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  • Sabato 14 dicembre 2024

In Georgia c’è un nuovo presidente della Repubblica, tra molte proteste

È l'ex calciatore Mikheil Kavelashvili, proposto dal governo: l'opposizione ha boicottato il voto, la presidente uscente non ne riconosce la legittimità

Le proteste di sabato con bandiera europea e palloni da calcio (EPA/DAVID MDZINARISHVILI)
Le proteste di sabato con bandiera europea e palloni da calcio (EPA/DAVID MDZINARISHVILI)
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Sabato l’ex calciatore Mikheil Kavelashvili è stato eletto presidente della Georgia: l’elezione, molto contestata, è destinata ad aprire una nuova crisi istituzionale, dopo quella seguita alle ultime elezioni legislative di ottobre.

Il presidente non è stato votato dai cittadini, come avveniva fino alla scorsa elezione, ma da un collegio elettorale, in base a una riforma costituzionale voluta nel 2017 da Sogno Georgiano, il partito filorusso che governa il paese dal 2012 reprimendo sempre di più il dissenso, restringendo lo spazio dell’opposizione e limitando una serie di diritti. Kavelashvili, sostenuto da Sogno Georgiano, era l’unico candidato: l’opposizione ha boicottato il voto perché, dopo aver denunciato irregolarità alle elezioni legislative del 26 ottobre, non ha riconosciuto il parlamento che forma metà del collegio. E a Tbilisi anche sabato sono continuate le grandi proteste popolari che durano ormai da settimane.

Le proteste erano cominciate contro la vittoria di Sogno Georgiano alle elezioni legislative e si sono allargate dopo la decisione del governo di posticipare al 2028 i colloqui per entrare nell’Unione Europea, un tema molto sentito nel paese. Ci sono stati scontri con le forze dell’ordine e sono state arrestate centinaia di persone: diverse di loro hanno subìto torture in carcere. La polizia ha perquisito le sedi dei partiti d’opposizione e gli agenti hanno pestato attivisti e giornalisti vicino alla zona principale delle proteste, nel centro della capitale Tbilisi.

La presidente Salomé Zourabichvili si unisce ai manifestanti, il 28 ottobre

La presidente Salomé Zourabichvili si unisce ai manifestanti, il 28 ottobre (AP Photo/Zurab Tsertsvadze)

La presidente uscente Salomé Zourabichvili – l’ultima eletta direttamente, nel 2018 – si è schierata con i manifestanti. Ha già dichiarato che non lascerà il suo incarico finché non saranno indette nuove elezioni, perché anche secondo lei il nuovo parlamento non è legittimo. Sogno Georgiano le ha ordinato di uscire dal palazzo presidenziale di Tbilisi entro il 29 dicembre, quando in teoria finirà il suo mandato e inizierà quello del nuovo presidente.

Sogno Georgiano ha una netta maggioranza nel collegio elettorale. Ne fanno parte 300 membri: i 150 parlamentari (Sogno Georgiano ne ha 88) e 150 delegati regionali. Il voto è iniziato alle 9 del mattino di sabato 14 dicembre (le 6 italiane), mentre le proteste erano cominciate alle sette del mattino (ora locale) e hanno raccolto un gran numero di persone. Una parte dei manifestanti ha portato per strada dei palloni, per protestare contro l’elezione dell’ex calciatore Kavelashvili alla presidenza.

Sogno Georgiano e Zourabichvili si accusano a vicenda di aver violato la Costituzione. Secondo la presidente, il governo ha fissato la prima seduta del parlamento (boicottata anche questa dall’opposizione) scavalcando la sua autorità. Il governo ritiene invece che rifiutarsi di convocarla non rientri nei poteri di Zourabichvili. In varie interviste ai media stranieri, tra i quali la Rai, Zourabichvili ha detto che «le elezioni sono state un furto contro la volontà del popolo georgiano sul modello ispirato dalla Russia, anche con operazioni ibride come accaduto in Romania molto recentemente».

Fuochi d'artificio sparati durante le proteste verso il palazzo del parlamento, l'8 dicembre a Tbilisi

Fuochi d’artificio sparati durante le proteste verso il palazzo del parlamento, l’8 dicembre a Tbilisi (AP Photo/Pavel Bednyakov)

L’opposizione ha ribadito la richiesta di nuove elezioni: «Il parlamento illegittimo non ha nessuna autorità di eleggere il presidente, quindi Salomé Zourabichvili rimane la presidente della Georgia, la comandante in capo dell’esercito e la più alta rappresentante del paese nelle relazioni diplomatiche», hanno scritto i partiti in un comunicato congiunto. Per l’opposizione, così come per una larga parte della società georgiana, Zourabichvili è l’unica garante delle aspirazioni europee del paese.

Il primo ministro Irakli Kobakhidze, il capo di Sogno Georgiano Bidzina Ivanishvili e il candidato alle presidenziali Mikheil Kavelashvili, durante una conferenza stampa del 27 novembre

Il primo ministro Irakli Kobakhidze, il capo di Sogno Georgiano Bidzina Ivanishvili e il candidato alle presidenziali Mikheil Kavelashvili, durante una conferenza stampa del 27 novembre (AP)

Kavelashvili  fa parte di Potere al Popolo, un partito di estrema destra nato da un distaccamento di Sogno Georgiano, di cui è considerato una sorta di partito satellite. Venerdì il leader di Potere al Popolo, Sozar Subari, è stato eletto vicepresidente del parlamento, e il partito è uscito dalla maggioranza. È una mossa che aveva già fatto due anni fa e che, secondo i media indipendenti, fa gioco a Sogno Georgiano, che così può fingere di avere un’opposizione parlamentare diversa da quella che gli si oppone più duramente (cioè tutti gli altri partiti): ma è un’operazione di facciata, visto che i due partiti sono alleati.

Kavelashvili inoltre è considerato uno degli autori della contestata legge sugli agenti stranieri, che vincola i media e le ong che ricevono almeno il 20 per cento dei propri fondi dall’estero a registrarsi come entità che «perseguono gli interessi di una potenza straniera», e può essere usata come strumento di repressione, come già successo con una legge molto simile in Russia. Zourabichvili aveva messo il veto sul provvedimento e a fine maggio il parlamento controllato da Sogno Georgiano lo aveva respinto.

Sostituendo Zourabichvili con un politico interno al proprio sistema di potere, Sogno Georgiano rimuoverà il principale – e in pratica l’unico – contrappeso istituzionale rimasto all’opposizione. Proprio per questo per i partiti europeisti è così importante contestare la legittimità di questo passaggio.

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