Sono stati prosciolti i medici e i dirigenti dell’ospedale di Verona coinvolti nel caso del batterio che provocò la morte di 4 neonati

(Rolf Vennenbernd/dpa)
(Rolf Vennenbernd/dpa)

La giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Verona ha prosciolto i medici e i dirigenti dell’ospedale di Borgo Trento, a Verona, che erano stati accusati di omicidio colposo e lesioni colpose in ambito sanitario: erano coinvolti nel discusso caso del batterio che tra il 2017 e il 2020 aveva contagiato circa 100 neonati prematuri ricoverati nel reparto neonatale della struttura, causandone la morte in quattro casi e la disabilità permanente in altri sei. Secondo la giudice non c’erano elementi sufficienti a sostenere le accuse.

Il batterio in questione è il Citrobacter koseri, che fa parte della stessa famiglia della salmonella e dell’escherichia, e si trova nelle acque e nei cibi contaminati. Colpisce soprattutto i neonati, i nati prematuri e gli adulti immunodepressi, e causa sepsi, meningite e danni al sistema nervoso. La commissione istituita dalla Regione Veneto per indagare sulla vicenda aveva stabilito che nella struttura si era effettivamente verificata un’epidemia, anche se non era stata in grado di stabilire le cause della presenza del batterio nel reparto. Aveva però accusato la struttura di non aver mai comunicato i casi di contagio alle autorità competenti. I casi vennero inizialmente denunciati dai giornali, in particolare dall’Arena di Verona.