I paesi che hanno sospeso la valutazione delle richieste d’asilo dei cittadini siriani
Ci sono Germania, Austria e Svezia tra quelli con le comunità siriane maggiori, e ha deciso lo stesso anche l'Italia
Lunedì i governi di vari paesi europei hanno annunciato (in modo autonomo l’uno dall’altro) che sospenderanno le procedure per l’assegnazione dello status di rifugiato alle persone con cittadinanza siriana, dopo la fine del regime di Bashar al Assad. Fra questi ci sono Austria, Germania, Norvegia, Svezia, Regno Unito e anche l’Italia, come comunicato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni al termine del Consiglio dei ministri che si è tenuto lunedì.
Secondo un funzionario rimasto anonimo citato dall’agenzia di stampa Reuters, anche la Grecia farà lo stesso, ma non ci sono conferme ufficiali. Anche la Francia ha detto che ne sta discutendo.
Il ministero dell’Interno tedesco ha detto che le richieste di asilo dei cittadini siriani non saranno valutate finché non ci sarà maggior chiarezza sul futuro ordinamento politico della Siria. Nel paese vive quasi un milione di persone siriane, molte delle quali arrivate dopo che nel 2015 l’allora cancelliera Angela Merkel decise di permettere a tutti i richiedenti asilo siriani di entrare nel paese. Anche quest’anno la Siria è stato il paese da cui proveniva il maggior numero di richiedenti asilo in Germania: più di 70mila, e oltre 47mila richieste sono ancora in corso di valutazione.
Secondo le Nazioni Unite dopo la Germania i paesi europei in cui vivono più persone siriane sono Svezia, Austria, Grecia, Francia e Paesi Bassi. Ogni anno in questi paesi vengono presentate decine di migliaia di nuove richieste di asilo da parte di cittadini siriani. La Svezia ha detto che sospenderà le procedure sia per le richieste di asilo che per le espulsioni, mentre il governo austriaco oltre ad aver sospeso la valutazione delle richieste intende anche rivalutare quelle già approvate e preparare un «programma ordinato di espulsioni e rimpatri in Siria», di cui però non ha dato ulteriori dettagli.
Non è ancora chiaro cosa succederà in Francia. Il ministero dell’Interno ha detto di star «lavorando per sospendere le procedure per le richieste di asilo dalla Siria» e che una decisione in merito potrebbe arrivare nelle prossime ore. Poco dopo però l’Ufficio francese per la protezione dei rifugiati e degli apolidi (Ofpra), un ente pubblico che si occupa di esaminare le richieste d’asilo e che non dipende dal ministero, ha dichiarato a Le Monde che per ora non intende negare a nessuno la possibilità di presentare una richiesta. Il suo direttore Julien Boucher ha però precisato che potrebbero essere messe in pausa quelle domande che chiedevano protezione sulla base della presenza in Siria del regime di Assad.
La Danimarca ha detto che sospenderà le procedure per valutare le richieste di asilo, ma permetterà alle persone le cui richieste sono già state rifiutate e a cui è stato ordinato di lasciare il paese di restare più a lungo.
In molti casi le decisioni sono influenzate anche dalla politica interna di questi paesi: in Germania a febbraio si voterà alle elezioni anticipate per rinnovare il parlamento, e la gestione dell’immigrazione è fra le principali preoccupazioni di molti elettori (assieme all’economia). In Austria invece le elezioni sono state a settembre: le aveva vinte il Partito della Libertà, di estrema destra e fortemente antimmigrazione. Il cancelliere Karl Nehammer, del Partito Popolare (di centrodestra), ha interesse a tenere una linea dura sull’immigrazione per sottrarre voti al Partito della Libertà.
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