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  • Venerdì 13 dicembre 2024

Manca solo la firma del presidente per abolire la pena di morte in Zimbabwe

Ma è un passaggio formale, perché Emmerson Mnangagwa fu condannato a morte e si è sempre detto contrario a questa pratica

Detenuti alla prigione Chikurubi ad Harare, nello Zimbabwe (AP Photo/Tsvangirayi Mukwazhi, File)
Detenuti alla prigione Chikurubi ad Harare, nello Zimbabwe (AP Photo/Tsvangirayi Mukwazhi, File)
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Il Senato dello Zimbabwe ha approvato una proposta di legge per abolire la pena di morte. Perché entri in vigore manca solo la firma del presidente Emmerson Mnangagwa, che in passato fu condannato a morte e da allora si è sempre detto contrario a questa pratica: la sua firma è considerata un passaggio formale.

Attualmente la pena di morte è legale in una decina di stati africani e in 55 stati nel mondo: nel 2004, vent’anni fa, erano 76. L’ultimo stato africano ad aver abolito la pena di morte era stato lo Zambia, nel 2022, preceduto dalla Repubblica Centrafricana, dalla Sierra Leone, dal Ciad e dal Burkina Faso.

Mnangagwa era stato condannato nel 1965 per aver fatto esplodere un treno l’anno precedente, durante la guerra d’indipendenza dello Zimbabwe: aveva 21 anni, fu arrestato e torturato, e la sua condanna a morte venne successivamente commutata in 10 anni di carcere per via della sua giovane età.

Mnangagwa è presidente dello Zimbabwe dal 2017 e negli ultimi anni ha più volte utilizzato i propri poteri presidenziali per approvare amnistie e commutare le pene di morte in ergastoli. Attualmente nello Zimbabwe le persone condannate a morte sono oltre 60, ma è dal 2005 che non si eseguono le condanne.

Secondo Amnesty International, nel 2023 sono state eseguite 1.153 condanne a morte, più delle 883 eseguite nel 2022. Il paese che ne esegue di più è la Cina, insieme a Iran e Arabia Saudita.