Chi è Luigi Mangione, accusato dell’omicidio di Manhattan
Viene da una ricca famiglia del Maryland, si è laureato in una prestigiosa università statunitense e forse ha problemi di salute
Dopo diversi giorni la lunga ricerca dell’autore dell’omicidio di Brian Thompson, l’amministratore delegato dell’azienda di assicurazioni mediche UnitedHealthcare, ha portato a un arresto. Luigi Mangione, 26 enne originario del Maryland, è stato fermato in un ristorante McDonald’s di Altoona, città di 44mila abitanti in Pennsylvania. Altoona è a 400 chilometri da Manhattan, l’area di New York dove mercoledì scorso era stato ucciso Thompson.
In questi giorni l’uomo sconosciuto che aveva ucciso il top manager, facendo perdere le sue tracce e lasciando pochi indizi, era diventato una sorta di personaggio sui social: parecchi utenti lo avevano esaltato, rappresentandolo come un moderno vendicatore capace di colpire uno dei settori più odiati negli Stati Uniti, cioè quello delle assicurazioni sanitarie. Le prime notizie dopo l’arresto di Mangione sembrerebbero confermare il movente politico dell’omicidio, che sarebbe stato rivendicato in una sorta di manifesto. Ma la biografia personale di Mangione è per certi versi lontana dalle rappresentazioni che ne erano state fatte e anche dai profili psicologici su cui indagava la polizia.
Mangione viene da una famiglia molto ricca, era un ottimo studente e probabilmente ha sofferto di problemi fisici per cui aveva avuto bisogno di cure mediche, ma che non hanno condizionato la sua situazione economica. Famiglia e amici si sono detti sorpresi, e gli stessi investigatori lo hanno definito di fatto un “insospettabile”. La polizia ha detto che quando gli agenti gli avevano chiesto se fosse stato recentemente a New York aveva «iniziato a tremare». Con sé aveva una pistola, un silenziatore, documenti falsi (fra cui quello usato nell’ostello di New York) e appunto un documento scritto a mano in cui sembrerebbe rivendicare l’omicidio.
Mangione è cresciuto in Maryland, nel nord-est degli Stati Uniti. Il nonno era un costruttore e uomo d’affari: nel 1978 acquistò un country club, un circolo sportivo con residenze per soci e campo da golf, e vent’anni dopo ne fondò e costruì un altro. La nonna invece era nel consiglio di amministrazione del teatro lirico di Baltimora e faceva parte delle Figlie Cattoliche d’America, un’organizzazione benefica femminile di impostazione religiosa. La famiglia Mangione è proprietaria anche di una stazione radio di Baltimora, la WCBM, di indirizzo conservatore, così come di una casa di riposo per anziani: al nonno è succeduto nella guida dell’azienda il padre, mentre un cugino di Mangione, Nino, è deputato statale in Maryland, eletto con i Repubblicani.
Lui invece ha studiato alla Gilman School, un istituto maschile di Baltimora molto rinomato, piuttosto elitario e da una retta annuale che per le scuole superiori è di circa 40mila dollari, 38mila euro. Era uno studente brillante ma anche uno sportivo: era fra i leader di un club di robotica che arrivò alle finali di una gara dello stato, e si diplomò con voti molto alti, quelli che negli Stati Uniti valgono un “valedictory”, una sorte di lode concessa solo ai più brillanti.
In seguito ha studiato informatica e matematica all’Università della Pennsylvania, una delle otto della cosiddetta Ivy League, il gruppo di atenei più antichi e prestigiosi del paese: ne è uscito con un master in ingegneria, dopo aver fondato un club di videogiochi. Ha provato a lavorare nel settore, grazie a uno stage alla Firaxis Games, nota per la serie di videogiochi Civilization. Ma nel 2019 è anche stato tutor di un corso pre-college della Stanford University, in California, e ingegnere informatico alla TrueCar, una società che vende auto online.
Nel 2022 Mangione si era trasferito alle Hawaii, in un co-living in cui venti occupanti che lavoravano da remoto pagavano circa 2mila dollari al mese. Qui fondò un club del libro: fra i libri selezionati c’era anche La società industriale e il suo futuro, il libro-manifesto di Ted Kaczynski, meglio noto come Unabomber, l’attentatore che tra il 1978 e il 1996 inviò diversi pacchi bomba che causarono la morte di tre persone e ne ferirono oltre venti.
In un profilo su Goodreads, il sito in cui si condividono le proprie letture, Mangione aveva definito quel libro “preveggente”: sempre su Goodreads aveva segnato come letti libri di medicina relativi alla schiena e alla colonna vertebrale. Alle Hawaii aveva raccontato ad alcuni coinquilini di aver un problema importante proprio alla schiena: dopo sei mesi era ritornato sulla costa est degli Stati Uniti, dicendo di doversi operare.
Su un profilo su X (Twitter) riconducibile a lui, Mangione ha messo come foto di copertina un collage di tre immagini: al centro ce n’è una di una radiografia di una colonna vertebrale con quattro viti. Secondo esperti consultati dai giornali statunitensi è una procedura comunemente eseguita per trattare la spondilolistesi, una condizione in cui una vertebra si sposta in avanti, comprimendo il nervo sciatico.
Era tornato per un periodo alle Hawaii, e da circa sei mesi aveva interrotto quasi tutti i contatti con famiglia e amici. Sui profili social riproponeva spesso consigli di guru tecnologici, insegnanti di auto-aiuto ed esperti di alimentazione sana. In ogni caso dai contenuti condivisi online non emergeva una visione politica definita e chiara, né di sinistra, né di destra.
Secondo quanto riferito da una fonte anonima della polizia al New York Times, nel documento scritto a mano che Mangione aveva con sé, l’uomo avrebbe rivendicato l’omicidio («Questi parassiti se la sono cercata»), dicendo di aver agito da solo. Nel documento avrebbe anche scritto che negli anni il valore in Borsa di UnitedHealthcare era cresciuto, ma l’aspettativa di vita negli Stati Uniti no, accusando le compagnie assicurative di fare «enormi profitti perché l’opinione pubblica statunitense glielo permette».
Intanto su vari siti di e-commerce come eBay, Etsy e Amazon sono comparsi prodotti ispirati alla vicenda dell’omicidio, e che in particolare riprendono le tre parole scritte sui bossoli dei proiettili con cui Thompson è stato ucciso: “deny”, “defend” e “depose”, rispettivamente “negare”, “difendere” e “deporre”, un probabile riferimento alla strategia che a volte usano le compagnie di assicurazioni per non risarcire i loro clienti. Felpe, tazze, magliette con questi slogan sono state ritirate da alcuni dei siti, come Amazon.
Al momento Mangione è detenuto in Pennsylvania, dove si è tenuta l’udienza per decidere se estradarlo nello stato di New York, dove dovrà essere processato per omicidio. Mangione ha deciso di contestare l’estradizione, e quindi serviranno alcune settimane prima che possa essere trasferito a New York. In Pennsylvania sarà anche giudicato per accuse legate al possesso di armi e documenti falsi, e gli è stata negata la libertà su cauzione.