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  • Mercoledì 11 dicembre 2024

Il nuoto in cui si nuota meno

Nella vasca corta buona parte della distanza si percorre tra virate e subacquee: rispetto alle piscine olimpiche è tutta un'altra cosa

La fase subacquea è ancor più importante nelle gare in vasca corta (Quinn Rooney/Getty Images)
La fase subacquea è ancor più importante nelle gare in vasca corta (Quinn Rooney/Getty Images)
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Da martedì 10 a domenica 15 dicembre si svolgono a Budapest i Mondiali di nuoto in vasca corta, in cui cioè le gare si tengono in piscine lunghe 25 metri, la metà di quelle olimpiche. Gli stili e le distanze sono di fatto gli stessi delle gare in vasca lunga, ma la tecnica, la preparazione e il modo in cui si nuota sono diversi, tanto che spesso si sente dire dagli addetti ai lavori che il nuoto in vasca corta «è un altro sport». In effetti le differenze sono evidenti e piuttosto sostanziali: innanzitutto, nelle gare in vasca corta si nuota di meno, nel senso che nuotatori e nuotatrici percorrono più della metà della vasca nelle fasi di virata e subacquea (e di partenza, nel caso della prima vasca).

La virata è il movimento con cui ci si gira e si cambia direzione tra una vasca e l’altra, mentre la subacquea è la fase in cui i nuotatori, dopo essersi spinti sulla parete a fine vasca, avanzano sott’acqua muovendo gambe e braccia prima di emergere, riprendere fiato e ricominciare a nuotare: spesso la subacquea può essere lunga anche una quindicina di metri. Il risultato è che, in una gara di 100 metri in vasca corta, circa 60-70 vengono percorsi senza nuotare, tra la partenza in tuffo, le tre virate e le tre subacquee (che in vasca lunga sarebbero solamente una). Si nuota effettivamente solo per 30-40 metri. La nuotatrice Ilaria Bianchi dice che nelle gare di stile a farfalla in una vasca da 25 metri fa solo 7 o 8 bracciate: «Bisogna sapere con precisione millimetrica quando si finisce di nuotare, calcolando quasi a tavolino come arrivare giusti per la virata», spiega.

Bianchi ha 34 anni, nel 2012 fu la prima italiana a vincere un titolo individuale ai Mondiali in vasca corta (l’oro nei 100 farfalla), ma col passare del tempo ha cominciato a preferire la piscina da 50 metri perché «le gare sui 25 metri, anche a parità di distanze, mi sembrano molto più corte, e mi viene molto faticoso sprigionare tutta l’energia che ho in pochi metri». Il nuotatore Marco Orsi, coetaneo di Bianchi, è invece rimasto sempre uno specialista della vasca corta: tra individuali e staffette ha vinto undici medaglie d’oro solo agli Europei. «Possiamo dividere le gare in vasca corta in due parti distinte: in una ci vogliono potenza pura e brutale, nell’altra tecnica», dice Orsi, in riferimento alla differenza tra i momenti in cui si nuota e quelli in cui si fanno virata e subacquea.

Per gli specialisti come lui queste gare sono divertenti e imprevedibili perché «con una virata fatta bene o male puoi guadagnare o perdere anche mezzo secondo», e quindi è fondamentale eseguire sempre con precisione le parti tecniche. Allo stesso tempo la fase di nuotata è molto istintiva, dato che nello spazio di una quindicina di metri non c’è tempo di prendere il ritmo, bisogna sempre nuotare al massimo dell’intensità, per poi cercare di recuperare energie durante la successiva virata. È un equilibrio sottile ed entusiasmante, per quelli come Orsi, e che invece Bianchi dice essere diventato per lei più sfiancante negli anni.

L’oro di Marco Orsi nei 100 metri misti agli Europei in vasca corta del 2021

Nelle gare in vasca lunga invece è cruciale prendere il ritmo, cioè mettersi a nuotare in modo fluido e con una determinata frequenza, trovando il giusto compromesso tra velocità, potenza e gestione delle energie, perché su 30-40 metri di nuotata non si può sempre spingere al massimo. Anche per questo gli specialisti della vasca lunga hanno, almeno all’apparenza, uno stile di nuotata spesso più armonioso e scorrevole. Le gare in vasca corta sono nel complesso più brevi e veloci di quelle in vasca lunga: nei 100 metri stile, tra gli uomini il record nella piscina da 50 metri sono i 46,40 secondi del cinese Pan Zhanle, in quella da 25 metri invece i 44,84 dell’australiano Kyle Chalmers; tra le donne si passa dai 51,71 secondi della svedese Sarah Sjöström in vasca lunga ai 50,25 dell’australiana Cate Campbell in corta.

Ci sono nuotatori per i quali è difficile adattarsi alle gare più spezzettate: «Michael Phelps è stato uno dei migliori nuotatori di sempre ma in vasca corta nuotava pochissimo perché rischiava di prendere gli schiaffoni», dice Orsi scherzando, e in effetti Phelps ha vinto 26 medaglie d’oro ai Mondiali in vasca lunga ma solamente una in corta. Questa differenza può ampliarsi sulle distanze più lunghe: «Son sincera, quelli che fanno i 1.500 non so come facciano, è già stancante cambiare direzione 3 volte per 4 vasche», dice Bianchi. Nei 1.500 metri in vasca corta si fanno 59 virate in 14-15 minuti.

Il nuoto in vasca corta ha solitamente meno visibilità e rilevanza perché il periodo di gare è più breve (si svolge quasi tutto tra autunno e inizio inverno) e inoltre le gare delle competizioni più importanti come quelle delle Olimpiadi si fanno su vasca lunga. Per questo motivo «la stagione a cui tutti puntano è quella della vasca lunga, nella quale anche i premi sono più alti», spiega Bianchi. Lei e Orsi sono comunque d’accordo nel sostenere che alternare alcune gare in vasca corta sia stimolante per nuotatori e nuotatrici oltre che molto utile, visto che gareggiare e allenarsi sui 25 metri aiuta ad affinare la tecnica per la vasca lunga, nella quale pure si fanno virate e subacquee, anche se solo per la metà delle volte. In ogni caso secondo Orsi la percezione della vasca corta sta cambiando: «Prima queste gare venivano spesso ignorate, adesso invece sta aumentando il livello».

Ilaria Bianchi ai campionati italiani del 2021 (Gian Mattia D’Alberto / LaPresse)

I Mondiali di Budapest andranno avanti fino a domenica 15 dicembre; la mattina dalle 9 ci sono le batterie, nel pomeriggio dalle 17:30 le finali. In Italia li trasmette Rai Sport, in televisione e su RaiPlay, e qui si trova il programma completo. Nell’Italia, che nel 2022 agli ultimi Mondiali in vasca corta in Australia vinse 16 medaglie, mancano Nicolò Martinenghi, Thomas Ceccon e Gregorio Paltrinieri, ma ci sono vari nuotatori e nuotatrici con possibilità di competere per i primi posti come Alberto Razzetti (che nella prima giornata ha vinto una medaglia d’argento), Simona Quadarella, Benedetta Pilato e altri più specializzati nella vasca corta come Simone Cerasuolo, Lorenzo Mora e la diciottenne Sara Curtis.