• Mondo
  • Martedì 10 dicembre 2024

La costruzione di un nuovo governo in Siria

È appena iniziata con la nomina di un nuovo primo ministro ad interim: ci sono tanti dubbi su come sarà, ma guardare il passato di Idlib può aiutare a farsi un'idea

Persone a Damasco passeggiano su una foto di Bashar al Assad, il 10 dicembre 2024 (AP Photo/Hussein Malla)
Persone a Damasco passeggiano su una foto di Bashar al Assad, il 10 dicembre 2024 (AP Photo/Hussein Malla)
Caricamento player

Martedì Muhammad al Bashir è stato nominato formalmente primo ministro del governo di transizione della Siria, e se le cose andranno secondo i piani rimarrà in carica fino al 1° marzo: non è chiaro cosa succederà dopo. La sua nomina era stata annunciata lunedì ed era stato il risultato di un accordo tra le forze che hanno liberato il paese dal regime di Bashar al Assad. Al Bashir era già il primo ministro del cosiddetto governo di Salvezza nazionale, cioè il governo civile che Hayat Tahrir al Sham (HTS, il più importante gruppo anti-assadista) aveva formato nel 2017 nella regione di Idlib, che al tempo era l’unica che controllava.

Non si sa ancora come gli antiassadisti di HTS governeranno questa fase di transizione in Siria, o se spingeranno a un certo punto per essere dominanti nel futuro governo. Qualcosa però si può dire guardando la loro esperienza nella provincia di Idlib, e la gestione della città di Aleppo una volta conquistata, una decina di giorni fa.

Il governo di Salvezza nazionale di Idlib si era formato per provvedere ai servizi pubblici nella regione, che era stata parzialmente isolata dall’esercito siriano. In questi anni, il governo di Idlib ha avuto un discreto successo: ha riscosso regolarmente le tasse, ha gestito i servizi come l’elettricità, l’acqua corrente e internet, e ha garantito la sicurezza, anche grazie all’aiuto economico fondamentale della Turchia.

Benché HTS sia stato inizialmente un gruppo jihadista, dapprima prestanome dell’ISIS in Siria e poi alleato di al Qaida, negli ultimi sette anni le posizioni del gruppo e di Abu Mohammed al Jolani, il suo leader, si sono fatte via via più pragmatiche.

A Idlib, le forze di sicurezza di HTS non hanno esercitato un controllo opprimente sulla popolazione civile, e sembra che un modello simile verrà applicato anche a Damasco, dove appena tre giorni dopo la conquista della città la presenza di militari e miliziani è relativamente scarsa nelle strade. La tecnica di gestione della sicurezza di HTS prevede che i militari siano usati per difendere i confini, e che la popolazione sia lasciata relativamente in pace. Ovviamente questo non significa che le cose non cambieranno: governare una provincia isolata è diverso che governare un paese intero.

Come avvenuto a Damasco, anche nelle altre città conquistate HTS sta cercando di mostrarsi tollerante. A Idlib le minoranze sono state rispettate, mentre ad Aleppo il gruppo ha riaperto le chiese cristiane. Mentre avanzava rapidamente nel territorio siriano, HTS ha emesso vari editti in cui ha raccomandato tolleranza nei confronti di tutta la popolazione siriana. Lunedì ha emesso un comunicato in cui ha garantito a tutti libertà individuali, e ha escluso che ci saranno restrizioni sul modo in cui si vestono le donne, né polizia morale sul modello dell’Iran e dell’Afghanistan.

La situazione di Aleppo, che è stata conquistata da HTS il 29 di novembre, mostra anche una certa efficienza da parte del nuovo governo nella gestione dei servizi pubblici. Dopo giorni in cui tutti i servizi erano saltati a causa delle azioni militari, acqua ed elettricità stanno già tornando nelle case, così come la connessione internet. Anche il cibo è distribuito: «Riusciamo ad avere il pane facilmente, ne abbiamo messo anche qualche busta in freezer», ha detto una donna ad AFP.

A Idlib, il governo di Salvezza nazionale ha una struttura piuttosto ramificata: è formato da un Consiglio della Shura (che si può tradurre dall’arabo come Consiglio consultivo) che rappresenta i vari segmenti della popolazione della regione, e che elegge il primo ministro. I membri del consiglio sono tutti preselezionati da HTS e le donne non possono votare né avere posizioni nell’amministrazione: non ha dunque alcun elemento democratico. Il governo guidato dal primo ministro, a sua volta, è composto da 11 ministeri.

Persone con la nuova bandiera siriana a Damasco il 10 dicembre 2024

Persone con la nuova bandiera siriana a Damasco il 10 dicembre 2024 (AP Photo/Hussein Malla)

Non è chiaro se questa stessa struttura sarà ripetuta nel governo di tutta la Siria, o se si troverà un altro tipo di compromesso. Non è nemmeno chiaro quanta autonomia avrà il nuovo primo ministro al Bashir rispetto al capo di HTS al Jolani, che potrebbe continuare a detenere il potere di fatto.

Un altro elemento da valutare sarà quanta parte della burocrazia assadista rimarrà al suo posto con il nuovo governo. Il fatto che nel percorso di transizione sia stato coinvolto l’ex primo ministro del regime di Assad, Mohammed al Jalali, fa pensare che HTS voglia mantenere almeno parte dei vecchi funzionari pubblici, per evitare un blocco dello stato.

Ovviamente, inoltre, l’efficienza amministrativa non è sufficiente. L’economia della Siria è devastata da anni di guerra e di corruzione del regime di Assad, la disoccupazione è altissima e la valuta locale, la lira, è crollata: serviranno anni per riportare il paese a una vita normale.

Tag: siria