Se Giorgia Meloni vi promette guadagni facili in un video, non credeteci
La Consob ha oscurato vari siti in cui apparivano video “deepfake” che promuovevano truffe finanziarie
Giovedì la Commissione nazionale per le società e la borsa (Consob) ha ordinato l’oscuramento di sei siti ingannevoli che contenevano video creati con l’intelligenza artificiale (deepfake) in cui personaggi politici famosi come Giorgia Meloni e Sergio Mattarella promettevano grandi guadagni a fronte di un piccolo investimento e assicuravano che il servizio avesse ottenuto l’approvazione diretta del governo.
In un video, per esempio, la finta Giorgia Meloni diceva che investendo un deposito iniziale di 250 euro era possibile accedere a un «reddito garantito da 40mila euro al mese» attraverso una piattaforma «che ha ottenuto la licenza dallo Stato» e dalla Banca d’Italia, permettendo quindi a tutti «di cambiare la propria vita per sempre».
In Italia video di questo tipo hanno cominciato a circolare da poco più di un anno, e finora avevano coinvolto soprattutto finte interviste a celebrità come Chiara Ferragni, Fabio Fazio o Gerry Scotti. Per contrastare il fenomeno a marzo una nuova norma, detta “legge capitali”, aveva dato alla Consob il potere di chiedere l’oscuramento di siti e profili social che pubblicano «campagne pubblicitarie relative a servizi finanziari privi di autorizzazione»: quella di giovedì è la prima volta che questa norma viene applicata.
Con “deepfake” si intendono i video prodotti grazie a software basati sull’intelligenza artificiale che modificano contenuti pre-esistenti, facendo sostanzialmente dire e fare a una persona delle cose che non ha mai detto o fatto. Questo genere di video circola da tempo su internet soprattutto all’estero: da mesi, per esempio, gruppi di criminali informatici che operano soprattutto dall’India, dalla Russia, dalla Cina e dall’Europa orientale producono e pubblicano video “deepfake” in cui sembra che l’imprenditore Elon Musk sostenga e pubblicizzi aziende che permettono di arricchirsi velocemente investendo online.
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La truffa che viene pubblicizzata in Italia ha quasi sempre la stessa forma: l’utente che ci casca viene guidato al telefono da un finto “assistente personale” di una piattaforma di trading che gli chiede di fare un bonifico di 250 euro a una società estera, che poi risulta impossibile da rintracciare. Nell’arco di pochi giorni comincia a vedere i primi guadagni, molto alti, sul proprio profilo sulla piattaforma, e viene incoraggiato a investire altri soldi. Nel momento in cui l’utente cerca di ritirare i soldi che in teoria ha guadagnato, però, l’assistente smette di rispondere e si scopre che la piattaforma in cui ha investito non esiste veramente ed è quindi impossibile da contattare.
La settimana scorsa il ministro della Difesa Guido Crosetto ha raccontato che un suo conoscente ha creduto alla truffa dopo aver visto un deepfake in cui appariva lui. Nel suo caso, Crosetto ha chiesto e ottenuto la rimozione della pagina Facebook dove il suo contatto aveva visto il video, peraltro sponsorizzato grazie agli strumenti pubblicitari di Meta, ma ha riconosciuto che «chiuso uno ne costruiscono subito uno nuovo». Su Facebook, peraltro, girano anche molti post sponsorizzati che a primo sguardo sembrano articoli di testate online come Repubblica o RaiNews e in realtà sono lo stesso genere di pubblicità ingannevole.
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