Trump vuole dare la grazia ai responsabili dell’assalto al Congresso
Nella sua prima intervista dalle elezioni ha detto che lo farà nel primo giorno da presidente, poi ha parlato anche di NATO e guerra in Ucraina
Nella sua prima intervista da quando è stato rieletto presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha parlato con l’emittente televisiva NBC di cosa intende fare nei quattro anni del suo nuovo mandato. Tra le affermazioni più discusse c’è quella per cui ha detto di voler dare la grazia a molte delle persone condannate per l’assalto al Congresso statunitense del 6 gennaio 2021, quando un gruppo di suoi sostenitori tentò di sovvertire il risultato delle elezioni del 2020 vinte da Joe Biden proprio contro Trump.
«Mi muoverò molto rapidamente, il primo giorno», ha detto Trump all’intervistatrice Kristen Welker. Trump ha anche detto di essere intenzionato a graziare persone che si sono dichiarate colpevoli o che hanno ammesso di aver aggredito agenti di polizia. Ci sono circa 900 persone che hanno ammesso la propria colpevolezza ma che hanno detto di non aver aggredito agenti, sulle quali Trump ha suggerito che possano essere state spinte a dichiararsi colpevoli: «Conosco il sistema, il sistema è molto corrotto», ha detto, sostenendo che «le intere vite» di queste persone «sono state distrutte».
Le persone condannate o che si sono dichiarate colpevoli dell’assalto al Congresso sono oltre 1.200, 645 delle quali condannate a periodi di detenzione che vanno da pochi giorni a 22 anni. Le indagini sull’attacco al Congresso sono state condotte da una commissione istituita alla Camera dei rappresentanti, la camera bassa del parlamento statunitense: Trump ha parlato anche di questa e ha detto che tutti i suoi membri dovrebbero essere messi in carcere, dando la colpa in particolare a Liz Cheney, una delle due persone del Partito Repubblicano (lo stesso di Trump) che ne facevano parte.
Nell’intervista, durata più di un’ora, Trump ha parlato anche delle sue intenzioni sulla politica estera. Le cose più rilevanti le ha dette sulla guerra in Ucraina, sostenendo la necessità di un «immediato cessate il fuoco» e di cominciare un negoziato. Ha anche detto che l’Ucraina dovrà aspettarsi un sostegno militare minore da parte degli Stati Uniti quando lui tornerà presidente.
Gli è stato poi chiesto se intenda far rimanere gli Stati Uniti all’interno della NATO, l’alleanza militare difensiva a cui partecipano 32 paesi occidentali: ha detto inizialmente di sì, se gli altri paesi «pagheranno i loro conti». Ma poi ha anche detto di essere disposto a cambiare idea se le cose da questo punto di vista dovessero andare diversamente.
Da quando fa politica Trump ha sempre avuto posizioni critiche sulla NATO e ha sempre fatto riferimento a questioni economiche e pagamenti da parte degli stati membri per giustificare un suo disimpegno nell’alleanza. Nelle sue affermazioni c’è spesso un’incomprensione di fondo sul funzionamento della NATO, che non ha un bilancio centralizzato a cui i paesi contribuiscono: ciascuno paga per la propria difesa, insomma.
Trump ha parlato anche di alcune questioni economiche interne e ha detto qualcosa di nuovo su quello che intende fare con Jerome Powell, il presidente della Federal Reserve, la banca centrale statunitense. Il suo mandato scade nel 2026, ma negli ultimi mesi Trump – che lo aveva nominato durante il suo primo mandato, salvo poi criticarlo moltissimo – se l’era presa con lui per come aveva gestito i tassi di interesse, e in particolare lo aveva accusato di averli ridotti a ridosso delle elezioni per favorire i Democratici. Aveva perciò detto di volerlo sostituire una volta eletto: ora invece dice di non avere intenzione di farlo.