Che posto è Mayotte
È un arcipelago nell'oceano Indiano governato dalla Francia, che sabato è stato devastato da un ciclone
Sabato un ciclone molto forte ha causato grossi danni a Mayotte, un arcipelago fra Mozambico e Madagascar, nell’oceano Indiano, governato dalla Francia dalla metà dell’Ottocento. È il dipartimento più povero della Francia (e dell’Unione Europea), ma migliaia di persone vi immigrano ogni anno dai paesi vicini: dato che molti di loro sono senza documenti è molto complicato sapere con precisione quante persone sono morte o disperse a causa del ciclone. I morti accertati sono 14, ma secondo il prefetto del dipartimento sono morte quasi certamente diverse centinaia di persone.
L’arcipelago di Mayotte è formato da due isole principali, Grande Terre e Petite Terre, e altre disabitate o quasi: copre una superficie di 374 chilometri quadrati, più o meno il doppio del comune di Milano, e ha una popolazione di circa 300mila persone. Fa parte di un arcipelago più grande, quello delle Comore, formato da altre tre isole principali che assieme costituiscono l’Unione delle Comore, uno stato indipendente dal 1975 che rivendica la sovranità anche su Mayotte. Le Comore sono il principale paese d’origine delle persone che arrivano nell’arcipelago, assieme ad altri stati dell’Africa Orientale.
Le isole sono di origine vulcanica e sono circondate da una barriera corallina, che delimita un tratto di mare attorno alle isole dove le acque sono più calme rispetto all’oceano. La popolazione si concentra essenzialmente sulle coste: il 40 per cento delle abitazioni è costituito da baracche di lamiera, il 30 per cento è privo di acqua corrente e in generale molte infrastrutture sono fragili e precarie, cosa che ha aggravato gli effetti del ciclone. L’entroterra invece è collinare (la cima più alta è attorno ai 660 metri) e meno abitato.
La principale fonte di reddito sono gli impieghi pubblici dell’amministrazione francese, e i sussidi governativi danno un sostegno molto importante all’economia locale. Vi si coltivano inoltre molte piante aromatiche, fra cui la più diffusa è l’ylang-ylang: per questo è nota anche come “l’isola dei profumi”. Oltre tre quarti della popolazione vivono sotto la soglia di povertà francese, e il reddito mediano annuo è attorno ai 3mila euro, mentre nella Francia complessivamente è di circa 23mila euro. L’avanzato sistema di welfare francese attira comunque moltissime persone dai paesi vicini, in gran parte ancora più poveri.
Petite Terre è molto più piccola di Grande Terre, ma la sua densità di popolazione è molto alta (è analoga a quella del comune di Roma). Lì si trovano Dzaoudzi, il vecchio capoluogo di Mayotte e dell’amministrazione francese delle Comore (fino al 1975), e il principale aeroporto dell’arcipelago. I danni causati dal ciclone alle torri di controllo al momento impediscono agli aerei civili di atterrarvi: possono farlo solo quelli militari, con conseguenti problemi per l’arrivo di aiuti umanitari e operatori di emergenza.
Anche la grande distanza dell’arcipelago rispetto agli altri territori francesi complica le operazioni: quello più vicino è la piccola isola della Riunione, distante circa 1.400 chilometri. Il ministro dell’Interno francese Bruno Retailleau è arrivato sul posto e ha detto che il governo ha inviato 1.600 agenti tra polizia ed esercito, oltre un centinaio di vigili del fuoco, aerei e navi militari con personale e forniture mediche e sangue per fare trasfusioni.
Le lingue parlate sono principalmente tre: il francese è l’unica lingua ufficiale, ma è parlata più che altro come una seconda lingua. La maggioranza degli abitanti parla in maorese (o shimaoré), una lingua affine allo swahili, diffuso in Africa Orientale, mentre una minoranza parla lo shibushi, una variante del malgascio, una delle lingue del Madagascar.
I primi insediamenti umani sull’arcipelago furono fra l’ottavo e il nono secolo dopo Cristo, più meno all’epoca di Carlo Magno in Europa. A stabilirsi per primi furono probabilmente persone provenienti dall’Africa continentale, a cui in seguito si aggiunsero navigatori di origine araba, che portarono a Mayotte la religione musulmana, seguita tuttora da quasi tutta la popolazione.
Sulle varie isole delle Comore si formarono nei secoli successivi dei sultanati indipendenti e spesso in conflitto fra loro: nel 1841 dopo una serie di lotte per il controllo di Mayotte, il sultano che la controllava vendette l’arcipelago ai francesi per ottenere protezione dagli attacchi esterni. In seguito la Francia acquisì la sovranità anche sulle altre isole vicine, che nel 1946 divennero un unico territorio di oltremare francese.
Il movimento indipendentista che si era sviluppato nel frattempo era relativamente meno radicato a Mayotte, sede dell’amministrazione e dei principali investimenti francesi, rispetto alle altre isole. Nel 1974 fu organizzato un referendum con cui gli abitanti dell’arcipelago avrebbero potuto ottenere l’indipendenza: in totale più del 90 per cento dei votanti decise di lasciare la Francia, ma a Mayotte lo fece solo circa il 36 per cento, mentre la maggioranza decise di rimanere sotto l’amministrazione francese. La Francia decise quindi di mantenere la sovranità su Mayotte, nonostante le ripetute proteste del governo delle Comore.
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