C’è stato un luna park con le opere di Keith Haring e Basquiat
Aprì nel 1987 ad Amburgo ma durò poco, e oggi è stato riallestito in una mostra a New York con l'aiuto di Drake
«Tutti hanno un ricordo di un luna park, tutti hanno avuto un’infanzia e io volevo raccontare l’infanzia di questi geni», disse nel 2022 al New York Times l’artista austriaco André Heller: stava parlando di come negli anni Settanta gli era venuta l’idea di fare un parco divertimenti con le opere di artisti come Keith Haring e Jean-Michel Basquiat, ma soprattutto del progetto di riqualificare il Luna Luna, che era stato dismesso trentacinque anni prima. Adesso le giostre e le attrazioni di quello che sul sito dedicato viene definito «il primo parco divertimenti artistico al mondo» sono esposte in una mostra a New York, anche se non è possibile salirci.
Heller oggi ha 77 anni, è un artista multimediale, attore e cantautore, e per creare il Luna Luna si ispirò al Prater, lo storico parco divertimenti di Vienna che frequentava da ragazzino. Aveva avuto un certo successo nel teatro sperimentale viennese e voleva creare una fiera di quelle con le giostre per unire «la cosiddetta avanguardia – artisti che a volte erano un po’ snob e non stabilivano legami con le masse – e le cosiddette persone normali». Per un po’ di tempo non se ne fece nulla, ma nel 1985 ottenne un grosso finanziamento dalla rivista tedesca Neue Revue per completare il progetto.
Aveva pensato di coinvolgere alcuni degli artisti più noti del tempo, di movimenti e stili diversi, a partire dalla pittrice russo-francese Sonia Delaunay, che morì nel 1979. In seguito, grazie al passaparola, convinse tra gli altri artisti come Jean-Michel Basquiat e Keith Haring, Salvador Dalí e Kenny Scharf, Roy Lichtenstein e David Hockney, che costruirono le loro attrazioni da zero oppure ne decorarono di vecchie.
Il Luna Luna aprì nel giugno del 1987 in un parco di Amburgo, nell’allora Germania ovest. Era composto da una trentina di installazioni, tra cui una ruota panoramica decorata da Basquiat, una giostra con i famosi omini stilizzati di Haring come seggiolini e una casa degli specchi fatta da Dalí: di fatto era un parco divertimenti dove salire sulle altalene, passeggiare tra le giostre e assistere a spettacoli. Rimase lì per tutta l’estate e si stima che ebbe 250mila visitatori.
In seguito si parlò di portarlo in giro per Europa e Stati Uniti, così come della possibilità che venisse acquistato dalla città di Vienna, ma non accadde nessuna delle due cose. Pieno di debiti e senza opzioni concrete Heller si accordò per vendere il tutto alla Stephen and Mary Birch Foundation, una fondazione statunitense che avrebbe voluto riaprirlo a San Diego: tra dispute sul prezzo da pagare per l’entrata e preoccupazioni legate ai diritti delle opere (Basquiat, Dalí e Haring morirono tra il 1988 e il 1990), la fondazione però cercò poi di tirarsi fuori dall’accordo, e furono avviate cause legali che si protrassero per decenni. Nel frattempo le giostre vennero abbandonate in un magazzino in California per poi essere spostate in Texas, dove rimasero dal 2007 al 2022.
Heller si rammaricò a lungo della scomparsa del parco, che parlando sempre con il New York Times paragonò a «una storia d’amore in cui non si riesce a smettere di fare sogni erotici». Le cose cambiarono nel 2019, quando fu contattato da Michael Goldberg, un creativo statunitense che si era imbattuto nella storia del Luna Luna per caso, rimanendone colpito; Dieter Buchhart, uno studioso di Basquiat, lo aveva già convinto a riprovarci.
Per il ripristino del Luna Luna è stato fondamentale il contributo del rapper canadese Drake, che ha investito circa 100 milioni di dollari per comprare le opere attraverso la sua società dedicata a progetti creativi, la DreamCrew.
Le giostre sono state restaurate sotto la guida di Goldberg, in un progetto che ha coinvolto vari enti e un collettivo di curatori, artisti e imprenditori. Sono state presentate per la prima volta dopo decenni a Los Angeles nel dicembre del 2023, mentre dallo scorso 20 novembre sono esposte nella mostra “Luna Luna: Forgotten Fantasy” allo Shed di New York, la città in cui Haring, Basquiat e Scharf si formarono e furono più attivi. Salirci però è vietato: sia per tutelarle, sia perché non rispettano le norme di sicurezza previste oggi.
Secondo Anthony Gonzales, l’amministratore delegato di Luna Luna, la mostra riesce ad attirare anche chi non sa nulla di arte mettendo insieme progetti d’avanguardia e cultura pop, un aspetto che, secondo il direttore artistico dello Shed Alex Poots, mantiene il progetto fedele all’idea originale di Heller. Al nuovo progetto però non ha collaborato il suo ideatore, coinvolto in uno scandalo per aver usato alcuni disegni di Basquiat per creare una cornice che poi aveva venduto come opera originale dell’artista.
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