Il gruppo accusato di voler creare disordini contro l’annullamento delle elezioni in Romania
Sono state arrestate 20 persone dirette a Bucarest con pistole e machete, guidate da un mercenario vicino al candidato filoputiniano Georgescu
Nella notte tra sabato e domenica in Romania sono stati arrestati venti uomini che stavano andando a Bucarest, la capitale, accusati di voler creare disordini per protestare contro l’annullamento delle elezioni presidenziali. Il primo turno era stato vinto a sorpresa dal candidato di estrema destra populista e filoputiniano Calin Georgescu e domenica si sarebbe dovuto tenere il ballottaggio, ma solo due giorni prima la Corte costituzionale romena aveva preso la decisione senza precedenti di annullare il risultato del voto a causa di presunte interferenze russe, ordinando di ripeterlo.
Nelle auto degli uomini arrestati sono state trovate armi come pistole e machete. Il gruppo era guidato da Horatiu Potra, un influente mercenario che è stato a capo di un gruppo romeno attivo in Africa. Potra ha avuto documentati contatti con la Russia ed è stato vicino al potente gruppo di mercenari russo Wagner. Soprattutto però è considerato vicino a Georgescu, che negli scorsi giorni aveva chiesto ai suoi sostenitori di riunirsi intorno ai seggi elettorali chiusi domenica per protestare. Alla fine in diverse città romene Georgescu e altri politici di estrema destra hanno organizzato manifestazioni pacifiche.
Dopo essere stato fermato Potra, mentre veniva scortato in una stazione di polizia, ha confermato ai giornalisti che era diretto a Bucarest ma non ha fatto commenti su quali fossero le intenzioni sue e delle persone che erano con lui. Secondo fonti della versione romena del sito Euronews, Potra e il suo gruppo avrebbero avuto anche l’obiettivo di intimorire politici e giornalisti ritenuti in contrasto con Georgescu.
La Romania è il primo paese democratico in cui un’elezione viene annullata per presunte interferenze russe, ma non è certo il primo paese in cui ci sono accuse di questo genere. La Corte costituzionale aveva motivato la sua decisione spiegando che l’intelligence romena aveva individuato «azioni russe, ibride e aggressive» avvenute durante la campagna elettorale che avrebbero favorito Georgescu. I documenti raccolti dall’intelligence romena, che sono stati resi pubblici, si concentrano sull’attività del social network TikTok, ma parlano anche di diversi tentativi di attacchi informatici ai siti web dello stato romeno nei giorni precedenti e nel giorno delle elezioni.
Dopo la decisione della Corte bisognerà rifare tutto: è stato ordinato di ripetere il voto «nella sua interezza», si farà di nuovo la campagna elettorale e si rivoterà per il primo turno. Non è ancora stata indicata la data delle nuove elezioni, dovrà farlo il governo.
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