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  • Martedì 17 dicembre 2024

Il significato della cravatta cambia in base a chi la indossa

Nella moda maschile più formale stava sparendo, motivo per cui è stata recuperata con spirito diverso: per le donne poi è sempre stata un'altra storia

Bella Hadid con la cravatta alla sfilata di Saint Laurent, Parigi, 24 settembre 2024
(Francois Durand/Getty Images)
Bella Hadid con la cravatta alla sfilata di Saint Laurent, Parigi, 24 settembre 2024 (Francois Durand/Getty Images)
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Nel 2022 circolò molto una foto in cui i leader dei paesi del G7 indossavano un completo con la camicia sbottonata e senza la cravatta. Per molti fu la prova definitiva che la cravatta non la portava più nessuno, visto che per incontrarsi non la mettevano neanche politici come Mario Draghi, Emmanuel Macron e Joe Biden. Su Twitter il giornalista esperto di moda maschile Derek Guy scrisse che «la cravatta è morta» e anche il Post ci dedicò un articolo.

Gli allora leader del G7 in Germania, 26 giugno 2022 (AP Photo/Martin Meissner)

Quella foto fu vista anche da Will Welch, direttore globale del sito di moda maschile GQ, proprio mentre indossava una cravatta. Lo faceva abitualmente dalla fine della pandemia «per iniettare un po’ di rigore nelle mie giornate dopo tanta incertezza» e l’immagine lo convinse del tutto: «qualsiasi cosa facciano questi tizi, io farò l’opposto». Secondo lui «oggi la cravatta non si indossa più in così tanti posti dove prima lo si faceva che indossarla in modo informale è piuttosto punk».

Probabilmente è per questo che negli ultimi due anni alcune aziende di moda hanno proposto le cravatte nelle collezioni da uomo. Non quelle classiche a righe o dalle fantasie un po’ cringe, ma versioni più raffinate, con abbinamenti inusuali: Prada ha rispolverato quella sottile e nera in voga negli anni Sessanta, Giorgio Armani l’ha resa simile a un foulard e il marchio italiano MSGM l’ha accostata allo stile da cowboy.

La tendenza è continuata: nel gennaio del 2024 Prada l’ha riproposta, Gucci l’ha trasformata in una striscia di tessuto legata a un collare sadomaso e a settembre Bottega Veneta l’ha scelta in pelle o ridotta a un cordino stropicciato. Sempre a gennaio Imran Ahmed, fondatore del sito di moda Business of Fashion, scrisse che «il ritorno della cravatta era una delle tendenze più inaspettate» alle sfilate.

Il look che ha aperto la sfilata della collezione primavera/estate 2025 dello statunitense Willy Chavarria, che nel 2023 ha vinto il premio come miglior stilista da uomo della Camera della moda americana

Nella vita di ogni giorno, però, le cravatte da uomo sono ancora qualcosa che si indossa se costretti al lavoro e per le occasioni formali. Sono soprattutto un simbolo reazionario e conservatore che ci si batte per abolire e probabilmente l’elemento più detestato dell’abbigliamento maschile.

È una fine curiosa, visto che per molto tempo la cravatta è stata tra i pochi accessori che gli uomini avevano per far trapelare la propria personalità. Oggi ci sono molte più opzioni – il taglio di capelli, il modello di sneaker, le magliette, persino i gioielli – e questo, scrive il Washington Post, potrebbe aver indebolito quella che per decenni è stata la ragion d’essere della cravatta.

C’è chi, come Welch, la considera anticonformista ma, a meno di portarla in modo punk (strappata, bruciata o allentata, per colpire il mondo borghese che rappresenta), è associata a una visione un po’ compassata, trasmette un’idea di eleganza classica o un po’ da dandy, da narcisista che si vuole distinguere dalla massa.

Se però è una donna a indossarla, il significato si ribalta: dà subito un’idea di forza e sovversione. Succede perché è uno dei simboli dell’abbigliamento maschile che le donne iniziarono a indossare come gesto di sfida. Tra le prime ci furono le suffragiste a fine Ottocento – per loro era un simbolo di parità –, poi le cosiddette Gibson Girl, ragazze alla moda di fine Ottocento e inizio Novecento dallo stile femminile e mascolino insieme, e la scrittrice francese George Sand, che si vestiva da uomo. Lo stesso faceva l’attrice tedesco-statunitense Marlene Dietrich negli anni Trenta, mentre la stilista francese Coco Chanel adattò alle donne alcuni capi da uomo, come i pantaloni e le cravatte. Tra le donne, insomma, la cravatta è stata sempre un simbolo di liberazione e una sfida al patriarcato.

Negli anni Settanta fu lo stilista francese Yves Saint Laurent a vestire le donne con abiti maschili: la giacca safari, lo smoking e a volte la cravatta, anche se preferiva far indossare alle modelle dei fiocchi o dei papillon, spiega Irene Festa, docente di moda e fondatrice dell’agenzia di previsioni di tendenze Fractals. Festa aggiunge che «la prima apparizione di massa» di una donna con la cravatta è nel film Io e Annie (1977) di Woody Allen, dove l’attrice Diane Keaton indossa abiti che ha scelto personalmente – anche contro il parere della costumista del film – per creare un personaggio che si veste da uomo non per rivendicare qualcosa, ma semplicemente per un gusto un po’ strambo e divertito.

Una scena del film <em>Io e Annie</em> con Diane Keaton, che ha la cravatta, e Woody Allen

Una scena del film Io e Annie con Diane Keaton e Woody Allen (Courtesy Everett Collection)

Negli anni Ottanta le donne indossavano la cravatta, e in generale l’abito maschile, per entrare nel mondo del lavoro e dimostrare che valevano quanto i colleghi uomini. In questo periodo si diffuse anche la Lavallière, che nell’Ottocento era considerata un tipo di cravatta: una specie di fiocco legato morbidamente al collo, portato spesso dall’ex prima ministra britannica Margaret Thatcher e, recentemente, da Kamala Harris.

Una foto di Kamala Harris con una cravatta Lavallière alla convention del Partito Democratico, Chicago, Illinois, 22 agosto 2024

Kamala Harris con una cravatta Lavallière alla convention del Partito Democratico, Chicago, Illinois, 22 agosto 2024 (AP Photo/J. Scott Applewhite)

Nel marzo del 2023 l’allora direttore creativo di Valentino, Pierpaolo Piccioli, presentò una collezione da donna chiamata “Black tie” dove tutti i look avevano una cravatta sottile, nera, bianca o color crema.

Da allora la cravatta si è vista in altre sfilate e indossata da influencer e attrici, anche se secondo Festa la tendenza sarebbe iniziata con l’attrice Jenna Ortega, che ce l’ha nella serie tv Mercoledì, uscita nel novembre del 2022, e in molte altre occasioni.

Poi l’hanno indossata la rapper americana Kelly Rowland, il gruppo musicale Boygenius ai premi Grammy del 2024, la modella Hailey Bieber e l’attrice Zendaya al torneo di tennis di Wimbledon, in Inghilterra.

Una foto dove Zendaya indossa una cravatta al torneo di tennis di Wimbledon, Inghilterra, 14 luglio 2024

Zendaya indossa una cravatta al torneo di tennis di Wimbledon, Inghilterra, 14 luglio 2024 (Clive Brunskill/Getty Images)

A marzo il marchio francese Schiaparelli ha presentato una cravatta a forma di treccia di capelli che poi si è vista molto online, sulle riviste di moda, indossata da attrici e influencer.

È stata soprattutto la sfilata di settembre del marchio francese Saint Laurent a dare risalto alla cravatta: c’era in tanti completi maschili, compreso quello indossato dalla modella Bella Hadid, che sfilava per la prima volta dopo due anni. Il momento era atteso dagli appassionati di moda ed è stato condiviso molto sui social.

Oggi la cravatta ha un significato diverso e, come nota anche il Guardian, è indossata soprattutto per minare le idee tradizionali di femminilità e mascolinità e per sfidare le norme sul genere, un po’ come nel famoso servizio fotografico Unilook, dove un modello e una modella indossano lo stesso completo con cravatta; fu realizzato nel 1971 dal fotografo Oliviero Toscani per la rivista L’Uomo Vogue.

Ora i siti di moda consigliano di portarla con gonne lunghe o mini e con abiti oltre che con il completo dal taglio maschile, un po’ come fa Willa Bennett, direttrice delle riviste Cosmopolitan e Seventeen e appassionata di cravatte: nel 2022, scriveva Vogue, ne aveva già più di 100.