“Parthenope” ha puntato sui giovani e ha fatto bene
È diventato il primo film di Paolo Sorrentino per incassi: dietro c'è una campagna promozionale abbastanza innovativa
Con 7,4 milioni di euro Parthenope è il film dal maggiore incasso nella carriera di Paolo Sorrentino. Ha superato di poco i 7,3 milioni di La grande bellezza, che tuttavia uscì in un periodo, il 2013, in cui i film incassavano più di oggi e che, dopo la prima uscita a maggio, aveva beneficiato di una seconda distribuzione al cinema il febbraio successivo, dopo aver vinto un Golden Globe e in corrispondenza con la campagna di promozione per l’Oscar come miglior film straniero (che poi avrebbe vinto). Inoltre tre anni dopo è stato distribuito di nuovo, ma solo per tre giorni, nella versione integrale con 30 minuti in più.
Che Parthenope, un film senza grandi attori nei ruoli principali e che non ha vinto premi, sia riuscito a superarlo in meno di due mesi è già di per sé ragguardevole e ancora di più lo è se si considera che ci è riuscito perché ha attirato una quota di pubblico giovane superiore alla media. Non è stata però una casualità né una sorpresa.
Che il pubblico più giovane sia tornato a frequentare i cinema dopo la pandemia in numeri superiori rispetto a prima e con più varietà, andando a vedere anche film d’autore, è un fatto che i distributori di film stranieri hanno avvertito per primi. Parthenope è stato il primo caso di successo sostenuto dal pubblico più giovane per un film italiano d’autore, categoria che fino a prima della pandemia era sostenuta dal pubblico più anziano (e in molti casi lo è ancora adesso). Secondo i dati CinExpert (la società che tramite ampi sondaggi analizza il pubblico che va al cinema per conto delle società di distribuzione) il 41 per cento delle persone che hanno comprato un biglietto per Parthenope ha meno di 34 anni, percentuale superiore alla media per questo tipo di film.
Nonostante la quota maggiore di spettatori sia stata quella tra i 35 e i 49 anni (il 24 per cento del totale), i ragazzi tra i 15 e i 24 anni hanno contato per il 21 per cento, più degli spettatori tra i 25 e i 34 anni, che sono stati il 16 per cento. Con questa spinta Parthenope è diventato il terzo maggior incasso italiano tra quelli usciti nel 2024 dietro a Il ragazzo dai pantaloni rosa e Un mondo a parte, e come tale ha vinto il Biglietto d’Oro, premio che viene dato ogni anno a inizio dicembre ai tre film italiani che vendono più biglietti (la classifica del Biglietto d’Oro non è esattamente questa perché l’evento considera come “anno” il tempo tra le edizioni dell’evento di settore Giornate professionali di cinema, quindi da dicembre e novembre, ma Parthenope è arrivato terzo anche nella loro classifica).
A distribuire il film e quindi a progettare e attuare la campagna promozionale è stata PiperFilm, società appena nata il cui primo film distribuito è proprio Parthenope. Come spiega Massimiliano Orfei, presidente della società: «Già leggendo la sceneggiatura abbiamo capito che il film si prestava, per la prima volta forse nella carriera di Paolo Sorrentino, ad arrivare molto più facilmente ai ragazzi». La storia di Parthenope infatti racconta di una ragazza, e dei suoi coetanei con i quali ha delle relazioni, mentre passa dall’adolescenza all’età adulta attraverso l’università. La promozione è iniziata a maggio, quando il film è stato presentato a Cannes dove, dice sempre Orfei, sono arrivati i primi indizi che effettivamente poteva esserci interesse da un pubblico di ragazzi. Anche se a Cannes i film sono visti dalla stampa, dalla critica e da altre persone che lavorano nel cinema, un pubblico non indicativo di quello che può essere un vero successo, Orfei dice che dei “segnali deboli” erano arrivati dalle molte reazioni sui social network alla notizia della presentazione.
Da lì è arrivata la decisione di iniziare a lavorare a una promozione rivolta a un pubblico più giovane del solito. Nell’ultimo mese prima dell’uscita PiperFilm ha molto utilizzato lo stesso Sorrentino: «Paolo è stato fondamentale» dice sempre Orfei «il distributore può avere magnifiche idee ma se poi chi deve fare la promozione non le sposa non si fa niente. Paolo aveva già intenzione di parlare al pubblico più giovane, ha inteso e sposato l’idea e ci ha accompagnato. Senza di lui non ci saremmo mai riusciti».
Sorrentino ha collaborato con diversi creator, comparendo in video sui loro canali social, facendosi intervistare dai podcast più seguiti, col risultato di aumentare molto la propria presenza su YouTube e sui social network, a tutti i livelli. Solitamente la promozione di un film come Parthenope è fatta in televisione, nelle trasmissioni più seguite, sulla stampa cartacea e solo in parte minore online, senza grande cura e in fretta. Per Parthenope è stato l’esatto opposto. A conclusione di tutto Sorrentino ha anche girato un video con i The Jackal, collettivo napoletano da tempo tra i più popolari su internet, nei cui video era già comparso, prendendo in giro proprio questa sovraesposizione (e finendo anche lì a promuovere Parthenope).
Oltre alla promozione sulla stampa e poi online PiperFilm ha anche organizzato una serie di proiezioni in anteprima, con qualche settimana di anticipo rispetto alla data di uscita del film, scegliendo un orario particolare: mezzanotte. L’idea era attirare un pubblico più giovane del solito, e ci è riuscita. A volte era presente anche lo stesso Sorrentino a presentarle, aggiungendo un elemento di attrattiva per gli spettatori. Il loro successo ha contribuito a promuovere il film ed è stato al tempo stesso una conferma del fatto che ci sarebbe stata un’affluenza diversa dal solito.
Negli ultimi dieci anni il cinema italiano ha prodotto un numero di film che, per tematica, per genere o per attori, avevano le caratteristiche per attirare un pubblico più variegato che in passato. Film d’azione, film spettacolari o film che rispondono a generi precisi che, in altri paesi, riescono a coinvolgere i giovani. Sebbene i film siano cambiati e ne sia aumentata la varietà non c’era quasi mai stato un vero cambiamento nella maniera in cui vengono promossi e quindi raccontati al pubblico. Anche per questo Massimiliano Orfei ha spiegato che per la promozione di Parthenope PiperFilm si è mossa senza avere riferimenti: «Abbiamo lavorato come fosse un prototipo. E lo è stato. Quello che abbiamo fatto su Parthenope sarà studiato e applicato da altri su altri film».
Tuttavia lo stesso Orfei ci ha tenuto a precisare che ogni film fa testo a sé: «Bisogna sempre evitare di replicare ciò che ha funzionato, non è che ora sia cambiato tutto. Insomma non tirerei troppo delle conclusioni che verranno smentite dai fatti. Quello che si può dire è che il cinema come esperienza di consumo vede ancora i ragazzi come protagonisti, su prodotti che fino a qualche tempo fa non gli interessavano ed è un’ottima notizia». Riguardo alla possibilità che altre distribuzioni si adeguino al loro lavoro e provino a promuovere film italiani d’autore a un pubblico giovane, anche quando non hanno una storia o dei personaggi che li possano davvero interessare, Orfei ha citato una battuta fatta da Sorrentino: «Abbiamo fatto un grande lavoro che ha fatto scuola, tant’è che ci sono già diversi cattivi studenti».
Uno dei prossimi film che PiperFilm distribuirà sarà La città proibita di Gabriele Mainetti, regista e sceneggiatore che ha iniziato questa fase di cambiamento dei film italiani con Lo chiamavano Jeeg Robot (un successo inaspettato per l’industria) e poi ha girato uno dei film più ambiziosi in materia di cinema spettacolare, Freaks Out, che tuttavia è uscito in una fase in cui il pubblico ancora non era tornato in sala dopo la pandemia e soprattutto la sua promozione, molto vecchio stampo, non era arrivata al pubblico cui poteva interessare. Secondo Orfei questo nuovo film si presta anche più di Parthenope ad attirare un pubblico giovane. Della trama non si sa quasi nulla se non che è un film di arti marziali girato a Roma. Il fatto che la protagonista sia una ragazza cinese interpretata da una vera marzialista del cinema, Yaxi Liu, controfigura della protagonista nella versione live action di Mulan, fa pensare che nello stile di Mainetti sarà un film in cui l’azione è al livello degli standard internazionali, e quindi proprio per questo capace di attirare un pubblico diverso da quello solito dei film italiani.