L’entrata dei gruppi armati siriani a Hama, in foto
Ribelli che si fanno selfie e immagini di rabbia verso il regime della famiglia Assad, con i poster del figlio strappati e la statua del padre abbattuta
L’avanzata dei gruppi armati siriani sta procedendo così velocemente che anche Hama, città importante a livello storico e per posizione strategica, è stata sottratta al controllo del regime siriano di Bashar al Assad senza di fatto che avvenissero scontri. I gruppi di Hayat Tahrir al Sham (HTS) hanno incontrato poca o nessuna resistenza, così com’era successo nei giorni scorsi ad Aleppo, e dopo che sono entrati ci sono stati alcuni festeggiamenti.
Una statua dell’ex presidente Hafez Assad (padre di Bashar) è stata abbattuta da persone in abiti civili, la testa è stata legata a un camioncino ed è stata trascinata in giro per le vie della città come un trofeo. Sono circolate immagini anche di un grande cartello nel centro di Hama dipinto con i colori della bandiera dei ribelli, bianco, nero e verde. Sono stati distrutti inoltre diversi poster di Bashar al Assad.
Hama, come il resto della Siria, era governata dalla famiglia Assad dal 1971, prima da Hafez e poi dal figlio Bashar.
Nel febbraio del 1982, Hama fu oggetto di una dura repressione da parte dell’esercito siriano, durante la quale fu compiuto il cosiddetto “massacro di Hama”. Dopo attacchi più gravi del solito dell’opposizione islamista, guidata dal gruppo sunnita Fratelli Musulmani, Hafez Assad fece circondare Hama: la bombardò con l’artiglieria e poi entrò con i carri armati. L’operazione durò ventisei giorni e le forze assadiste uccisero tra le 10mila e le 40mila persone. Il ricordo di quel massacro è ancora vivo in Siria: in un videomessaggio Abu Mohammad al Jolani, leader di Hayat Tahrir al Sham, ha detto che la conquista della città «pulisce una ferita che sanguina da 40 anni».
Nel giugno 2012, poco più di un anno dopo l’inizio della rivoluzione siriana, un’insurrezione della città di Hama provocò una temporanea ritirata delle forze di Assad, che però tornarono due mesi dopo, rioccupando la città e causando centinaia di vittime in un solo giorno.
Hama è considerata importante anche per la sua posizione: si trova a 200 chilometri a nord di Damasco ed è al centro di una rete di strade che collegano il centro del paese con il nord, ma anche con le province orientali e la costa.