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  • Venerdì 13 dicembre 2024

Un altro paese europeo che ha problemi con la legge di bilancio

È la Spagna del primo ministro socialista Pedro Sánchez, anche se per ora non sembra rischiare una crisi come quella francese

Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez e la ministra delle Finanze María Jesús Montero, in parlamento (Alberto Gardin/SOPA Images via ZUMA Press Wire)
Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez e la ministra delle Finanze María Jesús Montero, in parlamento (Alberto Gardin/SOPA Images via ZUMA Press Wire)
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Il governo spagnolo del primo ministro socialista Pedro Sánchez è in ritardo di mesi sull’approvazione della legge di bilancio per il 2025: avrebbe dovuto presentare la proposta al parlamento entro lo scorso 1° ottobre, ma non l’ha ancora fatto e ormai l’approvazione avverrà quasi certamente nel 2025. Sánchez ha avuto problemi soprattutto con Junts per Catalunya, partito indipendentista catalano guidato dall’ex presidente Carles Puigdemont e che dà appoggio esterno al governo. Non è una cosa nuova nella politica spagnola: anche in passato Sánchez si era trovato in difficoltà coi partiti autonomisti e indipendentisti, soprattutto della Catalogna, dal cui appoggio dipendeva il suo stare al governo.

La Spagna è il secondo grande paese europeo che sta avendo grossi problemi con l’approvazione della legge di bilancio. In Francia la crisi politica in corso, che ha portato alla caduta del governo di Michel Barnier, era iniziata proprio sui disaccordi legati all’approvazione di questa legge e al piano di risanamento dei conti pubblici. Per ora la situazione spagnola sembra però molto meno compromessa di quella francese.

– Leggi anche: Cosa c’entra l’economia con la crisi di governo in Francia

Come in Italia, anche in Spagna l’approvazione della legge di bilancio è un processo articolato, diviso in due fasi. Prima il governo deve stabilire i limiti di spesa e l’eventuale deficit, ossia la differenza tra entrate e uscite (quello che, semplificando, fa aumentare il debito pubblico), che devono essere approvati dal parlamento. Poi, una volta definito dal governo, il testo della legge deve essere presentato al parlamento per l’approvazione finale.

Il governo aveva approvato i limiti di spesa e di deficit questa estate, nei tempi previsti. Poi però questi stessi limiti erano stati bocciati dal parlamento a causa dei voti contrari di Junts, del Partito Popolare (di centrodestra, all’opposizione) e di Vox (estrema destra). Il governo aveva poi approvato altri obiettivi a settembre, che però non sono mai stati votati dal parlamento, perché è certo che verrebbero bocciati.

La sede del Congresso, la camera bassa del parlamento spagnolo, nel 2011 (Jasper Juinen/Getty Images)

Per approvare la legge di bilancio, i Socialisti al governo devono risolvere i contrasti con Junts, che chiede per esempio che tutte le competenze sulla gestione dell’immigrazione in Catalogna vengano cedute dal governo centrale all’amministrazione locale. Junts vorrebbe infatti irrigidire i controlli e imporre a tutte le persone migranti che arrivano nella regione di imparare il catalano.

Normalmente il controllo delle frontiere esterne è di competenza dello stato, e passarlo alle comunità autonome sarebbe una decisione molto rilevante: anche per questo Junts lo sta ponendo come condizione per l’approvazione della legge di bilancio. Junts chiede anche che il catalano diventi una lingua ufficiale dell’Unione Europea. È una cosa di cui si discute da tempo: negli ultimi anni sono stati fatti alcuni passi avanti, che però vengono considerati insufficienti dal partito.

Un altro problema sta nella tassa sulla produzione di energia elettrica, che viene pagata dai consumatori (quindi dai cittadini). Il Partito Popolare, Junts ed ERC (un altro partito indipendentista che dà appoggio esterno al governo, ma che è di sinistra) chiedono che venga eliminata. Questo però costerebbe allo stato 1,5 miliardi di euro.

Le discussioni sulla legge di bilancio erano legate, seppure indirettamente, a quelle per la riforma fiscale, approvata a fine novembre dopo lunghi negoziati e scontri tra i partiti. Per quanto molto dibattuta, l’approvazione era stata una buona notizia per il governo, che aveva dimostrato di avere i numeri per far passare leggi in materia finanziaria.

Se Sanchéz non dovesse riuscire a far approvare la legge entro il prossimo anno, cosa ormai praticamente certa, dovrà prorogare i limiti di spesa attualmente in vigore (che sono ancora quelli del 2023) e rimandare la discussione. La finanziaria potrebbe essere approvata nei primi tre mesi del 2025.