• Italia
  • Martedì 10 dicembre 2024

Il comune di Venezia vuole togliere il vetro dal criticato ponte di Calatrava

I gradini sono troppo scivolosi e uno studio è stato incaricato di trovare un modo per rifarli in pietra

Il ponte della Costituzione, più noto come "ponte di Calatrava", a Venezia, 2020 (Gennaro Leonardi/Pacific Press via ZUMA Wire/Ansa)
Il ponte della Costituzione, più noto come "ponte di Calatrava", a Venezia, 2020 (Gennaro Leonardi/Pacific Press via ZUMA Wire/Ansa)

Dopo anni di polemiche il comune di Venezia ha affidato a uno studio privato il progetto di fattibilità per sostituire i 284 gradini in vetro del ponte della Costituzione, progettato dal celebre architetto Santiago Calatrava e inaugurato nel 2008. I gradini dovranno essere rifatti in pietra e la nuova passeggiata dovrà garantire una maggiore accessibilità anche alle persone con disabilità.

Il ponte della Costituzione, meglio noto a tutti come il “ponte di Calatrava”, è il più criticato di Venezia. È un arco liscio di acciaio e vetro che sorpassa il Canal Grande vicino alla stazione dei treni Santa Lucia, e si collega con piazzale Roma, dove arrivano autobus, tram e macchine. Fu inaugurato nel 2008 dopo anni di ritardi e continui aumenti di costi. Ma al di là delle spese e dei tempi, uno dei suoi grossi problemi è sempre stato il vetro, che ha reso necessari continui interventi per renderlo sicuro e utilizzabile.

Da come le persone ci camminano sopra si capisce subito se sono del posto oppure turisti. I veneziani tendono a passare sulla sottile striscia di pietra al centro, mentre gli stranieri calpestano il resto della superficie in vetro, peraltro danneggiata nel tempo da trolley e carretti usati per trasportare le valigie da una parte all’altra. Capita piuttosto di frequente, specie quando piove, che qualcuno scivoli, cada e poi chieda un risarcimento al comune. Quando poi le temperature scendono molto, i gradini di vetro tendono a ghiacciare e il transito sulle porzioni laterali del ponte deve essere interrotto per sicurezza.

Due turisti sul ponte di Calatrava a Venezia nel 2020 (Marco Di Lauro/Getty Images)

Il ponte fu disegnato negli anni Novanta da Calatrava, che poi donò il progetto alla città di Venezia nel 1997, quando il sindaco era Massimo Cacciari. I lavori di costruzione iniziarono nel 2003: sarebbero dovuti finire un anno e mezzo dopo, ma proseguirono fino al 2008 e i costi aumentarono fino a 11,3 milioni di euro, dai 6,7 milioni di euro iniziali. Le polemiche si intensificarono nel 2013 quando venne installata un’ovovia per le persone con disabilità: costò 1,8 milioni di euro, ma era molto lenta e d’estate diventava insopportabilmente calda, così fu rimossa nel giro di poco tempo.

Della necessità di togliere i gradini in vetro si parla in realtà da tempo. L’idea del comune di sostituirli con la pietra è invece di tre anni fa. L’incarico è stato affidato allo studio H&A Associati, che dovrà occuparsi della progettazione e capire come impostare i lavori. Come spiega il Corriere del Veneto, dalla firma del contratto H&A Associati ha 90 giorni per redigere il progetto di fattibilità tecnico-economica, e poi altri 60 per quello esecutivo. Secondo il quotidiano locale La Nuova, i lavori potrebbero iniziare in primavera e durare dai quattro ai sei mesi. Il costo stimato dall’amministrazione comunale di Venezia, scrive sempre La Nuova, è di circa 1,4 milioni di euro, a cui aggiungere gli oltre 100mila euro dati a H&A Associati per l’incarico.

L’ovovia del ponte di Calatrava a Venezia nel 2020 (Ansa)

Non è ancora chiaro quale tipo di pietra sarà usato: dovrà deciderlo la Soprintendenza ai beni architettonici. Nel 2018 alcune lastre erano state sostituite con la trachite, ma non è detto che venga utilizzata di nuovo. Il requisito, dice la determina dell’area Lavori pubblici citata dal Corriere, è che il materiale garantisca un’«adeguata prestazione antisdrucciolo». L’intervento prevede anche la manutenzione delle parti in acciaio e lavori per migliorare l’accessibilità del ponte, per esempio con alcune rampe tra i gradini.

– Leggi anche: La storia e i guai del ponte Calatrava