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  • Lunedì 9 dicembre 2024

Israele ha occupato un nuovo territorio al confine con la Siria

È il versante siriano di una delle montagne più alte del Medio Oriente: l'esercito israeliano ha approfittato della confusione e violato accordi vecchi di decenni

Soldati israeliani guardano le alture del Golan da uno dei varchi di confine
Soldati israeliani guardano le alture del Golan da uno dei varchi di confine (AP Photo/Matias Delacroix)
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Domenica Israele ha occupato parte della “zona cuscinetto” che divide il proprio confine da quello della Siria nelle alture del Golan, un territorio conteso da decenni. Israele ha inviato carri armati e truppe in particolare a occupare il versante siriano del monte Hermon, che con i suoi 2.814 metri è uno dei più alti del Medio Oriente.

Le alture del Golan sono un territorio che Israele occupò militarmente nel 1967 durante la guerra dei Sei giorni, dopo averlo sottratto al controllo della Siria: per la comunità internazionale, le alture sono territorio siriano. Sono un grande altopiano di circa 1.800 chilometri quadrati che domina dall’alto tanto Israele quanto la Siria, e che si trova a circa 60 chilometri da Damasco: per questo hanno da sempre un valore strategico.

Per i siriani, assadisti e non, le alture del Golan hanno anche un significato nazionalista. Abu Mohammad al Jolani, il capo del gruppo armato Hayat Tahrir al Sham che negli ultimi undici giorni ha guidato le forze anti-assadiste alla conquista del nord della Siria e di Damasco, ha assunto questo nome di guerra proprio in riferimento al Golan, che è il luogo di antica origine della sua famiglia (al Jolani si può scrivere anche al Golani).

– Leggi anche: Gli undici giorni che hanno cambiato la Siria

La sistemazione attuale delle alture del Golan fu decisa tramite un accordo negoziato dall’ONU nel 1974 (dopo un’altra guerra, quella dello Yom Kippur), che prevedeva che tra il territorio occupato da Israele e la Siria fosse creata una “zona cuscinetto” di circa 400 chilometri quadrati, che sarebbe stata pattugliata dalla missione UNDOF (Forza di disimpegno degli osservatori delle Nazioni Unite) per evitare nuove guerre tra le due parti.

Domenica pomeriggio le forze israeliane hanno iniziato a far circolare foto di soldati che mostrano bandiere del proprio paese all’interno della “zona cuscinetto”. Al momento non è chiaro se Israele abbia occupato per intero la zona o soltanto alcune sue parti.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che l’occupazione della “zona cuscinetto” sul Golan è una misura «temporanea difensiva», che sarà mantenuta «finché non sarà trovato un accordo adeguato». In teoria, quindi, una volta stabilizzata la situazione Israele dovrebbe tornare a ritirarsi dietro alle linee decise nel 1973. Non è chiaro se lo farà.

Sempre domenica, Israele ha bombardato depositi di armi dell’esercito assadista nel sud della Siria e attorno a Damasco, per evitare che finissero sotto il controllo dei miliziani.

Israele in questo momento si sta muovendo in maniera circospetta: da un lato vede nella caduta di Bashar al Assad un vantaggio, perché Assad aveva consentito all’Iran e a Hezbollah di usare la Siria per minacciare Israele. Dall’altro non è ancora chiaro che atteggiamento avranno i gruppi armati che hanno preso Damasco, né il nuovo eventuale governo che guiderà il paese.