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  • Venerdì 6 dicembre 2024

Il presidente sudcoreano è appeso al suo partito

Che sabato dovrà decidere se votare a favore o contro l'impeachment: servono almeno 8 voti per rimuoverlo, insieme a tutti quelli dell'opposizione

Una manifestazione di protesta contro Yoon Suk-yeol, a Seul (Chung Sung-Jun/Getty Images)
Una manifestazione di protesta contro Yoon Suk-yeol, a Seul (Chung Sung-Jun/Getty Images)
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Sabato al parlamento della Corea del Sud ci sarà il voto sull’impeachment del presidente Yoon Suk-yeol, chiesto dalle opposizioni per via della sua decisione di martedì di imporre nel paese la legge marziale, durata meno di sei ore. È certo che tutti i partiti di opposizione voteranno per l’impeachment, cioè la rimozione forzata del presidente dal suo ruolo, mentre è molto più dubbia la posizione dei parlamentari del suo partito, il Partito del Potere Popolare (PPP), conservatore.

La situazione si è movimentata venerdì, quando i giornali coreani hanno scritto che durante la legge marziale il presidente Yoon aveva ordinato alle forze di sicurezza di arrestare tutti i principali leader politici coreani, compreso il leader del Partito del Potere Popolare, Han Dong-hoon. A quel punto Han, che fino al giorno prima era stato contrario all’impeachment, ha detto: «Davanti alle nuove rivelazioni, ritengo che sia necessario sospendere il prima possibile il presidente Yoon dall’esercizio del potere». Han non ha ancora detto che sosterrà l’impeachment, ma con questa dichiarazione ha aperto alla possibilità che succeda.

L’opposizione ha la maggioranza dei seggi in parlamento (192 seggi su 300), ma perché la mozione sull’impeachment venga approvata ha bisogno dei voti di due terzi dei deputati (200). Serve quindi che almeno 8 dei 108 parlamentari del Partito del Potere Popolare votino con i partiti di opposizione.

Oltre alle dichiarazioni di Han, il leader del partito, nelle ultime ore molti altri politici conservatori hanno criticato pubblicamente il presidente per la svolta autoritaria che aveva cercato di imprimere con la legge marziale. Quasi tutti, però, si stanno tenendo vaghi sul loro sostegno o meno all’impeachment: finora soltanto un paio di deputati conservatori hanno detto esplicitamente che voteranno contro il presidente Yoon.

Il partito di governo si trova a scegliere tra due situazioni ugualmente svantaggiose: da un lato sostenere il presidente Yoon, che però ha perso ogni credibilità ed è estremamente impopolare (il suo consenso secondo i sondaggi è attorno al 13 per cento); dall’altro votare per l’impeachment e farlo cadere, sapendo però che, almeno stando ai sondaggi, l’opposizione vincerebbe facilmente le prossime elezioni.

È quello che successe dopo l’impeachment del 2016 della presidente Park Geun-hye, di centrodestra. L’impeachment fu votato da tutti gli schieramenti politici, ma i conservatori ne uscirono molto male, e alle successive elezioni presidenziali il candidato del Partito Democratico, Moon Jae-in, ottenne una vittoria schiacciante.

Alcuni analisti sui media coreani hanno scritto che per il Partito del Potere Popolare la soluzione migliore sarebbe che Yoon si dimettesse e si prendesse la colpa di tutto quanto accaduto durante la legge marziale. In questo modo il partito potrebbe scaricare tutte le colpe su di lui, e cercare di riguadagnarsi il consenso dell’elettorato nella prossima campagna elettorale. Per ora Yoon non sembra voler dimettersi.

Il voto in parlamento sull’impeachment è stato fissato per le 19 locali di sabato (le 11 in Italia). Se l’impeachment venisse approvato, non ci sarebbe l’immediata rimozione di Yoon, ma servirebbe un’udienza della Corte costituzionale, che dovrebbe confermare la decisione con 6 voti su 9 dei suoi membri.

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