Stellantis ha salvato i lavoratori di Trasnova, per ora

Ma il rischio di licenziamenti si ripresenterà tra un anno, quando scadrà il contratto di fornitura appena rinnovato

Operai della Trasnova protestano contro i licenziamenti davanti al ministero delle Imprese e del Made in Italy, il 10 dicembre 2024 (Roberto Monaldo/LaPresse)
Operai della Trasnova protestano contro i licenziamenti davanti al ministero delle Imprese e del Made in Italy, il 10 dicembre 2024 (Roberto Monaldo/LaPresse)
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Martedì si è risolta la vertenza dei lavoratori della Trasnova, azienda di logistica andata in crisi dopo aver perso il contratto di fornitura per il 2025 con il gruppo automobilistico Stellantis. Complessivamente 249 lavoratori rischiavano di perdere il lavoro per la decisione unilaterale di Stellantis, che ha infine cambiato idea e deciso di rinnovare il contratto per un altro anno: è una soluzione temporanea, e il problema si ripresenterà ancora.

Trasnova è solo una delle aziende dell’indotto automobilistico le cui sorti dipendono da Stellantis, azienda in crisi ma con ancora un’ampia rete industriale in Italia: le difficoltà e il suo graduale allontanamento dall’Italia stanno lasciando nei guai decine di aziende dell’indotto.

Trasnova lavora solo con Stellantis: è quella che in gergo viene chiamata azienda monocommittente, cioè che ha un unico cliente, da cui dipende interamente il suo fatturato e quindi il futuro dei suoi dipendenti.

La sua sede principale è a Cassino, in provincia di Frosinone, e l’azienda si occupa della logistica intorno ai principali stabilimenti italiani di Stellantis: concretamente si fa carico del trasporto in tutta Italia dei veicoli prodotti, da quando escono dalle fabbriche fino all’arrivo ai concessionari. Ha circa 400 dipendenti, impiegati tra le sue sedi di Pomigliano (Napoli), Mirafiori (Torino), Melfi (Potenza) e Piedimonte San Germano (Frosinone), proprio nei pressi degli stabilimenti di Stellantis. Il contratto tra Trasnova e Stellantis sarebbe scaduto il 31 dicembre.

Trasnova sta risentendo da tempo della crisi di Stellantis, che da anni produce e vende sempre meno veicoli in Europa e in Italia. Aveva già attivato la cassa integrazione per una parte dei suoi dipendenti, che sarebbe finita a breve. Recentemente è poi arrivata la notizia dell’interruzione del contratto di fornitura, che deriva con ogni probabilità dalla scelta di Stellantis di internalizzare gradualmente alcuni servizi attualmente dati in appalto ad aziende esterne, come la Trasnova.

È una decisione che ha conseguenze molto negative su parte dell’indotto. Nel caso della Trasnova aveva provocato un esubero istantaneo di 97 dipendenti, che la scorsa settimana avevano ricevuto le lettere di licenziamento, così come quelli delle aziende di cui Trasnova si avvale in subappalto, come Logitech e Tecnoservice: Logitech aveva avviato le procedure di licenziamento per 101 persone, mentre Tecnoservice per 51, per un totale di 249 posti di lavoro a rischio.

Fin dall’annuncio del mancato rinnovo del contratto i sindacati hanno organizzato manifestazioni e scioperi davanti agli stabilimenti Stellantis in Italia, perlopiù davanti a quello di Pomigliano d’Arco.

Una protesta dei lavoratori della Trasnova davanti allo stabilimento di Stellantis a Pomigliano D’Arco (ANSA / CESARE ABBATE)

La crisi è arrivata poi al ministero delle Imprese e del Made in Italy, che martedì ha convocato le aziende coinvolte. Stellantis ha accettato di rinnovare il contratto per un altro anno, periodo in cui Trasnova cercherà di trovare altri clienti.

Non è chiaro cosa abbia portato Stellantis a cambiare idea. Da tempo il rapporto tra l’azienda è la politica si è deteriorato: il governo le recrimina di non garantire la produzione in Italia anche a seguito dei grossi sostegni pubblici di cui beneficia. Soprattutto a seguito dell’ingente finanziamento che ha ricevuto per la cassa integrazione: dal 2021 ha ricevuto 700 milioni di euro dall’INPS per finanziare la cassa integrazione, contro i 280 a carico dell’azienda.

La proroga del contratto per un anno è comunque una soluzione temporanea e il problema si riproporrà alla fine del 2025, perché Stellantis ha una posizione dominante nel mercato automobilistico italiano ed è difficile per le aziende del settore trovare clienti alternativi dopo aver specializzato il proprio lavoro intorno ai processi di Stellantis. Quello che sta passando Trasnova avviene in migliaia di aziende in Italia, connesse a vari livelli con il grande gruppo automobilistico e i cui posti di lavoro sono a rischio.

In Italia nel settore automobilistico lavorano complessivamente 167mila persone, che diventano 1,2 milioni se si considera anche l’indotto diretto e indiretto. Tutto il comparto genera nel complesso 90 miliardi di euro di fatturato all’anno e incide sul PIL, il prodotto interno lordo, per il 5,2 per cento. Ha insomma un impatto enorme sull’economia del paese. Circa i tre quarti di queste imprese hanno a che vedere con Stellantis, in maniera più o meno diretta e più o meno esclusiva.

– Leggi anche: L’Italia è un problema per Stellantis, e viceversa