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  • Martedì 10 dicembre 2024

Nell’esplosione al deposito di Eni vicino a Firenze sono morte cinque persone

Tutte sono state identificate, mentre altre 26 risultano ferite: la procura di Prato sta indagando sulle cause dell'incidente

(Ansa/Claudio Giovannini)
(Ansa/Claudio Giovannini)
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Martedì i Vigili del fuoco hanno trovato i corpi di tutte e tre le persone che risultavano disperse a causa della grossa esplosione avvenuta lunedì nel deposito di Eni nel comune di Calenzano, a pochi chilometri da Firenze. I morti accertati sono quindi cinque, tutti autotrasportatori, mentre le persone ferite sono ventisei: stando all’ultimo aggiornamento della Regione Toscana, tre sono ancora ricoverate.

Non è ancora chiaro cosa abbia innescato l’esplosione, ma dalle prime indagini della procura sembra che ci sia stata una perdita di carburante durante il caricamento delle autocisterne. Intanto lunedì sera era stata identificata la prima persona morta, Vincenzo Martinelli, un 51enne di origine napoletana che viveva da tempo a Prato. Martedì sera invece sono state identificate anche le altre: sono Carmelo Corso, 57 anni; Franco Cirelli, 50 anni; Gerardo Pepe, 45 anni; e Davide Baronti, 49.

L’incidente è avvenuto intorno alle 10:20 di lunedì all’interno del deposito dove vengono immagazzinati e distribuiti gasolio, benzina e carburante per gli aerei. Il boato si è sentito in varie zone della provincia di Firenze, tanto che molte persone avevano pensato che si trattasse di un terremoto. E in effetti l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) ha stimato una magnitudo equivalente di 0.9.

All’esplosione sono seguiti un incendio e un’onda d’urto che ha infranto finestre, vetri delle auto e controsoffitti di decine di edifici nelle vicinanze, mentre la palazzina adibita a stazione di rifornimento è crollata. La grossa colonna di fumo nero, vista anche a grande distanza, ha preoccupato molti abitanti della zona ma l’ARPAT, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, ha fatto sapere di non aver riscontrato rischi per la salute.

In una nota diffusa lunedì Eni ha spiegato che l’esplosione non ha coinvolto i serbatoi di carburante ma solo l’area di carico: è stata sequestrata dalla procura di Prato, che ha aperto un’indagine per omicidio colposo plurimo. Martedì pomeriggio l’azienda ha nuovamente offerto la propria collaborazione per le indagini. Al momento non ci sono indagati.

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Lunedì diverse squadre di Vigili del fuoco erano arrivate a Calenzano da altre città; sempre lunedì mattina la Protezione civile aveva avvisato le persone che si trovavano nel raggio di 5 chilometri dall’impianto, dicendo di non avvicinarsi allo stabilimento e di trovare un riparo al chiuso.

Per lunedì e martedì il comune di Calenzano ha proclamato il lutto cittadino, mentre la Regione Toscana ha annunciato una giornata di lutto regionale per mercoledì, quando i sindacati hanno indetto uno sciopero generale provinciale di quattro ore. Martedì mattina intanto circa 500 persone hanno partecipato a un presidio di protesta fuori dalla raffineria di Eni a Livorno, da cui i carburanti vengono inviati tramite due oleodotti al deposito di Calenzano.