Israele vuole raddoppiare il numero di coloni nelle alture del Golan
È l'altopiano al confine con la Siria che occupa dal 1967, e dove ora sta intensificando le attività approfittando della confusione
Domenica il governo israeliano ha approvato un piano per raddoppiare il numero di coloni che abitano nelle alture del Golan, un altopiano di circa 1.800 chilometri quadrati che l’esercito israeliano occupa dal 1967, dopo averlo sottratto al controllo della Siria. Attualmente le alture sono abitate da circa 50mila persone, divise tra 30mila israeliani – i cui insediamenti sono considerati illegali dalla comunità internazionale – e 20mila siriani, la maggior parte dei quali drusi, una minoranza religiosa non musulmana.
Il governo del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha stanziato l’equivalente di 11 milioni di dollari per il piano, che ha definito un progetto di «sviluppo demografico». «Rafforzare il Golan significa rafforzare lo stato di Israele, ed è particolarmente importante in questo momento», ha detto. L’iniziativa è stata criticata da diversi paesi arabi, tra cui il Qatar, gli Emirati Arabi Uniti, l’Arabia Saudita e l’Iraq.
Israele occupò militarmente le alture del Golan durante la guerra dei Sei giorni, e la loro sistemazione attuale fu decisa tramite un accordo negoziato delle nazioni Unite nel 1973 (dopo un’altra guerra, quella dello Yom Kippur). Tra le altre cose, l’accordo prevedeva che tra il territorio occupato da Israele e la Siria fosse creata una “zona cuscinetto” di circa 400 chilometri quadrati, che sarebbe stata pattugliata dalla missione UNDOF (Forza di disimpegno degli osservatori delle Nazioni Unite) per evitare conflitti tra le due parti.
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Dopo la fine del regime del dittatore siriano Bashar al Assad, lo scorso 8 dicembre, l’esercito israeliano ha approfittato del momento di instabilità nella regione per occupare parte della zona cuscinetto: Netanyahu ha definito l’occupazione una misura «temporanea difensiva» che sarà mantenuta «finché non sarà trovato un accordo adeguato». In teoria, quindi, una volta stabilizzata la situazione Israele dovrebbe tornare a ritirarsi dietro alle linee decise nel 1973. Non è chiaro se lo farà.
Secondo gran parte della comunità internazionale le alture del Golan appartengono alla Siria. Nel 2019 l’allora presidente statunitense Donald Trump fu il primo capo di stato a riconoscere l’autorità di Israele sul territorio.