Dove sono in Italia le aziende a rischio di gravi incidenti
Sono quasi mille e custodiscono grosse quantità di sostanze pericolose: come il deposito di Eni a Calenzano
L’esplosione che martedì ha ucciso 5 persone e ne ha ferite 26 è avvenuta in un deposito dell’Eni a Calenzano, a pochi chilometri da Firenze: è uno dei quasi mille siti industriali italiani considerati a rischio di grave incidente.
Non si sa ancora cosa abbia innescato l’esplosione, ma secondo le prime ipotesi sembra che sia stata una perdita di carburante durante il caricamento di alcune autocisterne. Negli impianti di stoccaggio di Calenzano l’Eni gestisce grandi quantità di benzina, gasolio e petrolio che vengono portate nei serbatoi da due oleodotti collegati alla raffineria Eni di Livorno, e successivamente prelevate da automezzi e portate ai distributori di benzina o alle aziende in tutte le regioni del Centro Italia.
La legge italiana ha previsto una particolare categoria per questo tipo di siti industriali, definiti “a rischio incidente rilevante” (RIR). Per la precisione sono 974 in tutta Italia. La regolamentazione di queste aziende è iniziata alla fine degli anni Settanta dopo l’incidente dell’ICMESA (Industrie Chimiche Meda Società Azionaria) a Seveso, in Brianza (il famoso “disastro di Seveso”). Il rischio è associato alla presenza di grosse quantità di sostanze pericolose, che possono provocare danni significativi alla salute della popolazione e all’ambiente.
La prima direttiva europea è stata recepita dall’Italia nel 1988 e fu chiamata Seveso I a cui seguirono la Seveso II e la Seveso II bis, approvate all’inizio degli anni Duemila. La legge divide gli impianti in due grandi gruppi: gli stabilimenti a “soglia inferiore” hanno una quantità limitata di sostanze pericolose e sono di competenza delle Regioni, mentre gli stabilimenti “a soglia superiore” hanno grandi quantità di sostanze a rischio e sono di competenza dello Stato. Il deposito di Eni a Calenzano è un impianto di “soglia superiore”.
In questa mappa sono stati indicati tutti i siti a rischio di incidente rilevante in Italia. In tutta la Toscana sono 54, di cui 25 di “soglia superiore”. Livorno, con 14 siti, è la provincia che ne ha di più.
Nei siti industriali a rischio di incidente rilevante sono prescritte norme di sicurezza e prevenzione molto più rigorose rispetto a una normale azienda. Non ci sono regole fisse: le misure di prevenzione dipendono dalla dimensione degli impianti e soprattutto dalle sostanze stoccate nei depositi. Le relazioni sulla sicurezza devono comunque tenere conto di tutti i possibili scenari, anche quelli più catastrofici, e prevedere interventi di emergenza adeguati: lunedì, per esempio, è stato comunicato alla popolazione di indossare la mascherina per la temporanea contaminazione dell’aria dovuta al fumo sprigionato dall’esplosione.
Ovviamente questi impianti sono sottoposti a più controlli. Gli stabilimenti a “soglia superiore” devono essere ispezionati almeno una volta ogni tre anni.
Negli ultimi tre anni tutte queste aziende presenti in Toscana sono state controllate dal comitato tecnico regionale di cui fanno parte diversi enti tra cui i vigili del fuoco e l’agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (ARPAT). Dal 2017 sono stati fatti 70 controlli e secondo i primi accertamenti il deposito di Eni a Calenzano è stato controllato lo scorso anno: dall’ispezione non sarebbero emersi particolari rilievi.