Un tribunale degli Stati Uniti ha respinto l’appello di ByteDance contro la legge che la obbliga a vendere TikTok negli Stati Uniti
Venerdì un tribunale federale degli Stati Uniti ha respinto il ricorso presentato dalla società cinese ByteDance, proprietaria del social network TikTok, contro la legge che le impone di vendere la sua divisione statunitense a un investitore non legato al governo cinese. La legge, approvata dall’amministrazione di Joe Biden lo scorso aprile, è stata pensata per impedire che il regime cinese sfrutti la vicinanza a ByteDance per raccogliere dati sugli utenti statunitensi e utilizzarli per motivi di intelligence, o per influenzare il dibattito politico a proprio vantaggio.
Il processo in questione era iniziato a settembre ed è molto seguito negli Stati Uniti: la legge contro cui TikTok ha fatto ricorso impone a ByteDance la vendita della piattaforma entro il prossimo 19 gennaio: in caso contrario il social verrà chiuso negli Stati Uniti. Contro questa possibilità si sono schierati, oltre a ByteDance, anche associazioni per i diritti civili, secondo cui la chiusura di TikTok negli Stati Uniti equivarrebbe a una grave violazione della libertà di espressione, e cittadini e cittadine statunitensi che con TikTok in vari modi lavorano e guadagnano. ByteDance ha già detto che farà appello, e quindi il caso finirà alla Corte Suprema, il più importante tribunale degli Stati Uniti.