In Francia François Bayrou è stato nominato primo ministro
È un politico centrista di lungo corso e succede a Michel Barnier, sfiduciato la scorsa settimana: trovare una maggioranza che lo sostenga non sarà semplice
Venerdì il presidente francese Emmanuel Macron ha nominato François Bayrou primo ministro: Bayrou è stato incaricato di formare un governo visto che Michel Barnier lo scorso 4 dicembre si era dimesso dopo essere stato sfiduciato dall’Assemblea nazionale, la camera bassa del parlamento. La mozione di sfiducia era stata votata sia dai deputati del Nuovo Fronte Popolare (NFP), un’alleanza di partiti di sinistra, che da quelli del Rassemblement National (RN), il partito di estrema destra di Marine Le Pen. François Bayrou ha 73 anni, ed è il presidente e fondatore del partito centrista Movimento democratico (MoDem), ed è uno dei più stretti alleati del presidente Macron.
Per Bayrou formare un governo e trovare una maggioranza che lo sostenga sarà complicato dato che il parlamento è diviso in tre blocchi politici, uno di destra, uno di centro e uno di sinistra, che hanno un numero di seggi simile e che finora non si sono mostrati intenzionati a collaborare fra loro. Il governo di Barnier, che era entrato in carica lo scorso 5 settembre, aveva il sostegno solo di una coalizione di minoranza composta da Renaissance, il partito di Macron, e dal partito dei Repubblicani, di cui fa parte lo stesso Barnier. Non aveva però i voti necessari per approvare le leggi, e quindi dipendeva dall’appoggio esterno degli altri partiti: questo aveva dato molto potere e influenza soprattutto all’estrema destra di RN.
Fra Barnier e RN i rapporti erano sempre stati difficili, e sono peggiorati rapidamente. Soprattutto, le varie forze politiche non sono riuscite a mettersi d’accordo sull’approvazione delle leggi di bilancio per il 2025: la crisi di governo era iniziata a inizio dicembre, quando Barnier aveva forzato l’approvazione di una parte di questi provvedimenti sfruttando il comma 3 dell’articolo 49 della Costituzione francese (detto semplicemente 49.3), che consente al primo ministro di far approvare un testo di legge in materia finanziaria senza passare da una votazione parlamentare.
Già prima della nomina di Bayrou, il partito di sinistra radicale La France Insoumise aveva annunciato che avrebbe depositato una mozione di sfiducia al parlamento se Bayrou fosse stato nominato primo ministro: se approvata farebbe cadere il governo appena nato. Invece Jordan Bardella, presidente di RN, ha detto che il partito non voterà la sfiducia «a priori», ma cercherà di far cadere il nuovo governo qualora prendesse misure che secondo Bardella peggiorerebbero le condizioni economiche dei pensionati, o provasse, come aveva fatto Barnier, a ridurre i rimborsi sui farmaci.
Il Partito Socialista ha detto che non presenterà una mozione di sfiducia a patto che Bayrou non faccia ricorso al 49.3, come invece aveva fatto Michel Barnier. L’uso del 49.3 negli ultimi anni è stato piuttosto malvisto nella politica francese, soprattutto a sinistra, perché è stato usato per approvare riforme impopolari e criticate ma fortemente volute da Macron, fra cui una contestata riforma delle pensioni. Anche i Verdi hanno chiesto a Bayrou di non ricorrere al 49.3.
Bayrou è impegnato in politica da decenni, prima nel partito di centrodestra Unione per la democrazia francese (UDF) e poi nel MoDem: fu parlamentare in vari periodi fra il 1986 e il 2012, ma anche eurodeputato, ministro dell’Istruzione dal 1993 al 1997 e della Giustizia, per un mese nel 2017. Dal 2014 ricopre la carica di sindaco di Pau, una cittadina di 77mila abitanti vicino al confine con la Spagna.
Nel 2017 è stata aperta un’indagine contro di lui e altre dieci persone, accusate di essersi appropriate indebitamente di fondi del parlamento europeo per pagare degli assistenti che in realtà lavoravano per l’UDF, e non per le istituzioni europee. Bayrou è stato assolto in primo grado, ma la procura ha fatto ricorso e la data per il processo di appello non è ancora stata fissata: se Bayrou sarà ancora a capo del governo quando inizierà, sarà il primo processo che coinvolge un primo ministro francese in carica.
A febbraio del 2024 Bayrou era stato assolto in primo grado, perché nonostante il tribunale avesse accertato le irregolarità nell’uso dei fondi, non aveva potuto stabilire con certezza se Bayrou ne fosse a conoscenza. Anche altre due persone erano state assolte, mentre i restanti otto imputati, fra cui cinque ex eurodeputati, erano stati condannati. Nel 2017 l’indagine aveva costretto Bayrou a dimettersi da ministro della Giustizia, dopo essere rimasto in carica solo un mese.
Bayrou si era anche candidato, con scarso successo, alle elezioni presidenziali del 2002, del 2007 e del 2012. All’inizio del 2024 disse di essere stato contattato dall’allora primo ministro Gabriel Attal, che gli aveva proposto di diventare ministro dell’Istruzione nel suo governo: Bayrou disse di aver rifiutato a causa di disaccordi sulla politica da seguire. Bayrou è europeista ed è un cattolico praticante, ma sostiene la tradizionale laicità dello stato francese.
Sostenne la criticata riforma delle pensioni voluta da Macron, ma in parlamento MoDem non la votò perché era stato rifiutato un emendamento proposto dal partito. Ha criticato invece la riforma della legge sull’immigrazione, che era stata molto dibattuta e alla fine era stata approvata dal governo di Gabriel Attal grazie al sostegno dell’estrema destra del Rassemblement National.