Un tribunale di Hong Kong ha giudicato colpevole un ex parlamentare dell’opposizione per aver partecipato alle rivolte del luglio del 2019
Giovedì un tribunale di Hong Kong ha giudicato colpevole l’ex parlamentare locale Lam Cheuk-ting, che faceva parte dell’opposizione pro-democrazia nella regione amministrativa speciale cinese, per aver partecipato a una rivolta nel luglio del 2019. Altre sei persone sono state condannate per lo stesso fatto: la massima pena prevista per questo reato è di sette anni di prigione, ma il tribunalela stabilirà soltanto a febbraio.
Le proteste del 2019 erano cominciate a giugno come risposta a un emendamento della legge sull’estradizione che, secondo molti gruppi che difendono i diritti umani, rappresentava un primo passo verso l’ingerenza cinese nel sistema giuridico di Hong Kong e avrebbe potuto essere usato dalla Cina per estradare gli oppositori politici. In particolare la rivolta per cui è stato condannato Lam era nata come risposta a un’aggressione di un gruppo di uomini con il volto coperto che avevano attaccato pendolari e manifestanti pro-democrazia nella stazione ferroviaria di Yuen Long.
Lam ha sempre detto di essere arrivato alla stazione di Yeun Long per tentare una mediazione con gli aggressori e aiutare gli aggrediti e di essere stato aggredito lui stesso, finendo in ospedale con varie ferite alla testa, alla bocca e alle braccia. Il giudice del tribunale distrettuale Stanley Chan ha però detto di ritenere che Lam fosse andato alla stazione «per provocare un ulteriore confronto emotivo [con gli uomini dal volto coperto] e alimentare le tensioni» per ottenere vantaggi politici. Lam sta già scontando una condanna a sei anni e nove mesi per sovversione, per via della sua partecipazione nelle proteste antigovernative del 2020.