Stefan Pejovic)
(MSF/Stefan Pejovic)
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In questi giorni nel porto di Augusta, in Sicilia, sono in corso le operazioni di smantellamento della Geo Barents, la nave che l’ong internazionale Medici Senza Frontiere utilizzava dal 2021 per soccorrere i migranti nel Mediterraneo. Medici Senza Frontiere racconta di lasciare la Geo Barents per via delle misure sempre più ostili del governo italiano nei confronti delle ong. Nei prossimi mesi sposterà le proprie operazioni su una nave più piccola e meno costosa.

La Geo Barents non è di proprietà dell’ong. Entro fine gennaio deve restituirla all’armatore, cioè alla società che gliel’aveva affittata.

L’equipaggio quindi sta rimuovendo tutte le cose che servivano per soccorrere e curare le persone. Le operazioni sono state raccontate in una puntata speciale del podcast La Nave, che era stato realizzato proprio sulla Geo Barents nel marzo del 2023: la trovate qui.

(MSF/Stefan Pejovic)

Alcuni oggetti sono stati buttati, altri verranno donati – come il cibo in scadenza – la maggior parte finirà in un magazzino in Sicilia in attesa di essere portato sulla nuova nave.

Fra i primi oggetti a essere stati destinati al magazzino ci sono stati i giubbotti salvagente. A bordo della Geo Barents ce n’erano circa 640, di cui 50 per bambini e 10 per neonati, che corrispondono più o meno alla capienza totale della nave. Per contarli tutti sono stati disposti nel principale ponte scoperto, nella parte posteriore della nave, dove venivano ospitati gli uomini fra le persone soccorse: le donne e i bambini venivano messi in un ponte scoperto al piano di sopra, più piccolo.

(MSF/Stefan Pejovic)

Dopo la conta, i giubbotti sono anche stati lavati uno a uno.

(MSF/Stefan Pejovic)

E lasciati asciugare.

(MSF/Stefan Pejovic)

(MSF/Stefan Pejovic)

Essendo morbidi, i giubbotti salvagente sono stati stipati in grossi sacchi di plastica bianchi che contengono altri oggetti che difficilmente si possono rompere durante il trasporto, come i guanti del team di ricerca e soccorso e le mute da immersione per cercare eventuali corpi sott’acqua.

(MSF/Stefan Pejovic)

Gli oggetti più fragili invece sono stati riposti in scatoloni da trasloco da 60 centimetri per 80, che in questi giorni affollano quasi ogni ambiente della Geo Barents. Dentro agli scatoloni ci è finito di tutto, compreso il kit per tagliare i capelli alle persone soccorse.

(MSF/Stefan Pejovic)

Gli oggetti più voluminosi da portare via sono i due gommoni semirigidi con cui l’equipaggio raggiungeva fisicamente le imbarcazioni in difficoltà (il movimento della Geo Barents creava delle onde che avrebbero messo in difficoltà imbarcazioni strapiene di gente e in pessime condizioni). In questi giorni verranno sgonfiati, smontati, impacchettati e portati a bordo di un camion dai loro produttori, dove si farà qualche manutenzione.

Intanto sono stati lavati da cima a fondo.

(MSF/Stefan Pejovic)

Poi sono stati messi negli scatoloni anche i moltissimi e piccolissimi pezzi di ricambio dei due gommoni, contenuti nei cassetti del cosiddetto “laboratorio” del team di ricerca e soccorso.

(MSF/Stefan Pejovic)

I bagni chimici che erano disponibili per le persone soccorse verranno invece segati via dai loro piedistalli – un lavoraccio – e riutilizzati in altri progetti di Medici Senza Frontiere in giro per il mondo.

(MSF/Stefan Pejovic)

Gli oggetti in assoluto più delicati da spostare sono i farmaci. Per i vaccini non si può interrompere la catena del freddo: serviranno appositi contenitori refrigerati. I farmaci ordinari sono già stati impacchettati insieme al resto dell’attrezzatura medica: la clinica di bordo, situata una rampa di scala sopra il principale ponte scoperto, ora è praticamente vuota.

(MSF/Stefan Pejovic)

Le operazioni di smantellamento sono state gestite quasi interamente dai dipendenti di Medici Senza Frontiere. L’equipaggio marittimo della nave – il capitano, gli ufficiali, i marinai, gli idraulici ed elettricisti – sono rimasti a bordo, in attesa che la nave possa ripartire. Intorno alla fine di gennaio dovrebbe salpare per Gibilterra.

(MSF/Stefan Pejovic)