Il leader del partito al governo in Corea del Sud si è dimesso a causa dell’impeachment del presidente
In Corea del Sud Han Dong-hoon si è dimesso da presidente del Partito del Potere Popolare (il partito al governo del paese, di destra). Han lo ha deciso dopo l’approvazione, da parte del parlamento, dell’impeachment del presidente Yoon Suk-yeol, chiesto dalle opposizioni per via della criticatissima decisione di Yoon di imporre nel paese la legge marziale, durata meno di sei ore.
Per l’impeachment sono stati decisivi i voti favorevoli di diversi esponenti del Partito del Potere Popolare. Il voto, che è stato sabato, era il secondo nel giro di una settimana: il primo voto era stato boicottato dai parlamentari del partito di Yoon, e proprio Han era stato tra i maggiori sostenitori del boicottaggio. Nel frattempo era emerso che Han era tra diversi politici che Yoon aveva ordinato di arrestare durante la breve durata della legge marziale. Alla seconda votazione Han aveva quindi cambiato idea, e invitato i parlamentari del Partito del Potere Popolare a votare a favore dell’impeachment.
Han, che in passato era stato ministro della Giustizia e uno stretto alleato di Yoon, ha detto di aver «provato in tutti i modi possibili a trovare un percorso diverso dall’impeachment che fosse migliore per questo paese», e ha sostenuto di non esserci riuscito. Dopo l’approvazione dell’impeachment, Yoon è stato sospeso e sostituto da un presidente ad interim, il primo ministro Han Duck-soo. Perché venga rimosso definitivamente servirà un giudizio della Corte costituzionale, che ha sei mesi di tempo per confermare o respingere l’impeachment. Servono sei voti favorevoli dei giudici della Corte su nove, ma al momento l’organo non è al completo: il parlamento deve ancora sostituire tre membri della corte che sono andati in pensione.