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  • Lunedì 16 dicembre 2024

Il ciclone a Mayotte potrebbe aver causato centinaia di morti

Avere un conteggio ufficiale sarà molto complicato, anche perché nell'arcipelago francese nell'oceano Indiano vivono decine di migliaia di migranti irregolari

(UIISC7/Securite civile via AP)
(UIISC7/Securite civile via AP)
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Non c’è ancora un bilancio definitivo sul numero di persone morte a causa del violento ciclone tropicale che sabato ha colpito l’arcipelago di Mayotte, territorio d’oltremare francese che si trova nell’oceano Indiano, fra il Madagascar e il Mozambico: al momento i morti accertati sono 14, ma secondo le autorità locali potrebbero essere diverse centinaia, se non addirittura migliaia.

Il conteggio dei morti è complicato anche dalle difficoltà dei servizi di emergenza a effettuare i soccorsi e in generale a lavorare: a Mayotte mancavano regolarmente elettricità e acqua corrente anche prima del ciclone, che ora ha danneggiato varie infrastrutture tra cui l’aeroporto.

Francois-Xavier Bieuville, prefetto locale, ha detto di ritenere che i morti nell’arcipelago a causa del ciclone siano «certamente diverse centinaia» e ha aggiunto che «probabilmente arriveremo a migliaia o anche diverse migliaia». I feriti al momento sono quasi 250, alcuni dei quali in condizioni critiche: il ciclone ha danneggiato anche l’ospedale, in parte allagato, oltre ad aver «totalmente distrutto» molte abitazioni, ha detto Bieuville.

Sapere esattamente il numero di morti è difficile anche perché nell’arcipelago di Mayotte decine di migliaia di persone vivono irregolarmente. Sono soprattutto migranti: non essendo registrati come cittadini o residenti in quel luogo è come se formalmente non esistessero, e quindi solo in caso di ritrovamento dei corpi la loro morte verrebbe inserita nei conteggi ufficiali. Secondo le stime del ministero dell’Interno francese i migranti irregolari sono circa 100mila. A Mayotte vivono inoltre soprattutto persone di religione musulmana, il cui rito prevede la sepoltura a 24 ore dalla morte: è quindi probabile che molti corpi vengano seppelliti prima che i soccorsi sappiano della loro esistenza.

Il ciclone tropicale che ha colpito l’arcipelago di Mayotte sabato ha causato piogge molto intense e raffiche di vento molto forti: secondo il servizio meteorologico francese è la tempesta più forte ad aver colpito l’area negli ultimi 90 anni. L’arcipelago occupa una superficie di 374 chilometri quadrati, più o meno una volta e mezza l’isola d’Elba: con oltre il 77 per cento di abitanti sotto la soglia di povertà, è la regione più povera tra i dipartimenti e i territori della Francia, che la colonizzò nel 1843 e oggi continua ad amministrarla.

Proprio per via della sua povertà, l’arcipelago subisce particolarmente le conseguenze di eventi meteorologici di questo tipo: gran parte delle abitazioni sono baracche e molte infrastrutture sono fragili e precarie.

Il ministro dell’Interno francese Bruno Retailleau ha detto che i venti dei ciclone, che hanno raggiunto i 226 chilometri orari, hanno «completamente distrutto» le molte baraccopoli dell’arcipelago, hanno fatto crollare pali della luce, sradicato alberi e divelto pareti di diverse abitazioni. Case, scuole, moschee e ospedali sono stati allagati, e al momento circa 15mila abitazioni sono senza corrente e con limitato accesso alle linee telefoniche, anche per fare chiamate di emergenza. I pontili del porto di Mamoudzou, la capitale dell’arcipelago, sono stati distrutti, e le barche affondate.

I soccorsi al lavoro sull'arcipelago

I soccorsi al lavoro sull’arcipelago (UIISC7/Securite civile via AP)

Il ministero dell’Interno francese ha detto che sono stati inviati sull’arcipelago circa 1.600 agenti tra polizia ed esercito, oltre un centinaio di vigili del fuoco, aerei e navi militari con personale e forniture mediche e sangue per fare trasfusioni. Mancano però molte infrastrutture necessarie per effettuare i soccorsi in maniera efficace: l’aeroporto è stato danneggiato, gli ospedali sono allagati e manca in maniera cronica l’acqua corrente. Al momento solo il 30 per cento del principale ospedale dell’arcipelago è utilizzabile.

Negli ultimi anni, inoltre, non ci sono stati investimenti per migliorare le condizioni dell’arcipelago, dove nel frattempo ci sono state violenze e tensioni dovute alla nascita e al rafforzamento di varie bande criminali locali.